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Da “dea ariana” a marionetta dei democratici: le teorie del complotto su Taylor Swift

Dopo essere stata designata “persona dell’anno” dalla rivista Time, la cantante statunitense Taylor Swift è finita al centro di svariate teorie del complotto trumpiane

13 dicembre 2023
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Il 6 dicembre del 2023 la cantante statunitense Taylor Swift è stata nominata «persona dell’anno» dalla rivista Time, al termine di un periodo che l’ha vista infrangere diversi record musicali. «Quasi tutto quello che Swift ha fatto nel 2023 è incommensurabile», ha sottolineato il caporedattore di Time Sam Jacobs.

La cantante 34enne, ad esempio, ha superato i 26 miliardi di ascolti sulla piattaforma di streaming musicale Spotify. Con il suo ultimo album Speak Now (Taylor’s Version) è diventata l’artista donna con più primi posti in classifica nella storia della musica, superando Barbra Streisand.

Il suo Eras Tour, partito a marzo del 2023, finora ha guadagnato più di un miliardo di dollari: come certifica la rivista Pollstar, è la prima volta che si raggiunge quella cifra. Il film del concerto di agosto a Los Angeles, intitolato “Taylor Swift: The Eras Tour”, ha inoltre incassato quasi 250 milioni di dollari.

Tuttavia, secondo alcuni influencer complottisti e diversi sostenitori dell’ex presidente Donald Trump, dietro al travolgente successo di Swift ci sarebbe una complessa cospirazione per danneggiare il candidato repubblicano e interferire nelle prossime elezioni presidenziali del 2024.

Taylor Swift come “operazione psicologica” a favore dei democratici
Le testate Rolling Stone, Wired e Daily Dot hanno riportato vari esempi di questa teoria, circolata soprattutto su X.

Secondo l’account End of Wokeness, che ha quasi due milioni di follower, «Taylor Swift ha dei seguaci che si bevono tutto quello che dice. I media lo sanno e ci marciano sopra. Dopo la musica, l’intrattenimento e gli sport […] il prossimo passo è la politica. Se pensate che il regime non abbia in mente di utilizzarla come un’arma in vista del 2024, allora non siete stati attenti».

Jordan Sather, uno dei seguaci più in vista della teoria del complotto di QAnon, ha scritto sempre su X che la figura di Swift farebbe parte di un’operazione di «ingegneria sociale» per spingere le persone più giovani a votare per il Partito Democratico statunitense.

Argomentazioni simili sono state avanzate anche dalla complottista trumpiana Laura Loomer e dall’estremista di destra Jack Posobiec, secondo cui la cantante sarebbe una «psyop» (in italiano, «operazione psicologica», che nel gergo complottista equivale all’espressione “lavaggio del cervello”) a favore dei democratici.

Anche Stephen Miller – un ex consulente di Donald Trump accusato di essere vicino ai movimenti suprematisti – ha espresso dubbi sul successo di Swift: «non è spontaneo», ha scritto su X, intendendo che sarebbe stato pianificato a tavolino per motivi politici.

Come ha scritto il giornalista Mikael Thalen su Daily Dot, non c’è alcuna prova a sostegno di questa teoria: si tratta soltanto di illazioni. E l’Eras Tour non è stato di certo organizzato dal Partito Democratico per fini occulti, né tanto meno Swift sarebbe manovrata da Joe Biden o dalla dirigenza democratica. «Sarebbe la più impressionante truffa mai orchestrata nella storia», ha commentato sarcasticamente Thalen.

“Una dea ariana” e le altre teorie del complotto su Taylor Swift
Tuttavia, la teoria si basa su almeno una circostanza reale: Swift non è una sostenitrice di Donald Trump o del repubblicanesimo trumpiano, e più volte ha appoggiato i democratici.

Alle elezioni di metà mandato del 2018 aveva sostenuto con un post su Instagram le candidature di Phil Bredesen e Jim Cooper, candidati democratici nello stato del Tennessee (dove vota Swift) rispettivamente per il Senato e la Camera degli USA. Nello stesso post aveva affermato di credere che «ci sia ancora molto da fare per la comunità LGBTQ» e che «ogni forma di discriminazione sia sbagliata. Il razzismo sistemico che le persone di colore sono costrette a subire in questo paese è terrificante e nauseabondo».

La cantante non si era mai schierata pubblicamente prima di quel momento. «In passato non ho mai sentito il bisogno di parlare delle mie opinioni politiche» aveva scritto, «ma le cose che sono successe negli ultimi anni hanno cambiato tutto. Sento il dovere di farlo».

La scelta, com’è emerso dal documentario biografico Miss Americana, era stata molto tormentata. Il suo team (di cui fa parte anche il padre) aveva infatti espresso la propria contrarietà, temendo per la reputazione della cantante e addirittura per la sua sicurezza personale.

Secondo un’analisi del New York Times, il post di Swift aveva spinto molte persone tra i 18 e i 24 anni a registrarsi nelle liste elettorali, un passaggio richiesto dalla legge per poter votare negli Stati Uniti. Cooper (appoggiato da Swift) era stato rieletto alla Camera, ma come ha fatto notare un articolo di Vox del 2018 era già un candidato molto conosciuto nello Stato. Mentre per Bredesen, l’endorsement di Swift non era stato sufficiente: alla fine la repubblicana Marsha Blackburn aveva vinto con il 54,71 per cento dei voti.

Negli anni seguenti Swift ha comunque continuato a occuparsi di politica, criticando Trump e appoggiando Joe Biden. Non sorprende dunque che i trumpiani non la vedano di buon occhio, e che in generale sia considerata un enorme spauracchio dalla destra statunitense.

Non è sempre stato così, però. Nella fase apolitica della sua carriera, Swift era diventata suo malgrado un’icona dell’Alt-Right, un movimento di estrema destra attivo soprattutto online. In un articolo scritto dal neonazista Andrew Anglin e pubblicato nel maggio del 2016 sul suo sito The Daily Stormer, la cantante veniva definita «una pura dea ariana» che «segretamente è una nazista», in attesa della vittoria di Trump per «dichiarare al mondo la sua fede ariana».

Più recentemente, oltre alla teoria sulla «psyop democratica», Swift è stata al centro di una campagna di disinformazione anti-ucraina. Come ha rilevato il giornalista David Gilbert su Wired, una falsa citazione («gli ucraini si comportano da ciarlatani e noi continuiamo a pagare») attribuita alla cantante è apparsa a novembre del 2023 su Facebook e X.

Dietro questa campagna – in cui sono coinvolte anche altre celebrità, sempre con frasi false – ci sarebbe una rete di account chiamata «Doppelganger», che secondo un’inchiesta di EU Disinfo Lab (una ong che si occupa di disinformazione) sarebbe legata al Cremlino e al GRU, ossia il servizio segreto militare della Russia. In realtà, Swift non si è mai espressa sul conflitto in Ucraina.

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