L’ex deputata sembra avere una fascinazione per dittatori e autocrati. Nel 2017 si è incontrata segretamente in Siria con Bashar al-Assad, dicendo in seguito che «non è un nemico degli Stati Uniti». Sempre in quell’anno ha detto di non credere che il regime di Assad abbia usato armi chimiche contro la popolazione civile, una circostanza confermata dall’intelligence statunitense e da inchieste giornalistiche indipendenti.
Kristi Noem, segretaria alla sicurezza interna
La governatrice 52enne del Dakota del Sud è un’altra fedelissima di Donald Trump.
Nel suo mandato si è schierata in prima linea sul fronte delle «guerra culturali» conservatrici – approvando una legge per limitare la partecipazione delle persone transgender negli sport e prendendosela con la «teoria critica della razza» (critical race theory), una teoria sul razzismo sistemico nata negli anni ’70 e diventata uno spauracchio della destra statunitense.
Durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19 si è rifiutata di implementare lockdown o misure più stringenti di sanità pubblica, portando il Dakota del Sud ad avere uno dei più alti tassi di mortalità nel Paese.
Noem è nota anche per aver fatto svariati commenti razzisti e offensivi contro le comunità native americane dello Stato, che hanno reagito vietando l’ingresso nei lori territori. La governatrice si trova dunque nella situazione paradossale di non aver accesso a circa un quinto del Dakota del Sud.
La politica repubblicana si è poi attirata molte critiche per aver raccontato, nella sua biografia No Going Back, l’abbattimento del suo cane di 14 mesi e di una capra di sua proprietà, poiché quest’ultima si sarebbe comportata in modo «malvagio e malevolo».
Pete Hegseth, segretario alla difesa
Quella di Hegseth è una delle nomine che ha destato più scalpore, vista la delicatezza del ruolo che andrebbe a ricoprire.
Il 44enne è un veterano delle guerre in Afghanistan e Iraq, ma a parte questo non ha alcuna esperienza a livello internazionale né ha mai avuto a che fare con il settore della difesa statunitense. La logica dietro alla sua scelta è un’altra: Hegseth è uno dei conduttori più radicali di Fox & Friends, una delle trasmissioni di Fox News maggiormente apprezzate da Trump.
In quella veste ha detto, giusto per fare qualche esempio, che le donne non dovrebbero servire nell’esercito e che i generali statunitensi sono plagiati dall’ideologia “woke” e andrebbero rimossi tutti quanti. Quella di condurre purghe nelle forze armate è una delle ossessioni di Trump, che vorrebbe circondarsi di militari fedeli esclusivamente a lui – e non alla Costituzione.
Il conduttore di Fox News è anche un estremista di destra: sul corpo ha diversi tatuaggi, come quello della croce di Gerusalemme o la scritta Deus Vult (“Dio lo vuole”), che riproducono simboli utilizzati da milizie suprematiste e movimenti nazionalisti cristiani.
Nel 2019 si è vantato in diretta di non lavarsi le mani da dieci anni perché «i germi non li vedo, quindi non esistono». Nel 2017, come ha riportato il New York Times, Hegseth è stato denunciato in California per violenza sessuale; la causa non è però andata andata avanti.