Logo
Questo articolo ha più di 44 mesi

Il bollo auto non è stato «cancellato», ma le pendenze di chi non lo ha pagato tra il 2000 e il 2010 potrebbero essere condonate

[…]

24 marzo 2021
Condividi

Il 22 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo dal titolo «Draghi cancella il bollo auto! Una mossa senza precedenti!», pubblicato il 4 marzo 2021 dal sito web Trend-online.com. Nell’articolo si legge che Mario Draghi avrebbe cancellato il bollo auto «con un vero e proprio colpo di teatro», grazie a un provvedimento contenuto nel dl Sostegni che «prevede l’azzeramento dei debiti emessi nel 2015».

Si tratta di una notizia fuorviante e superata dagli eventi..

Innanzitutto, il provvedimento citato nell’articolo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e compare all’articolo 4 del decreto-legge n. 41 del 22 marzo 2021. Il testo di legge prevede che siano «automaticamente annullati i debiti» contenuti nelle cartelle esattoriali fino a 5 mila euro (comprensivi di eventuali interessi) relative alle imposte non pagate. Questo condono – come lo ha definito lo stesso Draghi nella conferenza stampa del 19 marzo scorso – riguarderà tuttavia solo le persone con un reddito massimo imponibile di 30 mila euro e solo le cartelle riferite al periodo che va dal 2000 e dal 2010 (dunque non fino al 2015, come riportato nell’articolo, ma questo punto è stato modificato in seguito ad un acceso dibattito interno all’esecutivo e l’affermazione era sostanzialmente corretta al tempo della pubblicazione).

Il bollo auto è un’imposta gestita dalle regioni e dalle province autonome che grava sugli autoveicoli e i motoveicoli immatricolati in Italia. La tassa è prevista dal cosiddetto “Testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche”  (D.P.R. 5 febbraio 1953 n. 39) e dovrà essere regolarmente pagata anche per il 2021. Il governo Draghi non ha infatti «cancellato» il bollo auto, ma ha attuato un semplice condono sui pagamenti inevasi tra il 2000 e il 2010.

Copertina photo credits: Automobile Italia via Flickr

LEGGI ANCHE
Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp