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Il caso di antisemitismo su Airbnb che forse non lo era

Il caso scoppiato a seguito del messaggio di rifiuto per la richiesta di soggiorno fatta da una famiglia ebrea ad un Airbnb in Dolomiti

9 luglio 2024
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di Lucia Bertoldini

«Potete restare nel vostro forno»: sarebbe questa la frase, in ebraico, che il proprietario di un alloggio a San Vito di Cadore disponibile su Airbnb – piattaforma online per prenotare un pernotto a breve termine – avrebbe rivolto a una famiglia israeliana, rifiutando la loro richiesta di soggiorno. Questo, almeno, secondo la ricostruzione pubblicata da alcuni media italiani e internazionali.

Il caso ha sollevato un’ondata di polemiche, tanto sui giornali italiani quanto sui social network, e ha portato la stessa Airbnb a condurre un’investigazione sulla questione. Cos’è emerso da questa indagine? Vediamo cos’è accaduto passo per passo. 

L’origine della notizia

La notizia è comparsa per la prima volta a inizio luglio sul sito di notizie israeliano Ynetnews. In base a quanto raccontato dall’articolo in inglese una famiglia israeliana in vacanza in Europa ha mandato a fine giugno una richiesta di soggiorno al proprietario di un alloggio sulle Dolomiti, in provincia di Belluno, disponibile su Airbnb. Nella richiesta, il padre della famiglia, che nelle dichiarazioni rilasciate al sito israeliano ha preferito mantenere l’anonimato, aveva scritto: «Siamo una famiglia di cinque persone e saremmo felici di stare nel tuo appartamento». Il proprietario dell’immobile non aveva approvato la richiesta di pernottamento e nella sua risposta in ebraico, che secondo quanto specificato da Ynetnews era stata apparentemente tradotta con Google Translate, si leggeva: «Puoi stare sotto il forno a gas [originale inglese: You can stay under the gas oven]». Secondo quanto riportato dal sito israeliano, si trattava di una risposta che alludeva al metodo utilizzato dai nazisti per sterminare gli ebrei durante l’Olocausto. «Siamo scioccati», ha detto il padre della famiglia a Ynetnews. «Viaggio molto e siamo sempre stati ospiti puliti e ordinati, sembra che l’odio verso di noi a causa della nostra identità israeliana stia ancora una volta affiorando».

Facta ha ulteriormente verificato questa traduzione servendosi di un software di traduzione automatica. Il risultato, riportato letteralmente, è stato il seguente: «Può essere sotto la stufa a gas». Quindi, la traduzione della frase fatta dal traduttore automatico è impersonale e sembra riferirsi a un oggetto, mentre su Ynetnews viene riportata come se fosse indirizzata alla famiglia. 

Come è stata riportata la notizia dai giornali italiani

Finora abbiamo raccontato la notizia come è stata riportata dall’articolo di Ynetnews. Nonostante la traduzione di Ynetnews del messaggio su Airbnb fosse ambigua, la stragrande maggioranza dei media italiani ha detto che la frase riportata dal sito israeliano sarebbe stata «potete restare nei forni a gas», il che ha suscitato polemiche anche a livello istituzionale locale: il sindaco di San Vito di Cadore Franco De Bon, infatti, ha detto di aver coinvolto la Digos e la Polizia postale di Belluno per indagare sull’accaduto e identificare il proprietario.

L’indagine di Airbnb 

La piattaforma Airbnb, a seguito della segnalazione della famiglia e in via preventiva, ha sospeso il proprietario dell’immobile. Dopo aver condotto un’indagine interna, tuttavia, Airbnb ha dichiarato che si è trattato di «uno sfortunato errore da parte dell’host», il cui profilo risulta ora riattivato. Nella dichiarazione di Airbnb, si legge anche che indipendentemente dalle circostanze, la piattaforma riconosce che «questa sia stata un’esperienza profondamente spiacevole per l’ospite che ha ricevuto il messaggio e ci siamo messi in contatto con loro per fornire il nostro supporto. Siamo anche in contatto con l’host», aggiungendo che su Airbnb non viene tollerata la discriminazione e vengono seriamente prese in considerazione le segnalazioni. 

Quel messaggio sui forni a gas che ha fatto tanto discutere, infatti, «non era destinato a loro [la famiglia israeliana, ndr], ma a un altro ospite che soggiornava nella struttura e che stava chiedendo informazioni su come utilizzare un elettrodomestico». Inoltre, sembra che il proprietario abbia rifiutato la richiesta di prenotazione fatta dalla famiglia israeliana per via di un altro potenziale ospite interessato a rimanere più a lungo. Il proprietario dell’immobile ha confermato questa versione dei fatti e ha detto di aver ricevuto minacce di morte in seguito alla diffusione della notizia. Dopo il chiarimento dell’equivoco, lo stesso sito israeliano Ynetnews ha modificato il contenuto del proprio articolo in modo sostanziale. 

Non è stato tuttavia possibile verificare in modo indipendente il risultato dell’indagine di Airbnb.

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