La disinformazione su IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico - Facta
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La disinformazione su IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico

Di Francesca Capoccia

Il 28 giugno 2023 tutte le persone che si trovavano in Toscana dovrebbero avere ricevuto sui propri cellulari un messaggio “IT-alert”. Si è trattato di un test del nuovo sistema di allarme pubblico della protezione civile che avverte la popolazione in caso di una grave emergenza o di un evento catastrofico.

Sulla tematica sono iniziate a circolare false informazioni diffuse attraverso i social media: ad esempio, che la protezione civile avrebbe installato un’applicazione su tutti gli smartphone per monitorare le persone, oppure che il servizio può essere disattivato. Inoltre, è stata molto condivisa in modo sensazionalistico la notizia dell’ «incredibile coincidenza» con il terremoto di magnitudo 3.7 con epicentro a Poggibonsi, in provincia di Siena, avvenuto lo stesso giorno.

Il messaggio e il terremoto in toscana
Alcune testate e utenti in Rete hanno parlato di “incredibile coincidenza” riportando la notizia della scossa di terremoto registrata in Toscana alcuni minuti dopo l’arrivo del messaggio IT-alert. 

Questi due eventi, però, non sono tra loro collegati, neanche in maniera fortuita. Il messaggio di allerta arrivato ai telefoni cellulari di tutte quelle persone che si trovavano in Toscana è parte di una prova della protezione civile per testare IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico che dirama informazioni in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso. Il messaggio inviato dalla protezione civile non faceva alcun riferimento al terremoto, ma era un messaggio generale che avvisava le persone del test: «Questo è un messaggio di test del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo ti avviserà in caso di grave emergenza. Per informazioni vai sul sito www.it-alert.it e compila il questionario». 

Inoltre è bene precisare che la protezione civile non avrebbe mai potuto inviare un messaggio di allerta in merito al terremoto, dal momento che, come confermato dalla protezione civile stessa a Facta.news, «il sistema IT-alert non fornirà avvisi di previsioni riferiti a eventi sismici, in quanto questi non sono prevedibili».

Il fatto che la scossa di terremoto sia avvenuta dopo il messaggio di allerta è stato dunque un caso. Comunque sottolineiamo che, sebbene la Toscana non sia tra le regioni più a rischio sismico d’Italia, i suoi territori sono classificati come “zona 2”, dove sono possibili forti terremoti, e “zona 3”, in cui i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 (quella più pericolosa) e 2.

Infatti, oltre al terremoto del 28 giugno, sono stati registrati ulteriori eventi sismici nello stesso mese, così come a maggio, aprile e marzo, come è possibile consultare nelle mappe mensili della sismicità redatta dalla Rete sismica nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). In particolare, la zona di Siena lo scorso febbraio era stata al centro di uno sciame sismico durato giorni.

Chiarito questo fatto, vediamo nel dettaglio come funziona il sistema IT-alert.

IT-alert: di cosa stiamo parlando
A seguito della direttiva 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018, che ha istituito il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, l’Italia ha introdotto il sistema nazionale di allarme pubblico, “IT-alert”. Come è possibile leggere sul sito ufficiale, tale sistema è gestito dal dipartimento della protezione civile e ha lo scopo, in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso, di consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo. Infatti, come già accennato, tutti i telefoni cellulari presenti nell’area geografica in cui sta avvenendo l’evento calamitoso riceveranno un messaggio di testo, accompagnato da un suono ben riconoscibile e differente dalle classiche suonerie, così che le persone interessate possano essere avvertite.

Questo sistema è ancora in fase di sperimentazione, e non sarà utilizzato per tutte le tipologie di eventi catastrofici ma solo per quelle previste dalla direttiva del 7 febbraio 2023, ovvero: maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica (Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli), incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, precipitazioni intense e incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto-legislativo n.105 del 26 giugno 2015, ovvero in cui sono presenti sostanze tossiche (comburenti, esplosive, infiammabili, pericolose per l’ambiente) che possono causare incidenti.

Ribadiamo ancora una volta che il terremoto non rientra tra queste tipologie poiché questo evento non è prevedibile.

Come funziona la tecnologia cell-broadcast
Il sistema IT-alert utilizza la propagazione cell-broadcast, una modalità di comunicazione unidirezionale e generalizzata di brevi messaggi di testo prevista nelle attuali reti di telefonia cellulare. Tramite questa tecnologia, i messaggi IT-alert possono essere inviati all’interno di un gruppo di celle telefoniche, ovvero dei ripetitori in grado di diffondere il segnale radio, geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’evento. Quindi non si tratta di un SMS, non occorre registrarsi online, avere attivata la geolocalizzazione, o dover scaricare alcuna applicazione. Infatti, il messaggio arriverà su tutti i telefoni cellulari nella zona interessata, anche in caso di saturazione della banda telefonica, purché siano accesi e che ricevono campo, anche se limitato. 

Precisiamo, dunque, che per ricevere i messaggi IT-alert, anche quelli di test, non è necessario compiere alcuna azione, e che la protezione civile non ha installato nessuna applicazione sui telefoni delle persone per poter inviare questi messaggi, come erroneamente affermato da alcuni utenti sui social network. Inoltre, non è vero che è possibile disattivare questi messaggi. Infatti, anche nel caso in cui vengano disattivate le notifiche IT-alert (presente nella sezione avvisi di emergenza), i messaggi arriveranno ugualmente sui dispositivi poiché si tratta di messaggi di allerta con classificazione di maggiore gravità. 

Per quanto riguarda la privacy, non ci sono implicazioni su questo aspetto, perché non viene acquisito alcun dato personale e il numero di cellulare rimarrà sconosciuto. Per questo motivo la tesi secondo cui l’IT-alert è stato creato «per monitorare le persone» risulta priva di riscontri.

Prove e simulazioni
Attualmente il sistema è ancora in fase di sperimentazione. Oltre alle prove effettuate in Toscana e in Sardegna, rispettivamente il 28 e il 30 giugno, il sistema sarà testato anche in Sicilia, Calabria e mano mano nel resto delle restanti regioni italiane. In tutte queste regioni verrà inviato lo stesso messaggio di testo generale già inviato in Toscana. 

L’IT-alert è stato originariamente testato lo scorso anno durante due esercitazioni della protezione civile, “Vulcano 2022”, che si è svolta sull’isola di Vulcano (Sicilia) dal 7 al 9 aprile 2022, e “Sisma dello Stretto 2022”, dal 4 al 6 novembre in Calabria e Sicilia.

Durante l’esercitazione “Vulcano” sono stati inviati ai dispositivi presenti sull’isola due messaggi: il primo con informazioni sull’evento eruttivo imminente simulato e sulle norme di comportamento da seguire, ad esempio raggiungere le aree di emergenza previste dal piano della protezione civile. Il secondo, invece, avvisava i cittadini della fine dell’esercitazione.

In Sicilia e in Calabria, invece, è stato sperimentato il sistema di allarme pubblico per il rischio maremoto. Il messaggio di testo, in questo caso, era specifico per la simulazione che si stava svolgendo:«ESERCITAZIONE protezione civile TEST, invio messaggio di allarme per possibili onde di MAREMOTO generate da terremoto con epicentro nella provincia di Reggio Calabria. Tutte le informazioni sull’esercitazione su www.it-alert.it». Il test è arrivato a oltre oltre 500 mila persone che al momento della simulazione del sisma si trovavano nei comuni costieri coinvolti ed erano stati preventivamente avvertiti dell’esercitazione.

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