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L’estrema destra ha un suo metodo per diffondere disinformazione xenofoba online

Video decontestualizzati e meme razzisti: così influencer della disinformazione e partiti di destra fanno fronte comune per diffondere odio online

22 ottobre 2024
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A qualche giorno dal raggiungimento delle 500mila firme necessarie per sottoporre il quesito sulla cittadinanza italiana al giudizio della Corte Costituzionale, su X sono iniziati a comparire centinaia e centinaia di contenuti razzisti. Accompagnati dall’hashtag “bastane*ri”, nei giorni intorno al 24 di settembre sul social di Elon Musk era quasi impossibile non imbattersi in meme razzisti, locandine ufficiali del referendum alterate e teorie che si rifanno alla teoria suprematista della «sostituzione etnica».

L’hashtag razzista è entrato in tendenza in pochissimo tempo grazie alla spinta degli account mattonisti, un collettivo nato su Twitter (ora X) con l’intento di “rompere Internet” che si organizza su Telegram per mandare in tendenza alcuni hashtag prestabiliti e legati ai temi dell’estrema destra, amplificando così il numero di persone raggiungibili. Come già spiegato su Facta, i “mattonisti”, individuabili dall’emoji di un mattone inserita nel nome utente, ricorrono ampiamente alla «post-ironia» – un atteggiamento mutuato dall’alt-right statunitense che mescola intenti seri e ironici, rendendo indistinguibile la differenza tra i due – e allo «shitposting», ossia la condivisione di meme provocatori e di bassa qualità.

A contribuire all’ondata di odio xenofobo su X, oltre ai “mattonisti”, si sono aggiunti account, con più o meno seguito, soliti diffondere contenuti e tesi razziste. Ad esempio per Francesca Totolo, attivista di estrema destra e collaboratrice del giornale del movimento politico neofascista CasaPound Il Primato Nazionale, il referendum sulla cittadinanza servirebbe a «nascondere il fallimento della società multiculturale e dei porti aperti» perché «se i criminali stranieri diventano “italiani” verranno completamente stravolte le statistiche sulla criminalità». Sono anni che Totolo porta avanti la battaglia contro le ONG che salvano i naufraghi in mare, accusate in maniera infondata di attirare (il cosiddetto “pull factor”) e portare in Italia e in Europa persone migranti provenienti dall’Africa. 

In linea con questa ideologia, l’attivista popolare negli ambienti italiani ed europei di estrema destra, sul proprio account rilancia spesso casi di cronaca e filmati in cui a compiere un reato è una persona straniera, quasi sempre nera, suggerendo così l’associazione diretta tra immigrazione e criminalità. In realtà, il quadro è ben più complesso di così ed entrano in gioco diversi fattori, non legati all’essere uno straniero in sé, ma alle condizioni socio-economiche e alla marginalità sociale, causate anche dal non avere la cittadinanza.

Questa strategia manipolatoria si ritrova in molti altri account che prendono di mira le persone migranti e nere, vittime di una narrazione xenofoba e razzista che li dipinge come violenti, pericolosi, criminali e contrari allo “stile di vita” e ai “valori” occidentali.

Gli hub di disinformazione razzista
Questa teoria infondata e razzista, diffusa spesso tramite storie false, scrive l’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo) di cui Facta fa parte, è volta a travisare tutti i migranti come intrinsecamente inclini alla violenza o addirittura al terrorismo, consolidando così i pregiudizi nei loro confronti.

Tra gli account X più conosciuti che contribuiscono a rafforzare online questa narrazione ci sono “Europe Invasion” e “Radio Genoa”, che pubblicano contenuti in lingua inglese. Il proprietario di Europe Invasion si identifica come un «montenegrino di origini serbe e cristiano» che vuole «proteggere la cultura europea e il cristianesimo». La descrizione si conclude con un claim che riprende, adattandolo, quello usato da Donald Trump durante la campagna elettorale del 2020: «we make Europe great again». Attualmente la pagina conta oltre 500mila follower, e i vari video e contenuti condivisi vengono visualizzati ogni volta da migliaia di profili, aiutati anche dal fatto che sono commentati in lingua inglese, quindi comprensibili a un pubblico potenzialmente più vasto.

I contenuti di Europe Invasion non si differenziano troppo da quelli di Radio Genoa, il principale hub disinformativo razzista e di estrema destra a livello europeo: sui loro profili si trovano principalmente video in cui soprattutto rifugiati, musulmani e persone di colore vengono descritti come aggressivi e un pericolo per “la cultura e la società occidentale”. In questo senso, ha preso piede un format ben preciso: semplici video che riprendono le strade di una città europea, o una situazione simile, dove ci sono più persone nere che persone bianche. Questi filmati spesso sono accompagnati da una didascalia poco esplicita, una frase velata (come “What do you notice?”, in italiano “Cosa noti?”) che vuole lasciare intendere all’utente finale una presunta “invasione” di migranti, soprattutto dal Nord Africa, in occidente. Al contrario, la Russia di Vladimir Putin sarebbe riuscita molto bene nel difendere i propri confini e a mantenere intatto il proprio retaggio culturale. Per Radio Genoa, che si è più volte dimostrata filo russa e filo putiniana, a Mosca si incontrano solo persone bianche, ben vestite e ben curate – quasi tutte ragazze.

L’abilità di questi profili sta nel fatto che i contenuti che condividono spesso non sono pure fake news, ma un mix di bugie, mezze verità e fatti che «cercano di trasformare la paura in odio», ha spiegato Bharath Ganesh, assistente professore degli studi sui media all’Università di Amsterdam, alla piattaforma investigativa olandese Pointer. Come ricostruito da Facta, i contenuti condivisi da Radio Genoa, che opera dal 2021 e ha oltre 1 milione di follower su X, diventano spesso virali perché sono riproposti da account diversi, su piattaforme diverse e in diverse lingue, che sembrano rispondere a una regia comune che opera tra l’Italia e l’est europeo. Questi contenuti, tra l’altro, vengono spesso ritenuti affidabili e ripresi da varie redazioni, oltre che da vari personaggi e politici influenti.  

«I ricercatori chiamano questo fenomeno “trading up the chain” (traducibile in italiano con “scambio di catena”, ndr)», aggiunge Ganesh, quella tattica per cui un singolo messaggio, spesso di propaganda, riesce ad essere ripreso da un medium con un pubblico più ampio. «Si inizia con un video senza contesto che viene pubblicato insieme a un messaggio suggestivo», spiega lo studioso, per far sì che, ad esempio, un politico poco influente lo ricondivida fino ad arrivare all’attenzione di un politico più conosciuto e importante che ricondivide il messaggio sulla propria pagina. 

E così accade spesso per Radio Genoa. In Belgio i suoi tweet sono stati più volte ripresi da politici di partiti di destra come Nuova Alleanza Fiamminga e Vlaams Belang; in Olanda Geert Wilders, fondatore e leader del Partito per la Libertà, è il parlamentare che più di tutti condivide i tweet dell’hub disinformativo. All’appello non manca Elon Musk, il proprietario di X che, come più volte ribadito su Facta, ha trasformato la piattaforma in una macchina propagandistica al servizio dell’estrema destra di tutto il mondo. 

Condividendo i tweet di Radio Genoa, Musk, che ha quasi 200 milioni di follower, ha dato ancora più visibilità a simili contenuti razzisti e fuorvianti. Una mossa ripetuta con altri account di estrema destra. Secondo una recente analisi di NewsGuard – progetto di monitoraggio dei media che si occupa di analizzare le dinamiche della disinformazione a livello internazionale – ritwittando i post di noti profili di destra, come @EndWokeness, @WallStreetSilver, @stillgray e @libsoftiktok, Elon Musk ha giocato un importante un ruolo nella crescita dei loro follower e delle visualizzazioni dei messaggi postati. 

Come racconta Sam Harris, neuroscienziato, filosofo e autore, nel suo podcast Making Sense, «se dovessi riassumere l’intento dell’algoritmo di X a questo punto, sarebbe duplice: il primo è quello di rendere Elon ancora più famoso di quanto non sia. E il secondo è quello di rendere ogni utente bianco della piattaforma più razzista». 

La destra organizzata e i suoi effetti
Le piattaforme social consentono di comunicare in maniera veloce e di connettersi con le altre persone sulla base degli stessi valori e interessi condivisi. Non riuscendo a trovare spazio sui media principali, gli estremisti di destra sfruttano le caratteristiche dei social media per diffondere la propria ideologia, facilitati dal fatto che piattaforme come X e Telegram difficilmente moderano contenuti offensivi che vengono condivisi dagli utenti. È così che teorie cospirazioniste, anti-immigrazione, attacchi misogini e alla comunità LGBTQIA+ riescono a prendere piede facilmente.

A settembre del 2024, a causa di una notizia diffusa su X in maniera fuorviante e con l’aggiunta di dettagli inventati da due influencer pro Trump, Ian Miles Cheong (@stillgray, che Musk ritwitta spesso) e Charlie Kirk (@charliekirk11), è iniziata a circolare la teoria razzista e infondata secondo cui gli haitiani residenti a Springfield, in Ohio, mangiano i gatti. Questa teoria è stata addirittura ripresa dallo stesso Donald Trump, che l’ha nominata durante il primo e unico dibattito televisivo presidenziale contro la sua avversaria Kamala Harris. 

Immagini create con l'intelligenza artificiale che circolavano su X dopo la diffusione della falsa teoria del complotto dei migranti haitiani che mangiano i gatti

Gli effetti di questa teoria nata online sono diventati pericolosi e concreti, e hanno avuto forti ripercussioni nella vita degli abitanti di Springfield: ci sono stati allarmi bomba che hanno coinvolto vari edifici della città, tra cui scuole e università e l’ospedale, che è stato messo in lockdown per diverse ore. La comunità haitiana della città, vittima della teoria del complotto, si è molto spaventata: i bambini hanno avuto paura ad andare a scuola, e sono cresciuti gli atti vandalici e le intimidazioni nei loro confronti.

Situazione molto simile si è verificata il mese precedente, ad agosto, nel Regno Unito, quando varie personalità dell’estrema destra inglese hanno diffuso online false informazioni sull’identità dell’autore che ha accoltellato a morte tre bambine, e ferito altre dieci persone a Southport il 29 luglio 2024. Secondo una ricostruzione cronologica di Sky News, l’account X European Invasion, che abbiamo già citato, ha twittato che il sospettato era «un immigrato musulmano». Un’ipotesi (falsa) che è stata rilanciata e amplificata Andrew Tate, influencer misogino e accusato di stupro e tratta di esseri umani, riammesso su X grazie a Musk.

Si è poi aggiunto l’account di X @artemisfornow, che ha diffuso un nome palesemente inventato: l’autore della strage si chiamerebbe “Ali Al-Shakati”. A gestire il profilo @artemisfornow è Bernadette Spofforth, una donna di 55 anni di Chester che, scrive la BBC, pubblica regolarmente commenti politici sulla neutralità delle emissioni, pandemia, questioni di genere e la libertà di parola. Secondo un’analisi di iNews, nel giro di qualche ora il nome inventato condiviso da Spofforth è stato menzionato più di 62mila volte su X, e il giudice di Liverpool, Andrew Menary, è intervenuto rivelando le generalità del vero autore della strage. Il falso nome dell’attentatore è diventato virale grazie alla spinta di account conosciuti per diffondere disinformazione, misoginia e razzismo, come End Wokeness, l’attivista di estrema destra Tommy Robinson (il cui vero nome è Stephen Christopher Yaxley-Lennon), e Channel 3 Now. Questo, scrive Sky News, è un profilo che sembra pubblicare articoli clickbait per ottenere introiti pubblicitari. L’unico autore elencato sul sito rimanda a una pagina Facebook con quattro amici, uno dei quali è un account spam, mentre un altro posta esclusivamente su Channel 3 Now.

Oltre a diffondere online false informazioni sul caso di cronaca, i personaggi e i gruppi dell’ estrema destra britannica si sono organizzati su Telegram per dare il via a una serie di proteste e manifestazioni violente e anti immigrazione, che sono finite con oltre mille arresti.

La stessa dinamica si era già vista in Irlanda: la disinformazione attorno all’accoltellamento di 3 bambini e due adulti in una scuola di Dublino, a novembre 2023, aveva scatenato in tutto il Paese una pericolosa ondata di proteste anti-immigrazione. Subito dopo il fatto, quando ancora la stampa non aveva riportato la notizia, musulmani e stranieri erano stati incolpati in maniera infondata, e un uomo innocente era stato erroneamente identificato come l’aggressore. La voce si era iniziata a diffondere sui gruppi Telegram e su X: in quel caso, a diffondere le false notizie erano stati influenti e politici di estrema destra, come Justin Barrett, Derek Blighe, Philip Dwyer.

Southport, merseyside, Regno Unito, 30 luglio 2024, rivoltosi lanciano mattoni contro la linea di polizia per un incendio. Foto di Ian Hamlett/Shutterstock

TikTok e la svolta verso i giovani
Sulla scia di singoli utenti e attivisti di estrema destra, anche personalità politiche stanno sfruttando le piattaforme social a loro favore. E lo fanno specialmente su TikTok, social grazie al quale hanno potuto raggiungere l’elettorato più giovane e raccogliere importanti consensi e voti elettorali. 

Come scrive Politico, in Europa TikTok è diventato «il laboratorio sperimentale dei leader populisti durante il periodo elettorale, dove condividono apparizioni televisive roboanti e discorsi infuocati incorniciati da sfondi luminosi ed emoji, attaccando i migranti, l’Islam e il cambiamento climatico». 

Isabella Tovaglieri e Silvia Sardone, entrambe europarlamentari della Lega, su TikTok sono seguite rispettivamente da oltre 123 mila e 181 mila follower. Sui loro profili parlano quasi esclusivamente di temi politici, rilanciando però contenuti xenofobi e islamofobi. Tovaglieri, prima delle elezioni parlamentari di giugno 2024, aveva rilanciato la teoria dell’Eurabia, un complotto infondato secondo cui l’Europa sarà “invasa” da un’immigrazione di massa e quindi verrà per forza di cose profondamente islamizzata. Anche Sardone, in un recente filmato, ha affermato di non volere «un’europa islamica». 

@sardonesilvia Non vogliamo essere oppressi dall'islamismo, non vogliamo rinunciare a ciò che siamo, alla nostra identità e non vogliamo un’Europa piena di veli islamici. Il mio discorso a Pontida giovani. #pontida #lega #sardone #europa #dirittidonne #veloislamico #islam #donne ♬ suono originale - Silvia Sardone

Patryk Jaki, politico polacco di estrema destra con quasi 250 mila follower, aveva pubblicato il filmato (non più disponibile, ma visionato da Politico) di un’aggressione a una bambina e a sua madre con la musica in sottofondo. Senza alcuna prova, Jaki aveva insinuato che l’aggressore fosse una persona migrante. Altri politici, invece, fanno un uso più “sottile” e strategico di TikTok: adottando un approccio che potremmo definire “pop” e di massa, che va oltre la semplice comunicazione politica, vari esponenti di partito stanno tentando di costruire una nuova immagine della loro fazione per attirare l’attenzione dei giovani. 

Questo esperimento è riuscito molto bene in Portogallo, spiega il giornalista del Washington Post Anthony Faiola, dove giovani influencer e politici di destra stanno usando TikTok per fare sembrare cool i conservatori, soprattutto a un pubblico che va dai 18 ai 34 anni, combinando insieme contenuti disinformativi, transfobici e razzisti con contenuti più leggeri e divertenti.

In Germania, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland, a partire dal profilo della leader Alice Weidel, si è creato un’immagine pubblica “pulita”. Come raccontato su Facta, i membri del partito si presentano come persone comuni, alla mano e genuinamente interessate ai problemi dei giovani, e non come «estremisti antidemocratici che si incontrano di nascosto con esponenti neonazisti per discutere piani di «remigrazione» di migranti e cittadini tedeschi “non assimilati”, né tanto meno come politici che riabilitano le SS naziste».

In Francia è Jordan Bardella, a capo del Rassemblement National, a riscuotere successo su TikTok. Facilitato anche dall’età anagrafica (ha 28 anni), Bardella si presenta ai giovani come una persona divertente, “uno di loro” che gioca ai videogiochi, beve pastis (un aperitivo alcolico tipico della Francia) e mangia caramelle per sfidare l’ansia.

Le destre più estreme del continente europeo, dai singoli utenti ai politici, passando per gli attivisti, stanno dimostrando un enorme potenziale propagandistico e lo stanno dispiegando attraverso un uso massiccio, mirato e strategico dei social. Un pericolo che può portare, e ha già portato, a conseguenze concrete per la vita delle persone e la situazione non potrà che peggiorare se i contenuti d’odio online non verranno in qualche modo regolati.

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