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La disinformazione sulle elezioni europee punta ad allontanare le persone dal voto

La disinformazione sulle istituzioni europee e sui processi elettivi punta ad allontanare gli elettori dal voto causando sfiducia

7 giugno 2024
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Di Lucia Bertoldini

Nel periodo immediatamente precedente alle elezioni europee che in Italia si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno, mentre i partiti si occupavano di fare campagna elettorale rispetto ai loro programmi politici, in Rete è dilagata la disinformazione. A diffonderla ci hanno pensato utenti comuni e veri e propri influencer del settore, che hanno contribuito a minare la fiducia degli elettori nei confronti delle istituzioni e del processo democratico, in linea con quanto già successo negli scorsi anni per le varie elezioni nazionali. 

Tra i vari contenuti disinformativi a tema elezioni europee che circolano online, due sono i filoni narrativi principali. Il primo ha l’obiettivo di mettere in cattiva luce le istituzioni europee, così da instillare sfiducia nell’elettorato, mentre il secondo punta direttamente a disincentivare gli elettori dal recarsi alle urne. Il risultato finale è lo stesso: diffondere un sentimento antieuropeo ed euroscettico.

La mancanza di fiducia nelle istituzioni europee

La disinformazione sulle istituzioni europee spesso gira intorno alla loro presunta mancanza di trasparenza. Contenuti online vogliono far passare l’idea che il Parlamento e la Commissione europea, due importanti istituzioni dell’Unione, stiano nascondendo ai cittadini verità importanti che riguardano la loro salute. Ad esempio, su Facebook circola la teoria secondo cui la Commissione europea avrebbe censurato l’esistenza delle “scie chimiche”. A riprova di questa tesi, del tutto infondata, viene tirata in ballo un’interrogazione parlamentare – un quesito che i deputati europei rivolgono ad altre istituzioni e organi dell’Unione europea – sul «metodo “scie chimiche” di geoingegneria militare per cambiare il clima».  

Il documento in questione esiste e risale al 2015, mentre l’interrogazione era stata presentata dal deputato spagnolo Ramon Tremosa i Balcells del gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE). Secondo quanto riportato nel testo, quattro dipendenti dell’Agenzia meteorologica spagnola avevano confessato che la Spagna fosse stata irrorata da aerei che avrebbero diffuso nell’atmosfera sostanze per allontanare le piogge e consentire l’innalzamento delle temperature. Nella sua risposta la Commissione aveva smentito la tesi delle “scie chimiche” dimostrando che non era stata trovata «alcuna prova delle accuse di un piano di geoingegneria militare per modificare il clima in Spagna». L’interrogazione parlamentare in questione è facilmente reperibile sul sito del Parlamento  europeo, così come la risposta della Commissione, a dimostrazione della trasparenza delle istituzioni europee riguardo questo aspetto. Quindi, come abbiamo precedentemente dimostrato su Facta, non è vero che l’Unione Europea vuole nascondere l’esistenza delle scie chimiche, in quanto l’esistenza stessa di queste scie è infondata. 

Un’altra teoria diffusa più recentemente sostiene che il Parlamento europeo starebbe occultando un dossier pubblicato nel 2021 sugli «effetti cancerogeni del 5G». Anche in questo caso, il dossier esiste ed è consultabile sul sito del Parlamento europeo. Nel dettaglio dei singoli studi riportati sul dossier si legge che per le frequenze da 450 a 6.000 MHz «vi sono prove sufficienti di effetti avversi sulla fertilità maschile», ma «prove limitate di cancerogenicità in relazione alle radiazioni nell’uomo», «prove limitate di effetti avversi sulla fertilità femminile» e «sullo sviluppo della progenie di madri che hanno fatto un uso intensivo di telefoni cellulari durante la gravidanza». Quindi, come abbiamo spiegato precedentemente, non esistono evidenze scientifiche che collegano lo sviluppo di tumori alla tecnologia 5G.

Al fine di delegittimare le istituzioni europee e i loro rappresentanti, non mancano inoltre le teorie complottiste riguardo alle presunte parentele naziste della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Una di queste già circolava a marzo 2024 e insinua che la presidente sarebbe stata imparentata con Freiherr Joachim Otto Georg Dietrich Adolf von der Leyen, amministratore distrettuale sotto il nazionalsocialismo. Come dimostrato da Facta, Ursula von der Leyen non ha alcuna relazione con questo personaggio, a partire dal fatto che il suo cognome da nubile è in realtà Ursula Gertrud Albrecht e non vi sono prove che collegano i suoi antenati a funzionari del regime nazista. Nonostante ciò, più recentemente è circolata un’altra teoria, secondo la quale sarebbe stata la nonna di von der Leyen a manifestare simpatie naziste. Il tutto si baserebbe su una fotografia in cui si vede una giovane donna stringere la mano ad Adolf Hitler. Come abbiamo spiegato in un nostro articolo, la giovane donna ritratta è però Hildegard Zantop, e non ha alcuna relazione con la nonna paterna né con la nonna materna di Ursula von der Leyen, che si chiamavano rispettivamente Adelheid (Adda) Eugenie Johanna Berg e Gertrud Emma Margarethe Ohlrogge.

La disinformazione sul processo elettorale

Nell’ultimo mese sono circolate anche varie “spiegazioni” sulla modalità stessa delle elezioni, che hanno contribuito ad acuire una disinformazione volta ad allontanare gli elettori stessi dalle urne. Secondo una recente teoria circolata su Facebook e TikTok, in caso di bassissima affluenza alle urne italiane dell’8-9 giugno 2024 si renderebbe necessario indire un referendum per l’uscita immediata dall’Unione Europea. Secondo gli utenti che hanno diffuso questa teoria, dunque, l’astensione avrebbe avuto conseguenze molto concrete. In realtà, come abbiamo spiegato, in nessuna parte dei trattati che istituiscono l’Unione europea si prevede un quorum da raggiungere per le elezioni europee. La normativa che regola l’uscita volontaria di uno Stato dall’Unione europea è invece normata dall’articolo 50 del trattato sull’Unione europea, nel quale si legge che «uno Stato membro dell’Unione che desidera recedere deve notificare la sua intenzione al Consiglio europeo».

Infine, in quest’ultimo mese sono circolati post di utenti che affermavano di non poter votare alle elezioni europee perché non erano in possesso del green pass. Questa è una notizia falsa, come abbiamo precedentemente sottolineato. Infatti, si legge sul sito ufficiale delle prossime elezioni europee predisposto dal Parlamento europeo, in Italia «per esercitare il diritto di voto presso l’ufficio elettorale di sezione nelle cui liste si risulta iscritti, si dovranno esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale». Il Regolamento europeo sulla Certificazione verde, entrato in vigore a luglio 2021 in tutti i Paesi dell’Unione, è scaduto il 30 giugno 2023.

In generale, è importante sottolineare che spesso la disinformazione relativa alle elezioni europee si avvale di un sentimento euroscettico, che mette in dubbio la trasparenza delle istituzioni europee e le modalità di funzionamento delle stesse. Di conseguenza, essere consapevoli di queste correnti di disinformazione è il miglior modo di identificarle e contrastarle. 

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