Dopo aver investito 250 milioni di dollari, aver messo X a disposizione della campagna di Donald Trump ed essersi guadagnato un ruolo di rilievo nella prossima amministrazione statunitense, ora Elon Musk sta concentrando le sue attenzioni sull’Europa.
Nelle ultime settimane l’uomo più ricco del mondo ha pubblicato centinaia di post dedicati alla politica interna di Germania e Regno Unito, molti dei quali ripresi da account di estrema destra noti per diffondere informazioni false e teorie del complotto razziste.
In particolare, Musk se l’è presa con il cancelliere tedesco socialdemocratico Olaf Scholz, definito sprezzantemente «uno scemo incompetente», e con il primo ministro britannico laburista Keir Starmer, del quale ha chiesto l’arresto in quanto «complice dello stupro dell’Inghilterra».
In un sondaggio su X, il proprietario di Tesla e SpaceX ha chiesto ai suoi 212 milioni di follower se «l’America dovrebbe liberare il popolo britannico dal loro governo tirannico». Rispondendo a un utente, ha poi detto che il Regno Unito potrebbe diventare uno «Stato americano».
Queste ingerenze non sono nuove: anche l’Italia le ha sperimentate lo scorso novembre, quando Musk ha criticato la magistratura italiana per non aver confermato la convalida del trattenimento dei migranti nei centri in Albania, suscitando la ferma reazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Tuttavia, dopo le elezioni presidenziali statunitensi e l’ingresso nella cerchia del presidente eletto, le interferenze di Musk stanno aumentando d’intensità e stanno assumendo tutt’altra rilevanza politica, anche perché – ad esempio nel caso della Germania – avvengono in piena campagna elettorale per le elezioni anticipate del prossimo 23 febbraio.
Come ha detto alla fine di dicembre Friedrich Merz, il candidato cancelliere del partito conservatore Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), «non mi viene in mente nella storia delle democrazie occidentali un caso comparabile di interferenza negli affari interni di un Paese alleato».
Parole simili sono state espresse all’inizio di gennaio dal presidente francese Emmanuel Macron: «dieci anni fa, se qualcuno ci avesse detto che il proprietario di uno dei più grandi social network del mondo avrebbe sostenuto una nuova internazionale reazionaria e sarebbe intervenuto direttamente nelle elezioni, anche in Germania, chi l’avrebbe immaginato?»
Sebbene l’obiettivo sia il medesimo – appoggiare candidati, personalità pubbliche e formazioni politiche di estrema destra sfruttando il suo enorme potere economico, mediatico e ora politico – Musk si muove in maniera diversa in base ai contesti locali.
Gli attacchi al governo Starmer nel Regno Unito
Per quanto riguarda il Regno Unito, come ha ricostruito un articolo del Financial Times, l’imprenditore ha deciso di basare i propri attacchi a Starmer sulle informazioni provenienti da un pugno di account estremisti.
Tra questi spiccano Viségrad 24, gestito dal polacco-sudafricano Stefan Tompson; l’influencer australiano Mario Nawfal e quello malese Ian Miles Cheong; e altri profili minori di destra localizzati nel Regno Unito.
Tutti questi account hanno infatti ripescato un caso di abusi sessuali sistematici avvenuto oltre dieci anni fa, accusando «la classe dirigente britannica» e Keir Starmer – che all’epoca procuratore generale del Crown Prosecution Service (CPS) di Inghilterra e Galles – di aver insabbiato lo scandalo e di aver favorito in qualche modo gli stupratori.
Il riferimento è alle cosiddette «grooming gangs» (dove «grooming» significa adescamento), di cui in realtà si sono occupati a fondo sia la stampa che la magistratura. L’inchiesta, originariamente partita dal giornalista Andrew Norfolk del quotidiano Times, ha scoperto l’esistenza di una rete criminale – formata da uomini prevalentemente di origine pachistana e di altri Paesi asiatici – che adescava e abusava bambine e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni d’età in diverse città dell’Inghilterra settentrionale.
I crimini più gravi avvennero nella città di Rotherham, che ha poco più di 70mila abitanti. Secondo un rapporto indipendente commissionato dalla polizia del luogo, e pubblicato nel 2014, tra il 1997 e il 2013 più di 1.400 bambine e ragazze sono state abusate.
Com’è emerso da diverse inchieste giornalistiche, a riprova del fatto che del caso si è parlato diffusamente, le forze dell’ordine hanno spesso sottovalutato o ignorato le denunce delle ragazze e delle loro famiglie. Secondo la destra britannica – e gli influencer estremisti rilanciati da Musk – lo avrebbero fatto per non essere accusate di razzismo, e dunque avrebbero contribuito a insabbiare lo scandalo.
La scrittrice femminista Julie Bindel, che si è occupata di casi analoghi oltre vent’anni fa, ha scritto sulla rivista The Critic che questo tipo di narrazione è problematica perché si concentra esclusivamente sulle origini etniche di alcuni degli stupratori e schiaccia la discussione sul piano dell’immigrazione, rimuovendo così la causa profonda della violenza sessuale – ossia la misoginia patriarcale.
Anche le accuse a Starmer di non aver fatto nulla da procuratore generale sono del tutto infondate. Il rapporto del 2014 sottolinea che il Crown Prosecution Service da lui guidato ha riaperto numerose indagini e ha cambiato il modo in cui venivano trattate le denunce per abuso sessuale.