
AfD, il secondo partito più votato in Germania, sostiene apertamente il negazionismo climatico
Il programma politico dell’estrema destra tedesca attacca le politiche climatiche e rilancia tesi antiscientifiche
Alternative für Deutschland (AfD), l’estrema destra tedesca, ha preso il 20 per cento dei voti nelle elezioni che si sono tenute in Germania il 23 febbraio, guadagnando più del 10 per cento dei voti rispetto alle elezioni precedenti.
Anche se è arrivato al secondo posto dietro il centro-destra della CDU/CSU, l’esplosione di consensi per AfD aumenta la sua influenza sulla politica tedesca, anche sui temi che riguardano il clima e l’energia. AfD è infatti un partito che ha il negazionismo climatico nel suo programma politico.
Il suo documento elettorale afferma:
«L’AfD respinge qualsiasi politica che pretenda di essere a favore della presunta protezione del clima perché gli esseri umani non possono proteggere il clima. Vogliamo anche ritirarci dall’accordo di Parigi sul clima. [..] Il presunto consenso scientifico sul “cambiamento climatico provocato dall’uomo” è sempre stato costruito politicamente. [..] Le previsioni dell’IPCC si basano su modelli inadeguati. Gli avvertimenti della cosiddetta “scienza del clima” sono passati dalla previsione di un era glaciale negli anni ‘70 all’attuale “riscaldamento globale”. [..] Al contrario, la CO2 ha dimostrato di promuovere una maggiore crescita globale delle piante. [..] il Green Deal dell’UE sta distruggendo l’economia europea e quindi la nostra prosperità».
Molti partiti di destra, dentro e fuori l’Europa, sostengono posizioni ostili alle politiche climatiche, e alcuni dei loro candidati, come Donald Trump e Javier Milei, hanno fatto affermazioni in contrasto con la scienza, motivate da una radice ideologica simile. In Italia, partiti come la Lega e Fratelli d’Italia si sono schierati contro il Green Deal europeo – l’insieme delle strategie europee per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 – a favore di una revisione al ribasso dei suoi obiettivi.
Politici di Fratelli d’Italia e della Lega, e lo stesso Matteo Salvini, hanno fatto dichiarazioni scientificamente scorrette sul clima. La cultura della destra sul clima e l’ambiente è ancora permeata di negazionismo, come dimostrano le posizioni di quotidiani, giornalisti, commentatori che fanno riferimento a questa area politica.
Queste idee però non vengono dichiarate nei programmi elettorali, che in genere si limitano a esprimere un vago sostegno alla protezione del clima e dell’ambiente. Diversamente, il programma politico di AfD non solo contesta le politiche climatiche, ma attacca direttamente la scienza con un elenco di affermazioni che sono una summa del negazionismo climatico.
C’è la negazione dell’esistenza di un consenso scientifico sul cambiamento climatico, cavallo di battaglia dei negazionisti che AfD rilancia con una sfumatura complottista (anche questa ricorrente nel negazionismo) definendolo come “costruito politicamente”.
C’è la presunta previsione di una glaciazione che sarebbe stata fatta negli anni ’70. All’epoca non c’era nessun consenso scientifico che l’affermasse, si tratta di una credenza alimentata da alcuni articoli e copertine di periodici usciti in quegli anni (ne avevamo parlato in questo articolo). I negazionisti continuano a diffondere questo mito per insinuare che anche il riscaldamento globale di cui si parla oggi sarebbe una specie di profezia che non si è avverata.
C’è poi un secondo mito, quello della CO2 “che fa bene alle piante” per cui il suo aumento nell’atmosfera sarebbe salutare per la vita sulla Terra. È una fallace semplificazione della scienza vegetale, fatta circolare da un’operazione di marketing pro-fossile negli anni anni ’90. Di recente il mito è stato ripescato negli Stati Uniti, nello Stato del Wyoming, per promuovere una legge pro-carbone.
Infine, nel programma di AfD c’è persino l’attacco ai modelli climatici, strumenti che hanno dimostrato di funzionare ed è la ragione per cui i negazionisti li detestano. Le proiezioni sull’evoluzione della temperatura globale fatte nei decenni scorsi si sono rivelate realistiche e l’importanza scientifica dei modelli climatici è stata riconosciuta dal premio Nobel per la Fisica del 2021.
Il caso di AfD dimostra che chi vuole sabotare le politiche climatiche non si limita a screditare le energie rinnovabili, le auto elettriche o gli obiettivi del Green Deal europeo, ma continua a prendere di mira anche la scienza che dimostra la necessità di questi obiettivi e lo fa alimentando una retorica che tratta il cambiamento climatico come “ideologia ambientalista”, non come una scoperta scientifica.
Le ragioni sono ovvie: se non ci fosse nessun consenso scientifico, nessuna prova dell’esistenza di un riscaldamento globale antropico e dei suoi effetti, quelle politiche non avrebbero nessuna giustificazione. E questo è ciò che i negazionisti cercano di far credere all’opinione pubblica.
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