Intorno a metà aprile è iniziata a circolare su Facebook un’immagine accompagnata da un testo anonimo che accusa il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il biologo etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, di aver «militato nel partito Tplf, forza politica dominante in Etiopia» e di essere responsabile di aver «compiuto un genocidio» nei confronti del gruppo etnico degli Amhari, che popola la zona centrale del Paese ed è uno dei due principali dell’Etiopia (l’altro è costituito dagli Oromo).
La segnalazione è arrivata alla redazione di Facta via WhatsApp, ma le critiche al passato di Tedros sono note fin dalla sua nomina alla guida dell’Oms, nel 2017.
La carriera politica di Tedros Adhanom
Dopo una laurea in biologia all’università di Asmara (ora capitale dell’Eritrea ma al tempo parte dell’Etiopia) nel 1986, un master in Immunologia delle Malattie infettive a Londra (1992) e un dottorato di ricerca in filosofia a Nottingham (2000), Adhanom ha ottenuto una discreta fama internazionale grazie agli studi sulla malaria.
Parallelamente alla sua attività in ambito sanitario, Tedros è sempre stato impegnato nella complessa politica dell’Etiopia. Membro del Fronte Popolare di Liberazione del Tigré (Tplf), in breve tempo Adhanom scalò le gerarchie del partito, entrando a far parte prima dei governi di Meles Zenawi – al potere per 17 anni, fino al 2012 – e poi di quello guidato da Hailé Desalegn, fino al 2016. Tra gli incarichi più prestigiosi ricoperti in quegli anni, la guida del Ministero della Salute (2005-2012) e del Ministero degli Esteri (2012-2016).
Gran parte delle accuse rivolte ad Adhanom sono collegate proprio alla sua militanza nel Tplf e alle politiche segregazioniste da questo espresse nel manifesto del 1976 verso la minoranza etnica degli Amhari.
Nel 1991 i ribelli del Tigré uscirono vincitori dalla guerra civile etiope (iniziata nel 1974), dopo la deposizione del dittatore di ispirazione marxista-leninista Menghistu Hailé Mariam, capo del governo militare che aveva tra i suoi principali sostenitori proprio rappresentanti del gruppo etnico Amhari. Il conflitto etiope insomma aveva un riflesso anche in questioni etniche oltre che politiche. E come vedremo questa complessa situazione è quella alla base delle critiche a Tedros.
Le accuse di «genocidio»
Al momento della presentazione della sua candidatura a direttore generale dell’Oms, nel 2017, i trascorsi politici di Tedros Adhanom sono diventati oggetto di un aspro dibattito.
Tra i detrattori più accaniti di Adhanom troviamo l’Apu (Amhara Professionals Union), un gruppo di pressione con sede negli Stati Uniti, che dichiara di riunire “professionisti” di discendenza amhara e vicino alle istanze del Movimento Nazionale degli Amhara, oggi parte dell’opposizione al governo in carica nel Paese.
In una lettera aperta dell’aprile 2017, intitolata «il dottor Tedros Adhanom è un individuo sospettato di crimini contro l’umanità», l’Apu ha elencato quelli che a suo dire sarebbero «cinque fatti oggettivi» che avrebbero dovuto provare l’inadeguatezza del biologo alla carica.
Tra questi, figura l’accusa di aver distribuito «sale povero di iodio» alla popolazione etiope, la mancata regolamentazione della Khat, una sostanza psicotropa che avrebbe «devastato i giovani amhari» tanto da essere invece stata bandita nella regione del Tigré, e l’appoggio alla condotta del Tplf «che ha storicamente etichettato gli Amhari come nemici del popolo».
Come conseguenza, secondo l’associazione, tra il 1997 e il 2007 la popolazione amhara avrebbe subito un calo di 2 milioni e mezzo di persone rispetto alle stime di crescita. Il governo etiope non ha mai risposto ufficialmente alle accuse di genocidio.
Un’altra importante accusa mossa al direttore generale dell’Oms era arrivata nel maggio 2017 dal professor Lawrence Gostin, direttore di un istituto di ricerca per la regolamentazione sanitaria a livello globale e nazionale della Georgetown University di Washington, e si era fatta strada fino ai grandi media internazionali come il New York Times.
In questo caso, l’accusa è quella di aver volutamente sottovalutato l’epidemia di colera che nel 2007 imperversava in Etiopia, trattandola come una semplice «diarrea acquosa acuta», privilegiando l’immagine del governo ai danni di «donne e bambini indifesi».
Al tempo suscitò qualche polemica il fatto che Gostin fosse consulente del dottor Dave Navarro, rivale del biologo etiope nella corsa alla direzione generale dell’Oms. «Sono deluso ma non sorpreso» commentò Adhanom, facendo riferimento a un possibile conflitto di interessi (Navarro, per parte sua, dichiarò di non saperne nulla).
Nessuna di queste accuse è mai stata portata davanti a un tribunale internazionale come la Corte penale internazionale dell’Aja, il tribunale permanente istituito nel 1998 per occuparsi di crimini di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e di aggressione. Il nome di Tedros Adhanom non è quindi in alcun modo ufficialmente collegato ad accuse di genocidio.
Per indagare sulle eventuali violazioni dei diritti umani nel Paese, il governo etiope nel 2000 ha istituito una commissione indipendente, la Commissione etiope per i diritti umani. Ma secondo un rapporto pubblicato a giugno 2019 da Amnesty International, la commissione opererebbe «al di fuori dei quadri e degli standard stabiliti in materia di diritti umani», circostanza che metterebbe in dubbio «i suoi metodi e le sue conclusioni».
In generale, anche le azioni del Tplf e del governo etiope sono state condannate da numerose organizzazioni internazionali – come Human Rights Watch e Amnesty International. Nonostante questo, il 23 maggio 2017 Tedros Adhanom Ghebreyesus è stato eletto direttore generale dell’Oms con 133 voti su 185.
In conclusione
Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom è stato per decenni coinvolto nella vita politica dell’Etiopia, durante un periodo caratterizzato da violenze, violazioni dei diritti umani e conflitti armati. Le accuse di «genocidio» si riferiscono in gran parte alla sua militanza nel Fronte Popolare di Liberazione del Tigré, che fu tra i vincitori della guerra civile etiope conclusa nel 1991. Quest’ultimo adottò senz’altro politiche segregazioniste nei confronti di alcuni gruppi etnici, espresse ad esempio nel manifesto del 1976.
Per quanto riguarda il suo operato da uomo politico – Tedros è stato a lungo ministro in Etiopia, negli ultimi anni – altre accuse sono arrivate principalmente da un gruppo legato all’opposizione etiope e da un professore statunitense (su cui c’è stato qualche sospetto di conflitto di interessi). Non esiste comunque alcuna sentenza che associ il nome di Tedros Adhanom a violazioni dei diritti umani e ad oggi non si conoscono sue responsabilità dirette in atti di violenza.