Il 12 novembre 2024 è stato pubblicato un post su Facebook per cui un rapporto delle Nazioni Unite avrebbe accertato 8.119 vittime a Gaza, e non «40mila». Questo significherebbe una conferma da parte dell’ONU «che i numeri di Hamas erano pura propaganda».
La presunta notizia è stata condivisa anche da Il Riformista in un articolo del 12 novembre intitolato “Morti a Gaza, anche l’Onu conferma che i numeri di Hamas erano pura propaganda: il rapporto che taglia le cifre dei terroristi”.
La notizia è presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, e diffonde un’informazione falsa.
Nell’articolo de Il Riformista si legge che l’ultimo rapporto sulla situazione di Gaza, rilasciato l’8 novembre dall’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr), ha accertato 8.119 morti al 2 settembre 2024, mentre secondo i dati del ministero della Salute di Gaza di quattro mesi prima, «i morti sarebbero stati 34.535». Per l’autore dell’articolo, «il problema è che l’Onu stessa [..] ha sempre fatto riferimento ai numeri forniti dal ministero della Salute di Gaza (vuol dire Hamas)».
A pagina 5 (punto 7) del documento dell’Ohchr vengono riportati i dati del ministero della Salute della Palestina (controllato da Hamas). In base a questi numeri, dal 7 ottobre 2023 (giorno in cui il gruppo estremista palestinese Hamas ha attacco Israele) ad aprile 2024, a causa degli attacchi aerei, terrestri e marittimi israeliani, e combattimenti terrestri in tutta Gaza, sono stati uccisi 34.535 palestinesi, feriti 77.704 e si contano 10mila dispersi. L’Ohchr, si legge a pagina 6 (punto 12), fino al 2 settembre 2024 è riuscita a identificare 8.119 palestinesi, di cui 2.036 donne e 3.588 bambini.
Ma questo non significa che l’ONU reputa i numeri di Hamas inaffidabili o «pura propaganda». Significa invece che l’Ohchr in prima persona ha identificato 8mila vittime fino al 2 settembre.
Tra l’altro, per l’ONU il numero comunicato dal ministero della Salute controllato da Hamas sarebbe in realtà una sottostima (pagina 5, punto 10). Infatti, le Nazioni unite considerano che il totale delle vittime e dei feriti potrebbe essere molto più alto, vista la quantità delle infrastrutture civili (ospedali compresi) distrutti, la mancanza di un’adeguata assistenza umanitaria per fornire beni primari, l’esposizioni a malattie a causa di condizioni di vita antigeniche e la mancanza di accesso ai servizi essenziali.
Ajith Sunghay, capo dell’Ufficio delle Nazioni unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati ha spiegato a Reuters che le vittime incluse nel rapporto sono state verificate da diverse fonti, che tempo recuperare e verificare tutte le vittime, e che «il conteggio finale delle Nazioni Unite sarà probabilmente simile a quello palestinese».
Già in passato la portavoce dell’ONU Farhan Haq aveva spiegato la differenza tra numero totale delle vittime e corpi identificati (entrambi dati che in quell’occasione erano stati forniti da Hamas).
Specifichiamo infine che vari esperti del settore considerano i dati del ministero della Salute di Gaza come «affidabili», e non ci sono prove che questi numeri siano stati gonfiati.