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Luigi Di Maio ha davvero detto che «le auto blu sono il male del mondo», ma oggi le utilizza nel rispetto dei protocolli di sicurezza

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22 ottobre 2020
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Mercoledì 21 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 20 ottobre su Facebook. Il post oggetto della nostra verifica contiene un’immagine che attribuisce a Luigi Di Maio la frase «Le auto blu sono il male assoluto, se mi vedete in auto blu linciatemi», datata 21 marzo 2013. La presunta citazione è accompagnata da un testo che recita: «Viaggiava con il treno in seconda classe. Entrato nella scatola, fotografo personale a 35mila euro e Audi A8 presidenziale con autista».

Si tratta di una notizia vera.

La citazione attribuita al ministro degli Esteri Luigi Di Maio è riportata in due articoli pubblicati il 23 marzo 2013 da Napoli Today e dal Corriere del Mezzogiorno in occasione dei festeggiamenti per l’elezione a quarto vicepresidente della Camera di Di Maio. In generale, quella contro le auto blu è una storica battaglia dell’esponente del Movimento 5 Stelle, che nel novembre 2013 aveva presentato alla Camera il primo ordine del giorno sul tema.

Quanto alle altre informazioni riportate nel post oggetto della nostra verifica, il fotografo citato è Roberto Dia che secondo un articolo de Il Giornale datato 12 agosto 2020 sarebbe stato assunto come fotografo personale di Di Maio con «un compenso che si aggira sui 35mila euro lordi l’anno». Secondo quanto riportato sempre da Il Giornale, l’informazione è stata confermata a Panorama dallo staff del ministro degli Esteri. La redazione di Facta ha contattato il ministero degli Esteri per ottenere una conferma, ogni eventuale risposta sarà pubblicata come aggiornamento a questo articolo.

Di Maio, inoltre, utilizza realmente l’auto blu per i suoi spostamenti ufficiali da ministro degli Esteri, così come faceva nel governo Conte I da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Tale circostanza rientra infatti nel protocollo di sicurezza predisposto dal ministero degli Esteri e approntato da tutti i ministeri, come dichiarato a febbraio 2020 dall’ex ministra Barbara Lezzi nel corso della trasmissione di La7 Non è l’Arena.

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