Censura o policy sui minori? Il caso della ragazzina che ha criticato Chiara Ferragni - Facta
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Censura o policy sui minori? Il caso della ragazzina che ha criticato Chiara Ferragni

di Francesca Capoccia

Negli ultimi giorni l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni è tornata in tendenza sui social network. Ciò che ha creato argomento di discussione è stato il commento di una ragazzina di undici anni sotto una foto condivisa il 27 maggio su Instagram da Ferragni in posa davanti allo specchio, seminuda. La ragazzina si è lamentata del fatto che l’imprenditrice digitale si sarebbe mostrata al pubblico indossando solo un paio di slip, veicolando così un messaggio sbagliato, soprattutto nei confronti delle ragazze che la prendono come esempio. Ferragni ha risposto alla critica, puntualizzando che ogni persona è libera di essere ciò che vuole, senza dover dar conto a nessuno e precisando che «nessuno ci può giudicare o farci sentire sbagliate». 

Questo scambio non è passato inosservato: molte testate nazionali, infatti, hanno ripreso la notizia. Ad alimentare la polemica il fatto che pochi giorni dopo l’accaduto il profilo Instagram dell’undicenne sia stato cancellato. Secondo vari commenti online, la ragazzina sarebbe stata vittima di censura, perché a Ferragni non sarebbe piaciuto il commento ricevuto. Questa tesi è sostenuta anche dalla madre dell’undicenne, Vittoria, che in un’intervista al Corriere della Sera ha affermato: «Io non posso accettare che mia figlia per aver espresso un’opinione, peraltro condivisa da tante persone, sia stata messa a tacere, bannata, eliminata». Le regole di Instagram, però, chiariscono che il motivo è un altro (precisiamo per trasparenza che Facta.news riceve fondi da Meta, la società che possiede Instagram, all’interno del suo Third Party Fact-checking Program).

La polemica
Chiara Ferragni, imprenditrice e volto noto di Instagram, è solita pubblicare foto in cui indossa costumi da bagno o abiti scollati con lo scopo di sponsorizzarli. Proprio per questo motivo è spesso vittima di commenti e insulti da parte di utenti dei social network. Durante il Festival di Sanremo 2023, ad esempio, Ferragni ha indossato un abito che simulava il corpo nudo, e un altro abito peplo sul quale erano stati ricamati alcuni insulti ricevuti per via del suo aspetto e del suo corpo. Questi abiti veicolano messaggi ben precisi. L’intenzione, infatti, è stata riportare l’attenzione sui diritti delle donne e del loro corpo, e invitarle a non dare peso ai commenti ricevuti al proprio fisico. 

Nella foto pubblicata negli ultimi giorni, le critiche più discusse sono arrivate da una ragazzina di undici anni. «A parte che in questa foto non fai vedere vestiti o costumi da bagno, ma praticamente te stessa nuda. Qual è il messaggio per noi ragazzine? Che per farci notare dobbiamo metterci nude?», ha commentato l’undicenne. «Io non lo trovo un bel messaggio da mandare». La ragazzina ha continuato, poi, aggiungendo che se sua mamma «mettesse una foto così io mi sentirei malissimo, penserei che mi dovrei vergognare». Ferragni ha risposto al commento della ragazza, spiegando che «il messaggio per tutte, ragazzine e non, da parte mia molto è semplice: nessuno ci può giudicare o farci sentire sbagliate. Pubblicare una foto così non dovrebbe far vergognare nessuno e anzi dimostrare che ognuno è libero di essere se stesso e celebrarsi quando si sente di farlo».

La replica di Ferragni ha creato un forte interesse sulla questione da parte della stampa italiana e di vari utenti: leggendo i commenti sotto la foto, infatti, molti hanno preso le difese della ragazza, aggiungendosi alle critiche rivolte a Ferragni, mentre altri hanno messo in dubbio che si trattasse di un commento scritto da una undicenne, insinuando che dietro ci fosse sua madre. «Ho dovuto disattivare le notifiche ai suoi post per evitare che leggesse commenti poco piacevoli», ha raccontato a Repubblica la madre.

La questione è andata ben oltre. Il 29 maggio, infatti, il profilo Instagram della ragazzina è stato cancellato, scatenando altre polemiche tra gli utenti della Rete. «Censurare, bloccare una ragazzina di 11 anni per avere espresso civilmente un pensiero contro la diva di Instagram? Vergognoso», «Evviva la democrazia», «Il tempo di esprimere il suo pensiero libero su un post di Chiara Ferragni e poi il profilo dell’undicenne Giulia Dedola è stato cancellato da Ig», sono solo alcuni dei commenti che si leggono sui social network. L’undicenne, quindi, è stata vittima di censura?

Le regole di Instagram
Secondo le norme di Instagram per l’Italia, qualsiasi persona che abbia almeno tredici anni può creare un account registrando un indirizzo e-mail e selezionando un nome utente. Avendo undici anni, la ragazzina protagonista della vicenda non avrebbe potuto effettuare l’iscrizione al social network. Peraltro, stando alle dichiarazioni rilasciate dalla madre Vittoria al Corriere della Sera, il profilo era attivo da cinque anni: «con la chiusura del profilo perdiamo cinque anni di ricordi, di gare, di momenti belli condivisi con la comunità dell’equitazione». La ragazzina, infatti, corre a cavallo a livello agonistico e il suo profilo conteneva numerose testimonianze delle competizioni svolte a livello nazionale. 

Le norme di Instagram precisano, inoltre, che possono esistere account di persone di età inferiore a tredici anni, ma questi devono essere gestiti dai genitori o da un tutore, e che tale indicazione deve apparire nella biografia dell’account. L’account, ha affermato la madre Vittoria a Repubblica, era stato creato proprio da lei «principalmente per lo sport che pratica» la figlia, ovvero l’equitazione. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il profilo era gestito formalmente dalla madre e nella biografia era riportata la dicitura «run by parents», in italiano “gestito dai genitori”, come richiesto dalle regole di Instagram. Rispondendo alle accuse di chi insinuava che ci fosse la madre dietro al commento rivolto a Ferragni, Vittoria ha commentato che, nella pratica, era la figlia a passare il tempo su Instagram. «Usava il suo profilo più come una vetrina e io avevo l’accesso, quindi entravo ogni due o tre giorni a controllore i messaggi in Dm e le notifiche». Dunque, come confessato dalla madre, l’account violava i termini di servizio di Instagram.

Sempre stando alle regole della piattaforma, quando un profilo Instagram viene segnalato perché ritenuto gestito da un minore sotto i tredici anni entra in fase di revisione. Il proprietario visualizzerà il messaggio «non hai l’età minima per usare Instagram» e vedrà eliminato il proprio profilo. La madre della ragazzina, prima che il profilo venisse eliminato, ha provato a fare ricorso alla piattaforma, ma non è servito. 


Un approccio in evoluzione

Non si tratta di una novità. La questione del rapporto tra minori e social network è stata fortemente discussa a gennaio 2021 con TikTok. A seguito della morte di una bambina di 10 anni a causa di una presunta sfida di soffocamento lanciata sulla piattaforma, la Blackout challenge, il Garante della protezione dei dati personali italiano (Gpdp) aveva disposto per il social network un blocco immediato per l’uso dei dati di tutti quegli utenti per i quali l’applicazione non sia in grado di accertare con sicurezza l’età anagrafica. Fino a quel momento, infatti, le misure messe in campo da TikTok non erano in grado di accertare se una persona avesse più o meno di 14 anni. Alla piattaforma, dunque, poteva iscriversi chiunque. Stando alla legge italiana che regola il trattamento dei dati personali, il decreto legislativo n.101 del 2018, l’età minima è 14 anni, con tolleranza da parte dei gestori dei social network di utenti anche di 13 anni, purché abbiano il consenso esplicito dei genitori.

Per quanto riguarda Instagram, invece, dal 2019 ai nuovi utenti di Instagram viene chiesto di indicare la propria età quando si registrano. Dall’autunno del 2022 in Italia Meta, impresa statunitense che controlla Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp, ha introdotto un nuovo strumento di verifica dell’età per Instagram, possibile in due modi: tramite l’invio di una foto del proprio documento d’identità, oppure tramite il caricamento di un video-selfie che verrà analizzato da un sistema di intelligenza artificiale per stabilire l’età dell’utente. Tutti i profili che non sono riusciti a dimostrare di aver più di tredici anni sono stati cancellati. L’eliminazione del profilo dell’undicenne non è stato, quindi, un caso di censura, come affermato da molti, quanto un’azione eseguita secondo le regole del social network.

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