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Cosa sappiamo dei disordini di Amsterdam avvenuti prima e dopo la partita Ajax-Maccabi Tel Aviv

Secondo le ricostruzioni gli attacchi ai tifosi israeliani hanno origine nelle tensioni e nelle provocazioni iniziate già un giorno prima della partita

8 novembre 2024
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Gli scontri nella notte tra il 7 e l’8 novembre 2024 ad Amsterdam tra i tifosi di calcio israeliani e i manifestanti pro-Palestina sono diventati un caso internazionale. Prima e dopo la partita della UEFA Europa League tra la squadra israeliana del Maccabi Tel Aviv e gli olandesi dell’Ajax, che si è conclusa 5-0 per questi ultimi, nel centro della città si sono verificati numerose risse e atti di vandalismo. Dal pomeriggio del 7 novembre, 62 persone sono state arrestate, e tra i tifosi israeliani 5 feriti sono stati portati all’ospedale, per poi essere dimessi nelle ore seguenti. 

Il primo ministro olandese Dick Schoof ha condannato quelli cha ha chiamato «attacchi antisemiti», e l’ex primo ministro isrealiano Naftali Bennett ha scritto che il tutto è sembrato «un pogrom (un attacco violento contro uno specifico gruppo etnico, ndr) pianificato e organizzato». Il leader del partito di estrema destra olandese PVV, Geert Wilders, ha chiesto invece l’arresto e la deportazione dei «teppisti multiculturali» che hanno attaccato gli israeliani.

Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di antisemitismo e si è detta «indignata per i vili attacchi di ieri sera contro cittadini israeliani ad Amsterdam». 

Il governo israeliano, dal canto suo, ha inizialmente annunciato di voler inviare due aerei di soccorso per permettere ai tifosi di rimpatriare, per poi optare per soluzioni di volo commerciali. La compagnia aerea israeliana El Al ha offerto due voli gratuiti da Amsterdam a Israele, e nella giornata dell’8 novembre diversi tifosi sono stati scortati all’aeroporto dalla polizia olandese. 

Questi scontri non sono nati dal nulla, ma sono il risultato di tensioni accumulate nel corso di vari giorni. Abbiamo fatto una ricostruzione con quanto sappiamo finora.

I primi episodi di disordine 

Tra il 6 e il 7 novembre 2024, sono arrivati ad Amsterdam i tifosi del Maccabi Tel Aviv, già noti per manifestazioni di intolleranza come quella a marzo 2024 contro un manifestante pro-Palestina ad Atene – sempre in occasione di una partita. 

In un video che il quotidiano online Middle East Eye fa risalire al 6 novembre 2024, si sentono i tifosi del Maccabi cantare “Fuck you Palestine!” (in italiano, “Vaffanculo Palestina!”) nel centro di Amsterdam. I disordini quindi risalgono già alla sera di mercoledì 6 novembre, momento in cui – tra le altre cose – è stato aggredito un tassista locale da un gruppo di tifosi. Dopo l’aggressione, un gruppo di tassisti avrebbe cercato il confronto con i tifosi del Maccabi nei pressi di un casinò in piazza Max Euweplein. Per evitare una rissa sono dovuti intervenire gli agenti di polizia. 

Nella giornata del 7 novembre, invece, prima della partita i tifosi del Maccabi si sono raccolti nella piazza centrale di Amsterdam dove ci sono stati alcuni scontri con i manifestanti filo-palestinesi, che scandivano slogan come “Palestina libera”. La polizia è dovuta intervenire più volte e ha poi chiesto ai manifestanti pro-Palestina di allontanarsi. 

Sempre nelle ore precedenti la partita, come si vede in un servizio di France24, i tifosi israeliani hanno rimosso bandiere della Palestina dagli edifici e – in un video diventato virale – hanno intonato il canto “Let the IDF (l’esercito israeliano, ndr) win to fuck the Arabs” (in italiano, “che l’IDF vinca per fottere gli arabi”) mentre scendevano nella stazione della metropolitana vicino ad Amsterdam Centrale prima di recarsi allo stadio.

Questi disordini, nella giornata del 7 novembre, avevano portato a già dieci arresti prima ancora che la partita iniziasse. 

La partita e i disordini nel centro di Amsterdam 

I disordini sono continuati all’Arena Johan Cruyff, dove si è giocata la partita, anche se in misura minore. La polizia ha fermato manifestanti filo-palestinesi che, nonostante il divieto della sindaca di Amsterdam Femke Halsema, si stavano dirigendo verso lo stadio. 

Nei giorni precedenti la partita, infatti, in previsione di quanto potesse succedere, la sindaca della città aveva vietato le manifestazioni pro-Palestina nei pressi dello stadio. Le manifestazioni, che erano state indette come proteste alla partecipazione di Israele all’Europa League, sono state autorizzate un chilometro più lontano, vicino all’Anton de Komplein

Allo stadio, invece, i tifosi del Maccabi Tel Aviv hanno acceso dei fuochi d’artificio – proibiti dal regolamento UEFA; è poi diventato virale su X il video in cui si sentono i tifosi israeliani non rispettare il minuto di silenzio che era stato istituito per le vittime dell’alluvione di Valencia prima dell’inizio della partita.  

Meno chiaro è invece lo sviluppo dei disordini che hanno seguito la partita.

Il canale televisivo olandese AT5 ha riportato che secondo un portavoce delle forze dell’ordine sono arrivate diverse segnalazioni di risse da tutta la città. La polizia di Amsterdam ha confermato che i tifosi israeliani sono stati aggrediti, insultati e colpiti da fuochi d’artificio in diversi punti del centro della città e ha istituito una squadra speciale per visionare le immagini e i video così da identificare e arrestare i sospettati. In un caso è stata riportata la testimonianza di un insulto antisemita.

Sui social sono circolati parecchi video – non tutti verificati in maniera indipendente – in cui persone presentate come tifosi del Maccabi vengono attaccate. Ad esempio, un filmato riprende alcune persone mentre vengono lanciate nei canali oppure prese a calci mentre sono a terra. 

Alcune famiglie israeliane hanno detto di non essere riuscite a entrare in contatto con i familiari che erano andati ad Amsterdam per la partita. Secondo il primo ministro olandese Dick Schoof e il ministero degli Affari Esteri israeliano, questo sarebbe dovuto al fatto che durante i disordini le persone «potrebbero aver perso il telefono e quindi essere diventate inaccessibili». In ogni caso, la polizia ha riferito che «diverse persone che erano state denunciate come scomparse sono state ritrovate».

Agli attacchi avrebbero partecipato anche i tassisti, che secondo il Comitato ebraico centrale olandese (CJO) «si sono mossi in gruppo e hanno messo alle strette i loro obiettivi» – notizia confermata dalla sindaca Halsema. La TCA, la più grande compagnia di taxi di Amsterdam, afferma che nessun loro tassista ha preso parte agli scontri di ieri sera. La polizia sta indagando su un loro possibile coinvolgimento.

Lo Stato di Israele si è lamentato con il governo olandese che la polizia olandese fosse completamente assente nel centro città dopo la fine della partita. La città di Amsterdam aveva in realtà mobilitato oltre 800 agenti di polizia, inclusi sei plotoni di agenti antisommossa e unità di arresto, che hanno protetto i tifosi del Maccabi Tel Aviv in un paio di occasioni. Ad esempio, alla stazione della metropolitana Strandvliet, vicino allo stadio, e nel centro città, intorno all’una di notte.

Al momento tutta la città è considerata una zona di rischio, essendoci ancora tifosi israeliani. La sindaca Halsema ha assicurato che sarà fatto tutto il possibile per proteggerli, ribadendo che «non ci sono scuse per il comportamento antisemita mostrato dai rivoltosi ieri sera».

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