Il movimento si caratterizza inoltre per l’impressionante produzione di contenuti online: si va da brevi reel a documentari, oltre a talk show in stile televisivo incentrati sui danni della società consumista, la fine del mondo e altre teorie apocalittiche. Sono ricorrenti dei video su fantomatiche civiltà aliene, la minaccia di presunte élite che controllano il mondo, la necessità di un “risveglio” dell’umanità e la convinzione che un futuro migliore e più felice sia a portata di mano. Questi contenuti vengono poi doppiati o sottotitolati in più di 60 lingue e divulgati attraverso una miriade di pagine e canali autonomi, non immediatamente riconducibili ad AllatRa.
Un’inchiesta della testata ceca Seznam Zprávy ha documentato attraverso un whistleblower che il movimento si servirebbe di un software comparabile a quelli in uso nelle troll farm russe, capace di automatizzare e facilitare la creazione e pubblicazione online di video e contenuti per i social media.
La presenza di AllatRa in Italia
AllatRa prova anche a diffondersi attraverso una sua versione più istituzionale e presentabile, Creative Society, o Società Creativa in Italia.
La strategia è quella di accreditarsi come una organizzazione scientifica preoccupata per l’emergenza climatica, senza mai però specificare apertamente le sue reali convinzioni. In questo modo AllatRa nel 2022 è riuscita a organizzare un evento online con i contributi registrati di vari scienziati climatici e politici, ma secondo le accuse di alcuni invitati gli interventi sarebbero poi stati rimontati in modo fuorviante o decontestualizzati per apparire più in linea con le teorie di AllatRa.
In Italia Società Creativa ha intervistato il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, che denuncia da tempo l’inadeguatezza dei piani di emergenza nei Campi Flegrei. «Ammetto che quando mi contattarono non feci una ricerca approfondita sul loro conto, a prima vista mi sembrava che accostassero spiritualità ad altri contenuti più seri e scientifici», racconta a Facta.
Mastrolorenzo chiarisce che la sua intervista è stata riportata correttamente, «tuttavia l’intervistatore mi fece varie domande sull’aumento dell’attività vulcanica nel mondo e la sua correlazione con eventi catastrofici imminenti, o su altre teorie presenti nei loro opuscoli, ho dovuto farne presente l’infondatezza scientifica più di una volta».
Successivamente Società Creativa ha inviato a Mastrolorenzo il video montato, senza mostrargli il contesto in cui sarebbe stato condiviso. Solo dopo la segnalazione di Facta Mastrolorenzo ha scoperto che l’intervista è stata pubblicata su YouTube all’interno di un canale apparentemente autonomo ma di fatto riconducibile ad AllatRa, in cui è presente un altro video intitolato «Il supervulcano dei Campi Flegrei sta per eruttare», inducendo l’osservatore poco attento a vedere una continuità tra i due contenuti.
«Ovviamente le tesi contenute in quel video non hanno nessuna base scientifica», chiarisce il vulcanologo.
Una forma moderna di negazionismo climatico
Società Creativa e AllatRa incarnano una versione moderna del negazionismo climatico: non minimizzano la portata dell’emergenza climatica e ne riconoscono marginalmente l’origine antropica, tuttavia quest’ultima è considerata secondaria rispetto a eventi ciclici naturali e alle radiazioni cosmiche.
I loro video sono caratterizzati dall’ampio ricorso a video di disastri naturali e fanno leva sullo spettro dell’estinzione dell’essere umano. Se da un lato questo approccio catastrofista e paralizzante fa apparire i cambiamenti climatici come un fatto ineluttabile, dall’altro il movimento ha sempre pronta una sua soluzione tecno-ottimista per risolverli: non serve l’azione politica, o installare più rinnovabili oppure interrompere l’estrazione di combustibili fossili; l’umanità verrà salvata da qualche nuova tecnologia sperimentale, ogni volta diversa.
In almeno un caso – quello del Neutrino Power Cube – AllatRa sembra aver addirittura creato una pagina aziendale con tanto di video promozionale e un fantomatico comitato scientifico, come se ci trovassimo davanti a una vera e propria startup tecnologica, ovviamente inesistente.