Giovedì 29 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto diverse segnalazioni via WhatsApp che chiedevano di verificare un passaggio dell’intervista rilasciata il 20 ottobre 2020 dall’ex direttore della Protezione civile Guido Bertolaso al quotidiano Libero.
Il passaggio in questione è una risposta di Bertolaso, che durante l’intervista dichiara: «Gli ospedali italiani dovrebbero alleggerire prima possibile i loro reparti Covid e distribuire i malati per curarli meglio. Spesso ciò non avviene per ragioni economiche: il drg (Diagnosis related groups: il sistema di retribuzione degli ospedali per ogni attività di cura, ndr): riconosce 2.000 euro al giorno per ogni paziente di Covid-19. Un ospedale con 100 malati di Covid in reparto riceve dalla propria Regione, e quindi dallo Stato, 200.000 euro quotidiani. Come si può pensare che spontaneamente i vari ospedali si privino di malati di Covid per mandarli altrove?».
Si tratta di un’affermazione fuorviante.
Guido Bertolaso fa riferimento ai Diagnosis related groups (Raggruppamenti omogenei di diagnosi), un sistema creato nel 1967 a Yale dal gruppo di ricerca guidato dal dottor Robert Fetter, con l’obiettivo di attribuire un valore economico alle cure offerte da un ospedale. L’intento era quello di razionalizzare le risorse in base alla performance operativa degli ospedali e tale metodo è attualmente utilizzato dallo Stato italiano per valutare la quantità di risorse da destinare a ogni singolo istituto pubblico di cura.
Per questo motivo un decreto del ministero della Salute del 18 ottobre 2012 ha fissato un vero e proprio tariffario delle prestazioni ospedaliere, pubblicato in Gazzetta ufficiale. Ad ogni prestazione corrisponde dunque un costo, calcolato sulla base del costo del trattamento per l’ospedale e tenendo conto complessità della cura.
Trattandosi di una tabella stilata nel 2012, non è naturalmente presente una voce relativa al trattamento della malattia da nuovo coronavirus, nota come Covid-19. Il costo sostenuto dal Sistema sanitario nazionale per la cura dei pazienti Covid viene dunque calcolato in base al codice relativo ai sintomi con cui i pazienti si presentano in ospedale.
Attualmente non esiste un calcolo ufficiale del costo (e del relativo rimborso) per ogni singolo paziente Covid, ma una stima dettagliata è contenuta nell’Instant Report dell’Altems, un report pubblicato il 4 giugno 2020 dall’Alta scuola di economia e management dei servizi sanitari dell’Università Cattolica. Secondo il rapporto, «al 60 per cento dei ricoveri viene riconosciuto il DRG 79» ovvero quello relativo alle «Infezioni e infiammazioni respiratorie» per pazienti con età superiore ai 17 anni. Annotando il numero complessivo dei ricoveri, la percentuale di ricoveri registrati per ogni singola voce della tabella e il costo di ogni singolo trattamento, il rapporto conclude che lo Stato spende 1.425 euro al giorno per ogni singolo ricovero in terapia intensiva, 8.476 euro a paziente per i ricoveri ordinari da Covid-19 (considerando una degenza media di 12 giorni, si tratterebbe di 706 euro al giorno).
La redazione di Facta ha contattato l’ufficio stampa della Ragioneria generale dello Stato per ottenere una conferma di queste stime. Siamo al momento in attesa di una risposta che, se ricevuta, verrà inserita come aggiornamento nel nostro articolo.
In conclusione, la cifra di «2.000 euro al giorno» per ogni singolo paziente Covid non è presente in alcun calcolo ufficiale. Le uniche stime in nostro possesso parlano di un costo per il Servizio sanitario nazionale molto più basso, tra i 706 e 1.425 euro al giorno per singolo paziente. Tale cifra, in ogni caso, non rappresenta un guadagno per l’ospedale ed è rapportata ai costi sostenuti dalla singola struttura durante il trattamento del paziente.