Come agisce la disinformazione sulle proteste in Francia - Facta
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Come agisce la disinformazione sulle proteste in Francia

Di Francesca Capoccia

Il 27 giugno 2023 a Nanterre, un comune a nord-ovest nella periferia di Parigi, un ragazzo di 17 anni è stato ucciso da un agente di polizia durante un controllo mentre era alla guida di un’auto. Il poliziotto, che ha aperto il fuoco quando il giovane è ripartito invece di sottoporsi ai controlli, è stato arrestato ed è indagato per omicidio volontario, mentre il collega lì presente è stato denunciato per concorso nel reato. 

Secondo la versione iniziale della polizia, il 17enne aveva cercato di investire i due agenti. Ma un video di 50 secondi registrato da alcuni passanti e condiviso sui social network mostra il poliziotto discutere con il ragazzo alla guida, puntargli la pistola addosso per poi sparargli non appena è ripartito con l’auto. Da quando il video è diventato virale sono scoppiate proteste su tutto il territorio francese, arrivate fino a Bruxelles e a Losanna: danni e saccheggi a centinaia di attività commerciali, automobili incendiate, assaltati a commissariati e scontri con la polizia. In previsione dei disordini, ogni notte dal 29 giugno sono stati mobilitati circa 45 mila agenti delle forze dell’ordine e, stando ai report giornalieri del ministero dell’Interno francese pubblicati sull’account Twitter ufficiale, al momento in cui scriviamo sono stati arrestati oltre 3 mila manifestanti. 

Le proteste, che hanno attirato centinaia di giovani tra i 12 e i 30 anni, sono guidate da un malcontento generale di chi vive nelle periferie più svantaggiate della Francia e un sentimento di sfiducia verso le forze dell’ordine che sta crescendo negli anni. Molti residenti delle banlieue sono persone immigrate, che si sentono emarginate e discriminate e hanno una percezione sempre più negativa della polizia.

Questi fatti hanno rievocato un episodio simile. Nel 2005 a Clichy-sous-Bois, una periferia della capitale francese, due ragazzi di 15 e 17 anni morirono folgorati in una cabina della rete elettrica dove si nascosero per fuggire dalla polizia che li stava inseguendo. Anche in quell’occasione scoppiarono violente proteste e scontri, che durarono per settimane. 

Sebbene i social network abbiano permesso di ricostruire la verità dei fatti, sono stati anche scenario di disinformazione. Diversi utenti, infatti, hanno iniziato a pubblicare notizie false, video e foto fuorvianti che non hanno nulla a che fare con le rivolte in Francia e hanno contribuito ad alimentare le informazioni errate sul tema.

La disinformazione su proteste e armi
Due giorni dopo l’uccisione del 17enne, la madre ha indetto una marcia a Nanterre in onore del figlio, a cui hanno partecipato circa un migliaio di persone. Il corteo è stato pacifico, a differenza delle proteste che si sono tenute nelle serate successive nelle maggiori città francesi. 

Su TikTok circola un video che mostra un’enorme folla di persone radunata nel centro di una città e, secondo chi ha condiviso i filmati, in Francia si sarebbe arrivati «a un passo dalla guerra civile». Si tratta di un contenuto reale che, però, è stato decontestualizzato. La marea di persone non si trovava in Francia, ma a Città del Messico, capitale del Messico, per il concerto gratuito del gruppo ska argentino Los Fabulosos Cadillacs svoltosi il 3 giugno 2023 a cui hanno partecipato oltre 300 mila spettatori.

Secondo un altro filone disinformativo, invece, molti dei manifestanti sarebbero scesi nelle strade del Paese armati e avrebbero sparato contro le forze dell’ordine. Nonostante diversi agenti siano effettivamente rimasti feriti negli scontri, e nonostante alcuni manifestanti abbiano lanciato molotov e razzi artigianali contro la polizia municipale, non ci sono notizie dei media o delle autorità francesi secondo cui i manifestanti abbiano aperto il fuoco. A Marsiglia, invece, un ragazzo di 27 anni è morto nella notte fra sabato 1° luglio e domenica 2 luglio a causa dello shock violento al torace causato da un proiettile flash-ball sparato dalla polizia. Non è ancora chiaro se il ragazzo facesse parte della manifestazione oppure no. Le pistole flash-ball sono progettate per essere armi antisommossa non letali, ma il loro uso da parte della polizia francese è stato contestato poiché i proiettili hanno portato alla perdita della vista, a ferite alla testa e altri traumi. 

Non è poi vero, a differenza di quanto circolato sui social, che la polizia francese è stata attaccata con «armi statunitensi provenienti dall’Ucraina». Il presunto articolo all’origine di questa notizia, infatti, è stato pubblicato la prima volta su un sito web dove gli utenti caricano e condividono contenuti umoristici, e la foto dei fucili allegata all’articolo è del 2012. Allo stesso modo è infondata anche la notizia secondo cui un uomo si sarebbe appostato sul tetto di un edificio armato di fucile per sparare ad alcuni ragazzi che si trovavano nella strada di fronte. Sebbene non sia stato possibile risalire al contesto originale in cui il filmato è stato registrato, il video circola su Twitter dal 6 marzo 2023, ovvero quattro mesi prima dell’inizio degli scontri in Francia. 

Molte azioni dei manifestanti, come già accennato, sono state violente. Ad esempio a Nanterre, epicentro degli scontri, si è reso necessario il dispiegamento di un mezzo blindato della brigata antisommossa e sono stati presi d’assalto diversi commissariati. Non c’è alcuna notizia però che «i rivoltosi francesi hanno rubato un furgone della polizia», come erroneamente sostenuto da alcuni utenti online. L’immagine che sosterrebbe questa ipotesi infatti è tratta dal film “Athena” pubblicato su Netflix a settembre 2022. Il film tratta dei disordini pubblici in un quartiere francese causati dalla morte di un minore per mano di agenti di polizia, tema ricorrente in Francia. 

I video analizzati sono accomunati, oltre che dalla tematica, anche dal fatto che sembrano essere amatoriali, dunque registrati con gli smartphone dai cittadini che partecipano e sono protagonisti degli eventi. A oggi esistono alcuni account TikTok che pubblicano solo filmati di questo genere, collegandoli alle proteste francesi, quando in realtà molti di questi video sono stati girati in tutt’altre circostanze.

I video fuorvianti di auto incendiate
Alcune delle azioni violente dei manifestanti avevano come obiettivo quello di incendiare cassonetti e automobili lungo la strada. Sui social network però sono stati pubblicati video che intensificano quanto accaduto. Per esempio secondo alcuni utenti i manifestanti avrebbero fatto precipitare alcune auto dai palazzi, che avrebbero preso fuoco una volta schiantate a terra. Anche in questo caso però si tratta di una ripresa cinematografica. La scena infatti è stata girata nel 2016 a Cleveland (in Ohio, negli Stati Uniti) dalla troupe che filmava una scena d’azione per il film ​​Fast & Furious 8. 

Circola anche un video che mostra un deposito di macchine che prendono fuoco descritto come il «risultato delle proteste in Francia». Anche in questo caso il contenuto non è collegato alle rivolte francesi, dal momento che è stato registrato il 28 aprile 2023 in un deposito di auto a Bibra Lake, un sobborgo di Perth, capitale dell’Australia occidentale.

I canali Telegram francesi che speculano sulle proteste
In Francia invece la diffusione di filmati delle proteste è diventata un modello di business per molti canali Telegram. Come analizzato da Le Monde, su questo servizio di messaggistica i canali in questione condividono un flusso continuo di immagini delle manifestazioni e delle violenze, che oscillano tra il sensazionalismo e un’informazione amatoriale simile al cosiddetto giornalismo partecipativo. La concorrenza tra i vari canali è spesso agguerrita: bisogna avere le fonti migliori, essere i primi a pubblicare un video, spesso a discapito della verifica delle informazioni che richiede tempo. Altri canali, invece, sfruttano la viralità dei video per alimentare un modello di business basato su truffe. Lo scopo, infatti, è indirizzare gli utenti in canali che offrono pronostici per le scommesse sportive, che spesso rientrano nell’ambito di pratiche di marketing ingannevoli.

In Francia, come in Italia, anche se con metodi e scopi diversi, la morte del diciassettenne e le proteste che sono scoppiate al seguito della notizia sono state manipolate per scopi disinformativi, di frode e per portare avanti un’agenda anti proteste. Per esempio su Twitter circolano filmati secondo cui un gruppo di ultras di calcio avrebbe difeso la città e i negozi di Angers dai «saccheggiatori e dagli antifascisti». In realtà si tratta di militanti nazionalisti del gruppo Alvarium, sciolto nel 2021 per violenze e razzismo (portano avanti l’idea che immigrazione e Islam siano minacce che i francesi devono combattere) ma riformato sotto il nome di Red Angers (Rassemblement étudiant de droite, in italiano “raggruppamento  di studenti di destra”), che con mazze da baseball e spranghe hanno attaccato i manifestanti presenti nelle strade.

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