Il 19 gennaio 2021 è stata pubblicata su Facebook un’immagine recante lo screenshot di una pagina web, con la didascalia «Studio tedesco rivela che la mascherina danneggia il 68% dei bambini con 24 tipi diversi di disturbi della salute!». L’immagine e l’affermazione si riferiscono a un articolo pubblicato il 2 gennaio 2021 dal sito GreenMedInfo intitolato “Danni delle mascherine nei bambini: il 68 per cento dei genitori riporta problemi psicologici e fisici allarmanti in uno studio unico nel suo genere”, che riferisce i risultati di uno studio effettuato in Germania sugli effetti delle mascherine in bambini e adolescenti. L’articolo è stato condiviso su Facebook oltre 8.000 volte, secondo lo strumento di analisi dei social network CrowdTangle.
Lo studio di cui parla GreenMedInfo esiste, ma non può dimostrare quanto viene sostenuto nell’articolo. Vediamo perché.
Lo studio, disponibile sulla piattaforma ResearchSquare come preprint non ancora sottoposto a revisione da parte di esperti, è stato pubblicato in origine il 18 dicembre 2020 (e aggiornato il 5 gennaio 2021). È intitolato “Studio ‘Co-Ki’ sul coronavirus nei bambini: Primi risultati di un registro nazionale tedesco sulle mascherine nei bambini” ed è firmato da cinque ricercatori dell’Università di Witten/Herdecke.
Come evidente leggendo lo studio, e come hanno anche raccontato i nostri colleghi di HealthFeedback, non si tratta però di uno studio capace di individuare una relazione causa-effetto. Lo studio infatti descrive i risultati di un database in cui – citiamo lo studio – «genitori, insegnanti, medici e altri possono inserire le proprie personali osservazioni sugli effetti delle mascherine su bambini e adolescenti», tramite un questionario online (disponibile qui). La grande maggioranza delle risposte al questionario viene da genitori (87,7 per cento) e lo studio si è concentrato sulle risposte fornite da questi. In particolare, il 67,7 per cento dei genitori che hanno risposto al questionario (e non quindi dei bambini, come dice erroneamente il post su Facebook) ha riportato che i loro bambini si sono lamentati per effetti veri o presunti delle mascherine, e il 66,1 per cento dei genitori ha osservato sul bambino un qualche tipo di effetto negativo attribuito alle mascherine. Questi effetti negativi (i «disturbi» a cui si riferisce il post su Facebook) sono estremamente lievi come «fastidio» o «prurito al naso», o comunque non seri come «difficoltà di concentrazione» e «mal di testa». L’effetto più grave (riportato in meno del 2 per cento dei casi) è il vomito.
Non esiste però alcun gruppo di controllo che confronti bambini con e senza mascherina e possa misurare le differenze nel loro stato di benessere e quindi, come ammette lo studio stesso, «i dati si riferiscono a eventi medici osservati dai genitori nel contesto dell’uso di una mascherina, ma non necessariamente causati o correlati alle mascherine». Lo studio inoltre non misura un campione rappresentativo: come fa notare HealthFeedback e come scrivono anche i colleghi di PolitiFact, il 42 per cento dei partecipanti al database pensa che il governo tedesco sia stato troppo restrittivo nei suoi provvedimenti per fermare la pandemia di Covid-19, ma un sondaggio su un campione casuale ha mostrato che questa percentuale nella popolazione tedesca è molto più bassa, intorno al 10 per cento. Gli autori dello studio scrivono anche che «il link al questionario è stato trovato anche in gruppi di discussione sui social media che criticano le misure protettive del governo». A questo si aggiunge che, come di nuovo nota lo studio stesso, non si può escludere che al questionario abbiano risposto preferenzialmente persone che avevano notato (veri o presunti) effetti negativi delle mascherine sui loro figli.
In conclusione, tutto quello che dimostra lo studio è l’esistenza di un database di effetti (nessuno dei quali «allarmante») sulla salute, segnalati spontaneamente dai genitori e da questi attribuiti all’uso delle mascherine, ma nessuna correlazione causa-effetto.
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