
La truffa internazionale su Facebook che promuove false aste di ville italiane
Come un gruppo Facebook ha creato finti annunci immobiliari basati su immagini rubate e identità inventate per raggirare possibili acquirenti
Alexios Mantzarlis è il direttore della Security, Trust, and Safety Initiative (SETS) presso l’università Cornell Tech di New York. Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese nella newsletter Faked Up, curata da Mantzarlis e ripubblicata da Facta con il permesso dell’autore. Lettrici e lettori di Facta possono abbonarsi alla versione inglese con uno sconto del 20 per cento cliccando a questo link.
Fino a poco tempo fa, ai quasi 180mila membri del gruppo pubblico di Facebook “Paradise: Places and Faces” veniva proposto un mix inebriante di foto di luoghi incantevoli, giovani donne e splendide ville italiane messe all’asta.

Un amico di un amico si è imbattuto in questa pagina e, poiché era una cosa online che sembrava troppo bella per essere vera, è arrivata anche a me.
Per farla breve: le foto erano rubate, le identità delle donne falsificate e le aste una truffa. Ho condiviso le mie scoperte con Meta e l’azienda ha rimosso il gruppo per violazione delle sue politiche antifrode*.
Le case pubblicizzate si trovavano solitamente in Toscana o in Umbria, due regioni particolarmente amate dagli stranieri. Offrivano una mezza dozzina di camere da letto, grandi lotti di terreno e una piscina. I prezzi d’asta oscillavano tra i 50mila e i 90mila euro.

E in realtà non erano davvero all’asta. Prendiamo ad esempio questo casale di 350 metri quadrati a Montepulciano, apparentemente messo all’asta alla modica cifra di 90mila euro.

Questa splendida dimora è in realtà in vendita a 2 milioni e 900mila euro ed è gestita da Casa Tuscany. Un rappresentante dell’agenzia immobiliare mi ha spiegato che «la truffa delle aste è purtroppo molto comune ultimamente. Diverse persone ci hanno chiesto se gli immobili fossero all’asta e, ovviamente, non lo sono mai».
Anche altre tre case pubblicizzate da “Paradise” questa settimana non sono all’asta. Sono invece disponibili su immobiliare.it e altri portali simili a circa dieci volte il prezzo indicato nei post di Facebook (vedi qui, qui e qui ).
È vero che in Toscana e in Umbria alcune case possono andare all’asta per meno di 100mila euro, ma solitamente si presentano così.
Perché pubblicare aste false? Per intascare depositi falsi, ovviamente.
Il gruppo Facebook reindirizzava gli utenti al sito web astadicase[.]casa, dove gli annunci immobiliari contengono un grande conto alla rovescia che incita coloro che sognano di possedere il loro angolo d’Italia a partecipare all’asta.

Il sito sarebbe gestito da un presunto banditore d’aste cresciuto a Firenze di nome Mani Gynmade. La foto di “Gynmade” sembra generata dall’intelligenza artificiale, a giudicare dalle irregolarità nelle immagini alle sue spalle. (La pagina “Chi siamo” include inspiegabilmente anche la foto di una villa in vendita a San Clemente, in California).

In fondo a ogni annuncio, un modulo invita i visitatori a esprimere il proprio interesse. Un inesplicabile codice alfanumerico conferisce al tutto un tocco di legittimità.
Il sito web mostra anche non una, ma ben due presunte approvazioni dell’Agenzia delle Entrate italiana. Un portavoce dell’agenzia mi ha confermato via email che «non intrattiene alcun tipo di rapporto con soggetti privati».

Gli aspiranti proprietari di ville sono invitati a versare una quota di iscrizione di 300 euro su quello che sembra un conto bancario privato intestato a Napoli a qualcuno con un nome che sembra nigeriano. Il rapporto del beneficiario con il servizio d’aste o con il presunto banditore che gestisce il sito web non è specificato. Chi versa questa somma non vedrà mai più i propri soldi.

E fin qui le aste. Ma l’inganno è andato oltre.
Gli amministratori di “Paradise: Places and Faces” modificavano o eliminavano i post, bloccavano nuovi commenti e invitavano gli utenti interessati a inviare messaggi privati, presumibilmente nel tentativo di non essere scoperti.
l gruppo aveva cambiato nome solo di recente: prima si chiamava “SYMY IMMIGRATION CONSULTANTS AND RECRUITMENT ♥️🇺🇲🇵🇹🏴🇩🇪🇨🇵🇦🇺🇨🇦” (nome che sembra copiato da una vera azienda canadese). Il passaggio improvviso dai servizi di immigrazione canadesi al mercato immobiliare italiano è un ulteriore campanello d’allarme.
Anche i dieci amministratori della pagina non erano chi dicevano di essere.
Uno di loro, che si faceva chiamare Leyla, ripubblicava contenuti dell’influencer di Dubai Leyla Afshonkar, che ha 1,8 milioni di follower su Instagram. Grazie alle dichiarazioni di trasparenza di Meta, possiamo sapere che l’account “Leyla” si chiamava precedentemente “Sarcasm Jr.” e ha cambiato nome a dicembre dello scorso anno. Un rappresentante di Afshonkar mi ha detto di non essere a conoscenza di questo gruppo specifico, ma che «ci sono alcuni account che impersonano la signora Leyla Afshonkar e il nostro team sta facendo tutto il possibile per sensibilizzare l’opinione pubblica».
Un altro admin si chiamava Danielle Accardi . In precedenza era noto su Facebook come Danielle MSF Lee, Mark Lazaná e, ovviamente, Mark Bitcoin. Sei degli amministratori che gestivano la sua pagina risiedono in Nigeria.

Anche altri account di amministratori erano sock puppets: false identità costruite combinando nomi inventati con immagini rubate da post pubblici su Instagram di donne estranee alla vicenda.** Ho contattato tre delle donne le cui foto erano state rubate, e tutte mi hanno confermato di non avere nulla a che fare con questa operazione.
Sembra che “Paradise” abbia fatto perdere soldi veri a persone reali.
Joost Lan gestisce un servizio di consulenza chiamato Italian Property Auction, che assiste stranieri interessati ad acquisire asset in sofferenza in collaborazione con avvocati italiani. Mi ha detto che «questa truffa va avanti da molto tempo e conosco diverse persone che ci sono cascate».
Ha aggiunto che, dopo aver pagato la “caparra” iniziale, le vittime vengono solitamente informate di aver vinto l’asta, ma devono trasferire rapidamente il 5 per cento del valore dell’immobile per “finalizzare l’asta”. Se il pagamento viene effettuato, i truffatori tentano di ottenere un acconto ancora più elevato.
Lan afferma di aver ricevuto email da vittime che hanno trasferito “centinaia e persino migliaia” di euro ai truffatori. Mi ha mostrato uno scambio di email con una vittima a cui era stato detto di aver “vinto” l’asta. Ora quella persona stava cercando di convincere la propria banca a revocare i pagamenti.
La vittima ha raccontato a Lan di essersi imbattuta nell’asta “grazie a un post di Danielle Accardi in un gruppo Facebook chiamato Paradise: Places and Faces”.
Be’, almeno quella pagina Facebook ora non esiste più.
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