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Il dato ciclicamente distorto sulle 700 mila persone “pronte a partire” dalla Libia
La stima indica invece il numero complessivo di stranieri presenti in Libia, non di chi vuole raggiungere l’Europa
Secondo il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, solo dalla Libia sarebbero pronte a partire alla volta dell’Europa 700mila persone migranti. È questa la notizia che in questi giorni compare sui siti di diversi quotidiani italiani, da Repubblica (“Migranti, relazione del Copasir: ‘Circa 700 mila irregolari in Libia pronti a partire’”) a Libero (“Immigrazione, allarme del Copasir: in 700mila pronti ad attraversare il Mediterraneo”) passando per Il Giornale (“‘Oltre 1 milione pronti a partire’. L’allerta del Copasir per la ‘bomba’ migranti in nord Africa”).
Le cose però non stanno così. Quel numero infatti non si riferisce alle persone presenti nel Paese nordafricano pronte a partire. Inoltre, come vedremo, da ormai quasi dieci anni questo numero è presentato ciclicamente sui giornali italiani in maniera scorretta e ripreso poi da politici e commentatori sui social, generando allarmismi e confusione su un tema complesso e articolato come quello relativo ai flussi migratori.
Cosa dice la relazione del Copasir
Gli articoli citati in precedenza fanno riferimento a una relazione approvata il 5 febbraio 2025 dal Copasir, cioè il comitato parlamentare che si occupa di verificare che le attività delle agenzie di intelligence italiane si svolgano nel rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato. Tra le varie questioni trattate nella relazione (che può essere consultata qui), c’è anche quella migratoria.
Alle pagine 15 e 16 si legge che «l’Italia è crocevia, nel Mediterraneo, di flussi migratori provenienti dall’Est e dall’Africa e il fenomeno migratorio è strettamente connesso con la situazione di insicurezza e di conflittualità di molti territori». Viene inoltre spiegato che il Paese da cui parte la maggioranza delle persone migranti dirette in Italia è la Libia, con specifiche sul prezzo da pagare ai trafficanti per la traversata, su come queste persone si procurano il denaro necessario – «svolgendo lavori nelle città della Libia», si legge nella relazione – e su come poi vengano tenuti in edifici recintati prima di essere trasportati su camion per raggiungere la costa da dove inizierà la traversata in mare.
Nel documento si informa poi che in Libia, «secondo quanto riferito nelle audizioni svolte, sono presenti circa 700 mila immigrati irregolari», mentre in Tunisia, secondo le autorità locali, «circa 700-800 mila probabilmente sovrastimati». In nessuna parte del documento viene specificato però che queste cifre indicano le persone in Libia e Tunisia “pronte a partire” per l’Italia.
Come ha infatti precisato su X il 9 febbraio 2025 Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni, commentando l’articolo di Repubblica citato in precedenza, il dato delle 700mila persone è una stima prodotta dall’agenzia, «non è una novità ed è in realtà invariata da anni» e soprattutto «indica il numero di stranieri in Libia», «non chi vuole partire». La decisione di partire e la possibilità di farlo, continua Di Giacomo, dipendono «da dinamiche complesse, mutevoli e non quantificabili».
La stima (OIM) di 700000 non è una novità ed è in realtà invariata da anni: indica il numero di stranieri in Libia, ma non chi vuole partire.
— Flavio Di Giacomo (@fladig) February 9, 2025
La decisione di partire (e la possibilità di farlo) dipende da dinamiche complesse,mutevoli e non quantificabilihttps://t.co/LyoOn4ooxm
In base agli ultimi dati forniti dall’OIM e che riguardano il periodo che va da agosto a ottobre del 2024, in Libia erano stati identificati 787.326 persone migranti di 44 nazionalità differenti presenti nei 100 i comuni libici (tra ottobre e dicembre del 2023 ne erano stati registrati poco più di 700mila).
🚨Just in: IOM Libya DTM Round 54 Migrant Information Package, including DTM Migrant Report, Key Findings Factsheet & Migrant Baseline & Flow Monitoring Dataset. Covering the period Aug-Oct 2024, this round of data collection identifies at least 787,326 migrants present in Libya. pic.twitter.com/0yFnvIhqaG
— IOM Libya (@IOM_Libya) December 23, 2024
Nel documento che analizza gli ultimi dati, l’agenzia scrive che il «numero di migranti identificati nell’ottobre 2024 è il più alto» dal 2016, cioè l’anno in cui è iniziato il rilevamento, e che è stato osservato «un aumento del numero di migranti, in particolare nelle zone costiere orientali e nella Libia occidentale, come risultato di maggiori opportunità di sostentamento, anche nei settori dell’edilizia, del petrolio, del commercio e dell’agricoltura, e in parte dovuto alla situazione di sicurezza relativamente stabile in alcuni comuni».
Come aveva infatti spiegato a Repubblica nel 2023 sempre Flavio Di Giacomo, «si fa l’errore di pensare che chi sta in Libia voglia per forza partire, mentre la Libia è soprattutto un Paese di destinazione» per i cittadini dei Paesi del continente africano alla ricerca di un lavoro. Come si leggeva in un report dello OIM del 2020 sulle dinamiche di migrazione della manodopera nel Paese, infatti, «la Libia è stata storicamente una delle principali destinazioni per i lavoratori stranieri provenienti dall’Africa subsahariana, dal Nord Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia, che hanno contribuito in modo significativo all’economia locale».
Una stima presentata ciclicamente in maniera scorretta
Come detto, è da tempo che questa stima degli stranieri presenti in Libia viene presentata da media e politici come il numero delle persone pronte a partire per l’Italia.
Nel 2018, ad esempio, prima l’ex ministro dei Trasporti del governo Conte I Danilo Toninelli, poi il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in un editoriale, avevano parlato in modo scorretto di questa stima. Già all’epoca, Flavio Di Giacomo aveva chiarito che non si poteva dire con certezza quanti di quei 700mila stranieri in Libia fossero pronti a partire. «Molti non vogliono farlo, molti si ritrovano costretti all’ultimo minuto. La situazione è molto fluida», aveva spiegato il portavoce IOM.
Nel 2023, il Corriere della Sera aveva pubblicato un articolo in cui si riportava un allarme dei servizi segreti italiani secondo cui «685 mila persone» in Libia sarebbero state «pronte a partire» per l’Italia. La presunta notizia era stata poi rilanciata anche dalla deputata della Lega Simonetta Matone. Come però aveva ribattuto Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) ed esperto di immigrazione, si trattava di un errore. Il numero dei servizi segreti riportato dal quotidiano riguardava, per l’appunto, i migranti presenti in Libia secondo le stime OIM, non quelli pronti a partire.
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