Logo
Questo articolo ha più di 17 mesi

Cosa non sappiamo sull’incidente di Casal Palocco

Tra YouTube e vita reale, proviamo a rimettere insieme i tasselli dell’incidente in cui ha perso la vita un bambino di 5 anni

16 giugno 2023
Condividi

Intorno alle 15:45 di mercoledì 14 giugno, due automobili si sono scontrate frontalmente su un tratto di strada che collega Acilia a Casal Palocco, due frazioni di Roma Capitale situate nella periferia sud-ovest della città. L’incidente ha coinvolto una Smart Forfour con a bordo una donna di 29 anni che viaggiava insieme ai figli di 3 e 5 anni, e una Lamborghini Urus, guidata da un ventenne e che trasportava altre quattro persone tra i 20 e i 23 anni. Il violento scontro è costato la vita al bambino di 5 anni, Manuel Proietti, mentre la donna e la secondogenita sono rimaste ferite, ma non sono attualmente in pericolo di vita.

Al momento in cui scriviamo non esistono notizie sullo stato di salute dei passeggeri della Lamborghini, ma questi sono stati identificati come i componenti del gruppo The Borderline, volti dell’omonimo canale YouTube da 600 mila follower che, ispirandosi al content creator americano MrBeast, mettono in scena sfide di vario genere e spendono denaro in modi bizzarri.

Il ventenne che guidava il Suv è indagato per il reato di omicidio stradale, ma i pubblici ministeri di Roma stanno verificando anche la posizione degli altri quattro passeggeri della Lamborghini, che potrebbero essere accusati di concorso in omicidio qualora venisse accertato che al momento dell’incidente stavano girando un video da pubblicare sul web. Questo particolare ha scatenato l’indignazione di molti commentatori, tra i quali spicca il segretario di Azione Carlo Calenda, che su Twitter ha sollecitato la necessità di una legge per regolare «i canali social» e per responsabilizzare le piattaforme web.

La dinamica
Una testimone diretta sentita da La Repubblica negli istanti immediatamente successivi allo scontro ha ricostruito la dinamica dell’incidente, avvenuto all’incrocio tra via Archelao di Mileto e via di Macchia Saponara. Secondo quanto raccontato dalla donna, la Smart viaggiava in direzione nord su via di Macchia Saponara e aveva manifestato l’intenzione di svoltare a sinistra, in via Archelao di Mileto, quando è stata travolta dalla Lamborghini che proveniva dalla direzione opposta e che aveva «cercato di superare un altro mezzo» ad alta velocità. Il legale del guidatore indagato ha fornito al Corriere della Sera la sua versione dei fatti, spiegando che «la guidatrice della Smart viaggiava nella corsia opposta a quella su cui marciava la Lamborghini e che a lei sarebbe spettato dare la precedenza».

Secondo i primi accertamenti della polizia locale, al momento dell’incidente la Lamborghini procedeva a una velocità di 110 chilometri orari su un tratto di strada dove il limite è di 30 chilometri all’ora. A tal proposito, l’articolo 589 bis del codice penale stabilisce che «chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da due a sette anni». La velocità del veicolo dovrà comunque essere accertata da perizie più approfondite.

La guida in stato di alterazione
Secondo alcuni resoconti pubblicati dalla stampa, gli esami effettuati nelle ore successive all’incidente avrebbero evidenziato che l’uomo alla guida della Lamborghini fosse positivo ai cannabinoidi. Questo particolare è stato sottolineato anche dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che in un tweet del 15 giugno ha promesso il «ritiro della patente a chi uccide al volante sotto effetto di stupefacenti». Il legale dell’indagato ha smentito questa versione, chiarendo che «non vi erano tracce nel mio cliente di eccitanti o simili, diversamente l’autorità giudiziaria sarebbe pesantemente intervenuta con qualche misura cautelare».

Vale la pena sottolineare che la positività ai cannabinoidi non implica necessariamente l’aggravante di guida in stato di alterazione psicofisica, che in caso di omicidio stradale può comportare una reclusione tra gli 8 e i 12 anni. Tracce di Thc (il principio attivo della cannabis), infatti, possono restare nell’organismo anche per 30 giorni, mentre i suoi effetti si esauriscono nell’arco di poche ore. Per questo motivo, una sentenza della Cassazione risalente al 2021 aveva stabilito che ai fini della configurabilità del reato sia necessario dimostrare il momento dell’assunzione della sostanza stupefacente.

Il noleggio
Uno degli aspetti più dibattuti sui social media riguarda le modalità con cui il gruppo di youtuber è riuscito a noleggiare il Suv. L’articolo 117 del codice della strada vieta infatti ai neopatentati di guidare «autoveicoli con potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t (chilowatt/tonnellata)» o di potenza assoluta superiore ai 70 KW, mentre la Lamborghini Urus ha una potenza di 478 KW.

Tale divieto vale però solo per il primo anno successivo al conseguimento della patente. Dal momento che la legge italiana permette di avere una patente B all’età di 18 anni, è dunque possibile che lo youtuber, avendo compiuto 20 anni, avesse più di un anno di esperienza alla guida. Anche se su questo punto non esistono notizie certe.

Diverso è il discorso che riguarda le regole interne alle società di noleggio, che in molti casi non consentono alle persone con meno di 25 anni di noleggiare auto di lusso. Riguardando alcuni video pubblicati in passato dal canale YouTube, emerge che i ragazzi fossero soliti noleggiare automobili costose da una società chiamata SkyLimit, che tra le sue condizioni di servizio non pone alcun limite d’età, ma solo «un supplemento giornaliero in relazione a determinate categorie di veicoli» sotto i 25 anni. Il noleggio della Lamborghini Urus presso SkyLimit costa 1.500 euro al giorno (senza il sovrapprezzo da applicare ai minori di 25 anni) e l’automobile può raggiungere una velocità massima di 305 chilometri orari.

La challenge
L’aspetto più controverso dell’incidente è certamente quello che riguarda la presunta «challenge» o «sfida online» messa in atto da guidatore e passeggeri della Lamborghini. Innanzitutto, è bene precisare che quello di guidare auto di lusso ad alta velocità non è un trend attualmente in corso sulle piattaforme di social network, che negli ultimi tempi si sono dotate di strumenti e di policy per proteggere gli utenti dalle sfide pericolose che potrebbero scatenare fenomeni emulativi. Per approfondire l’argomento delle social challenge ci consigliamo il nostro sito web dedicato a una corretta divulgazione del tema.

Ma quindi, cosa ci facevano gli youtuber con una Lamborghini noleggiata? Un indizio in tal senso arriva da un video pubblicato sui social da uno dei Borderline, che in quel momento non era alla guida, e rimosso poco dopo l’incidente. Roma Today lo ha descritto spiegando che «il gruppo stava facendo un video, con uno dei classici format del gruppo. Una sfida: 50 ore in una Lamborghini».

In passato il canale YouTube dei ragazzi aveva già pubblicato contenuti simili e uno dei video disponibili sul canale contiene la sfida di passare 50 ore in una Tesla Model 3, non sempre in movimento ma comunque senza mai scendere. Il filmato è stato pubblicato lo scorso mese di agosto e nella descrizione si legge che, se il video avesse raggiunto 100 mila like (ovvero, “mi piace”), il gruppo avrebbe ripetuto lo stesso esperimento con una Lamborghini. Mentre scriviamo, il video conta 99.252 like.

L’esistenza di una sfida di questo tipo non ha comunque ricevuto al momento conferme ufficiali e nei giorni scorsi gli inquirenti hanno sequestrato i telefoni dei passeggeri per accertare se al momento dell’incidente qualcuno stesse filmando l’accaduto. In quel caso potrebbe configurarsi per loro il reato di concorso in omicidio stradale.

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp