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La sporca campagna disinformativa dei repubblicani contro Tim Walz

Dalle accuse di molestie ai deepfake, il candidato democratico alla vicepresidenza è finito al centro di teorie del complotto di ogni tipo

24 ottobre 2024
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Sin da quando è stato nominato da Kamala Harris come il candidato alla vicepresidenza, il governatore del Minnesota Tim Walz è stato al centro di un’intensa campagna di discredito alimentata da notizie false, bufale e teorie del complotto.

L’obiettivo, come si legge in un’analisi del New York Times pubblicata lo scorso agosto, è duplice. Da un lato c’è intento di minare l’immagine pubblica di Walz, noto per essere un politico progressista, alla mano, molto pragmatico, con ottime abilità comunicative e genuinamente vicino ai problemi delle persone.

Dall’altro lato i repubblicani puntano a colpire l’intera strategia elettorale di Harris e dei democratici, che hanno scelto il governatore anche per conquistare importanti Stati in bilico nel Midwest – l’area da cui proviene lo stesso governatore e dove, con ogni probabilità, si decideranno le prossime elezioni.

La disinformazione – portata avanti dalla campagna di Trump, da politici repubblicani e influencer di estrema destra – si è concentrata su diversi aspetti pubblici e privati del politico democratico.

Il travisamento dell’operato politico di Walz

Anzitutto, travisando misure adottate nel corso dei due mandati (o inventandosi direttamente cose mai fatte) Walz è stato descritto come un pericoloso radicale e un estremista di sinistra.

Tra le varie cose, il governatore è stato accusato – anche dal rivale repubblicano JD Vance – di non aver fatto abbastanza per fermare le rivolte a Minneapolis a seguito dell’omicidio di George Floyd il 25 maggio del 2020.

In realtà, com’è emerso da una registrazione telefonica del giugno dello stesso anno, lo stesso Trump aveva elogiato la condotta di Walz all’apice delle proteste.

Al politico democratico è stata addebitata la promozione di pericolose procedure chirurgiche per la transizione di genere. Secondo la giornalista e conduttrice televisiva Megyn Kelly, il politico democratico avrebbe approvato una legge che permetterebbe allo Stato del Minnesota di togliere i figli a genitori contrari alla transizione e «tagliare parti del loro corpo [dei figli] in ossequio alla “terapia di affermazione di genere”».

Come avevamo ricostruito qui, la legge promulgata da Walz non dice nulla del genere. La norma in questione punta a proteggere le persone che intendono intraprendere percorsi di affermazione di genere, garantendo loro le cure mediche necessarie e tutelando anche genitori e operatori sanitari dalle «interferenze esterne» di altri Stati che ostacolano tali pratiche.

Walz è stato inoltre bollato come un facilitatore della «grande sostituzione» – la teoria del complotto razzista secondo cui l’immigrazione farebbe parte di un piano ordito da oscure élite per «sostituire etnicamente» le popolazioni bianche e cristiane.

Questa speculazione si basa sulla nuova bandiera del Minnesota, presentata nel dicembre del 2023 dopo un processo di selezione durato mesi. La vecchia versione (risalente al 1957) era stata ritenuta offensiva nei confronti della popolazione dei nativi americani. Nel vessillo ridisegnato è presente una stella bianca a otto punte, che riflette il soprannome del Minnesota di «Stato della stella del Nord».

Le bufale sulla vita privata per dipingere Walz come un bugiardo

La distorsione operata dalla propaganda repubblicana ha riguardato anche diversi aspetti della biografia di Walz.

Prima di essere eletto al Congresso statunitense nel 2007, Walz è stato un insegnante di scuola superiore e un allenatore della squadra di football della Mankato West High School nella città di Mankato, in Minnesota.

Per diversi utenti su X, tuttavia, il politico avrebbe però mentito sul suo ruolo effettivo: non sarebbe stato il “capo allenatore” (head coach), ma semplicemente un assistente non pagato.

Stando alla ricostruzione di Snopes sul tema, Walz effettivamente non è mai stato il capo allenatore; ma del resto, lui non si è mai qualificato come tale. Faceva però parte del gruppo di allenatori, aveva il compito di coordinare la parte difensiva e naturalmente era stipendiato come tale dalla scuola.

La lista delle menzogne di Walz, secondo la vulgata repubblicana, non si esaurisce di certo lì: il politico sarebbe talmente tanto bugiardo da mentire persino sul suo cane, una labrador retriever nera di nome Scout.

Un commentatore conservatore ha suggerito su X che Walz non sarebbe il vero proprietario, visto che in alcune foto compare – a suo dire – con un altro cane, di razza diversa, ma comunque identificato come “Scout”. Ma come ha puntualizzato un articolo della testata Salon, non si tratta di una bugia: quello della foto è davvero un altro cane. L’immagine utilizzata dall’utente proviene infatti da un video pubblicato sul profilo ufficiale di Walz il 22 ottobre del 2022, in cui lo si vede giocare con dei cani in un parco.

Walz non la racconterebbe giusta nemmeno sulla sua reale affiliazione politica, che non sarebbe il Partito Democratico statunitense ma il Partito Comunista cinese.

Questa teoria del complotto si basa su alcuni elementi reali della biografia del politico. Tra il 1989 e il 1990, quando aveva 25 anni, Walz ha insegnato inglese a Foshan, una città nella provincia del Guangdong, nell’ambito di un programma di scambio della ONG WorldTeach. Successivamente è tornato circa trenta volte, compresa la luna di miele con la moglie Gwen Whipple.

Questi viaggi, per l’appunto, ora sono considerati da politici e media repubblicani come una prova della sua vicinanza ideologica alla Cina. Il senatore Marco Rubio ha dichiarato che «Walz è un esempio di come Pechino si coltiva pazientemente i futuri leader americani». Tuttavia, sottolinea un dettagliato articolo di Foreign Policy, il politico democratico è sempre stato piuttosto critico verso il Partito Comunista e dunque non è tacciabile di particolari simpatie.

Anche la carriera militare di Walz è finita al centro di speculazioni infondate. Per 24 anni il politico democratico ha prestato servizio nella Guardia Nazionale, che ha lasciato nel maggio del 2005 con il rango di sergente maggiore per dedicarsi alla politica.

Ed è proprio questa circostanza a essere stata utilizzata da JD Vance e altri repubblicani per accusare Walz di aver «disertato» la sua unità, che due mesi dopo il suo ritiro è stata informata di un possibile dispiegamento in Iraq (poi avvenuto nel marzo del 2006). Come ha fatto notare un articolo sul sito della CNN è però del tutto falso parlare di «abbandono» o «diserzione» per non andare a combattere in Iraq.

Nel filone degli attacchi personali è poi comparsa una bufala piuttosto bizzarra: quella secondo cui Walz, nel 1995, sarebbe finito all’ospedale di West Point (in Nebraska) dopo aver ingerito sperma di cavallo.

La storia –  originariamente circolata su Reddit e poi ripresa da varie personalità repubblicane, tra cui Donald Trump Jr. – è totalmente falsa: all’epoca Walz viveva ad Alliance, a quasi 500 chilometri da West Point. Inoltre, evidenzia PolitiFact, il presunto ritaglio di giornale da cui è stata tratta la vicenda è generato con l’intelligenza artificiale.

Le accuse di violenze sessuali e l’ombra della propaganda russa

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali c’è stato un salto di qualità nella disinformazione contro Walz.

Nelle ultime settimane, in particolare, è diventata virale un’accusa decisamente infamante: nel 1995 Walz avrebbe violentato uno studente minorenne durante un concerto.

I genitori del ragazzo avrebbero sporto denuncia e chiesto le dimissioni di Walz e della moglie, che sarebbero state accettate dal consiglio scolastico del liceo. Queste circostanze sarebbero comprovate da due verbali dell’Alliance Public Schools, in Nebraska, risalenti a marzo e luglio 1996.

Come abbiamo scritto in questo articolo, si tratta di una storia inventata su X da un utente pro-Trump (@DocNetyoutube, ora non più raggiungibile), che aveva anche sostenuto di aver parlato via mail con la presunta vittima. Tuttavia, gli screenshot della conversazione presentavano diverse incongruenze di formattazione del testo e secondo PolitiFact non sono pertanto autentiche.

Anche le dimissioni dei coniugi Walz non c’entrano nulla con le presunte molestie: i due avevano semplicemente accettato incarichi di insegnamento presso la Mankato West High School in Minnesota.

Oltre ai post di @DocNetyoutube, su X è circolato ampiamente un video in cui sarebbe la presunta vittima a parlare degli abusi subiti da Walz. In base alla ricostruzione di varie testate si tratta però di un falso generato dall’intelligenza artificiale.

E non solo: stando a un’inchiesta di Wired, la notizia falsa dello studente molestato rientra in una più ampia operazione di influenza orchestrata dalla rete disinformativa Storm-1516, che i ricercatori e le autorità statunitensi considerano riconducibile al Cremlino.

Le campagne di Storm-1516, scrive il giornalista David Gilbert, spesso iniziano proprio con un post o un video di un presunto whistleblower o di un cittadino in possesso di informazioni riservate.

Il contenuto disinformativo viene poi amplificato da testate, siti e profili all’apparenza indipendenti, per poi «vivere di vita propria» ed essere ripresi da «utenti inconsapevoli che non conoscono l’origine del materiale».

Secondo una dettagliata analisi di NBC News, negli ultimi mesi Storm-1516 avrebbe prodotto almeno cinquanta notizie false – tutte rivolte contro Kamala Harris, Tim Walz e il Partito Democratico, nel tentativo piuttosto esplicito di aiutare Donald Trump a tornare al potere.

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