Lo scorso 8 aprile è stata visibile un’eclissi solare totale tra Messico, Stati Uniti e Canada. Siccome si tratta di un fenomeno piuttosto raro, l’evento è stato al centro di un’intensa copertura mediatica – nonché di svariate teorie del complotto.
Come ha scritto il giornalista David Gilbert su Wired, le teorie sull’eclissi hanno coperto «qualsiasi scenario apocalittico», dall’usuale fine del mondo a un «piano segreto per avvelenare la popolazione attraverso dei palloni aerostatici, passando per rituali occulti e addirittura l’imposizione della legge marziale finalizzata a inaugurare un “nuovo ordine mondiale”».
Una delle più gettonate sui social network, specialmente su TikTok, riguarda invece un fantomatico «pianeta X» – cioè non ancora identificato – di nome Nibiru, che sarebbe entrato nell’orbita della Terra per causare varie calamità naturali e potenzialmente la fine della civiltà umana.
Per sgomberare subito il campo dai dubbi, va detto che non esiste (e non è mai esistito) alcun pianeta Nibiru; né, tanto meno, che questo pianeta sia in rotta di collisione con la Terra. Tra gli altri, l’ha ribadito più e più volte l’astrofisico ed ex ricercatore della NASA David Morrison. Nonostante ciò, l’idea di un corpo celeste misterioso – e minaccioso – circola da decenni e ha mostrato una sorprendente persistenza nell’immaginario popolare.
Il mito di Nibiru mescola infatti millenarismo, fantascienza, ufologia e pseudo-astronomia. Più recentemente, inoltre, è entrato a far parte di un certo filone negazionista sul cambiamento climatico.
Le origini di Nibiru, tra sumeri e Ufo Nibiru ha un preciso inventore: lo scrittore azero naturalizzato statunitense Zecharia Sitchin. Il fantomatico pianeta, infatti, compare per la prima volta nel suo libro del 1976 intitolato “Il dodicesimo pianeta”.
Basandosi su fantasiose interpretazioni di alcune incisioni sumere, Sitchin sostiene che nel sistema solare ci sarebbe un decimo corpo celeste – il dodicesimo se si includono la Luna e il Sole – non ancora individuato oltre Nettuno. Ogni 3600 anni questo fantomatico pianeta, che prende il nome dall’astrologia babilonese, graviterebbe intorno alla Terra.
Nibiru sarebbe stato popolato da una razza aliena di umanoidi alti tre metri, gli Annunaki (che compaiono anche in altre teorie). Questi extraterrestri sarebbero arrivati sul nostro pianeta 450mila anni fa in cerca di minerali e oro, di cui la loro civiltà necessitava. Siccome c’era anche bisogno di manodopera, gli Annunaki avrebbero creato l’Homo sapiens incrociandol’Homo erectus con la propria razza. I primi umani senzienti, insomma, sarebbero stati minatori al servizio di alieni.
Quella di Sitchin è una teoria creazionista che prende spunto dalla leggenda ufologica (e subdolamente razzista) degli «astronauti alieni», coniata nel 1968 dallo scrittore svizzero Erich von Däniken e di cui avevamo già parlato in questo articolo. Sitchin scriverà poi altre decine di libri sul tema, vendendo milioni di copie in tutto il mondo e ispirando il culto ufologico raëliano.
Il pianeta Nibiru immaginato da Sitchin non è però una minaccia alla vita umana. Anzi, sarebbe addirittura la culla della nostra specie. La variante apocalittica – quella della collisione con la Terra – viene elaborata intorno al 1995 da Nancy Lieder, una donna del Wisconsin che dice di essere in contatto con gli alieni Zeta (conosciuti anche come Grigi nel gergo ufologico) provenienti dal sistema di Zeta Reticuli.
Secondo Lieder, Nibiru sarebbe grande quattro volte la Terra: un suo eventuale passaggio ravvicinato sarebbe dunque in grado di innescare immensi sconvolgimenti – tra cui, scrive sul sito, «maremoti, terremoti di magnitudo 15 sulla scala Richter ed esplosioni vulcaniche che depositeranno una nube di cenere che rimarrà per decenni nell’atmosfera».
Il governo statunitense e la NASA sarebbero a conoscenza di questa terribile eventualità, ma la terrebbero nascosta per non terrorizzare la popolazione. Gli unici a salvarsi dalla catastrofe saranno le persone che hanno ascoltato la Lieder, e che per questo verranno prelevati dagli Zeta prima dell’impatto.
Da questo punto di vista, la donna non si è inventata nulla di nuovo: la salvezza dalla fine del mondo per mano aliena era al centro del sistema di credenze della setta ufologica dei “Cercatori”, attiva negli anni Cinquanta negli Stati Uniti.
La leader del gruppo, una donna di nomeDorothy Martin, diceva di essere in contatto con degli extraterrestri chiamati “i guardiani” e aveva previsto che il 21 dicembre del 1954 un’immensa alluvione avrebbe spazzato via la Terra. Ovviamente non era successo nulla, ma i suoi seguaci non l’avevano comunque abbandonata. La setta era stata studiata dagli psicologi sociali Leon Festinger, Henry W. Riecken e Stanley Schachter, che da quell’esperienza hanno coniato il concetto di dissonanza cognitiva.
Molti anni più tardi, Lieder fa una cosa molto simile a quanto fatto da Martin: a metà di maggio del 2003 annuncia sul proprio sito che, il giorno 27 dello stesso mese, Nibiru sarebbe passato nell’orbita terrestre. A comunicarglielo, come al solito, sono stati gli Zeta.
Ma quando arriva il fatidico giorno, non succede assolutamente nulla.
Dai Maya al Vangelo, fino al negazionismo climatico Nonostante il fallimento della profezia di Lieder, il mito di Nibiru non sparisce. Anzi: ritorna in auge nel 2012, fondendosi con le teorie sulla fine del mondo legate a una lettura completamente inventata dell’antico calendario Maya.
Il pianeta finisce infatti nel calderone di catastrofi – tra cui campeggiano tempeste solari, allineamenti di pianeti, «cinture fotoniche» e tanto altro ancora – che dovrebbero annientare la Terra. Naturalmente, anche in questo caso la data fissata per l’apocalisse (il 21 dicembre del 2012) passa senza che si verifichi alcunché.
Ancora una volta, però, la leggenda di Nibiru sopravvive e si tinge di millenarismo cristiano. Nel 2016 viene infatti recuperata dal complottista e sedicente «numerologo» statunitense David Meade, autore del libro “Planet X – The 2017 Arrival”.
Basandosi su alcuni versetti del Vangelo di Luca e dell’Apocalisse di Giovanni, Meade profetizza la fine del mondo per il 23 settembre del 2017. Per l’uomo, l’impatto di Nibiru sarà preceduto dal «rapimento» – ossia la salvezza degli eletti cristiani da parte di Gesù, un concetto escatologico adottato dall’evangelismo angloamericano. Per farla più breve: al posto degli alieni Zeta di Lieder, Meade mette Cristo.
Chiaramente, il mondo non è finito il 23 settembre e nemmeno in altre date proposte dallo stesso Meade, come ottobre 2017 e aprile 2018.
Arriviamo così a tempi più recenti. Prima dell’eclisse solare dell’8 aprile, a far circolare il mito di Nibiru ha contribuito attivamente il podcaster statunitense Joe Rogan, che ne ha parlato negli episodi 1965 e 1969 del suo seguitissimo podcast andati in onda nell’aprile del 2023. Ma è soprattutto su TikTok che la teoria ha trovato una grande cassa di risonanza: complessivamente, i video che contengono la parola “Nibiru” sono più di 25mila, per un totale di 400 milioni di visualizzazioni.
Il revival del «pianeta X» è dovuto in larga parte al rinnovato interesse nei confronti delle «antiche civiltà», nonché verso altri miti pseudoscientifici e apocalittici come quello sull’inversione dei poli magnetici.
Per quanto possano sembrare improbabili e persino innocue, queste teorie promuovono subdolamente argomentazioni tipiche del negazionismo climatico. Tirando in ballo Annunaki, cataclismi imprevedibili o pianeti impazziti si eliminano completamente dal quadro le responsabilità antropiche e il peso delle emissioni climalteranti nell’attuale crisi climatica.
Alla fine, insomma, a essere promosse sono narrazioni fataliste: siccome siamo di fronte a forze immensamente più grandi di noi – che esistono da tempo immemore – tanto vale non fare nulla. Al limite, se proprio siamo fortunati, verranno a salvarci gli alieni o Gesù Cristo.