Il 20 dicembre 2022 è stato pubblicato un tweet in cui si legge: «Severgnini ha detto veramente che “15k al mese che, sì sono bei soldi, ma non è che sei ricco”». L’autrice del tweet ha pubblicato la frase insieme all’hashtag #ottoemezzo, facendo dunque riferimento alla puntata della trasmissione di La7 Otto e mezzo, andata in onda lo stesso 20 dicembre.
Il giorno successivo il virgolettato è stato rilanciato dalle testate Libero e Il Giornale, che hanno parlato rispettivamente di «schiaffo ai comuni mortali» e del «polverone sui social» sollevato dalla frase. Alcuni utenti hanno invece messo in dubbio l’autenticità del virgolettato, facendo riferimento a una dichiarazione del 13 dicembre 2022 in cui il giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini affermava l’esistenza di una «corruzione mentale», per la quale alcuni politici «abituati a vivere, a trattare, a viaggiare insieme ai potenti, ai ricchi, agli uomini di spettacolo» considererebbero «poca roba» uno stipendio di 15 mila euro «che per chiunque di noi è un signor stipendio e tutti gli italiani firmerebbero adesso».
Ma che cos’ha detto realmente il giornalista?
La puntata di Otto e mezzo del 20 dicembre 2022 è integralmente disponibile a questo link e si è occupata del cosiddetto Qatargate, l’inchiesta giudiziaria che vede coinvolti alcuni esponenti e funzionari del Parlamento europeo, accusati di aver ricevuto denaro e regali dal Qatar con lo scopo di influenzare le decisioni riguardanti il Paese arabo. Oltre a Severgnini, la trasmissione condotta da Lilli Gruber ha ospitato anche il politico Pier Luigi Bersani, il direttore di Domani Stefano Feltri e la giornalista di Libero Brunella Bolloli.
Al minuto 07:15, Severgnini ha rispolverato la teoria, già esposta il 13 dicembre, ipotizzando che «a un certo punto ad alcuni uomini politici venga quasi una sorta di strana invidia». Fingendo di essere uno degli uomini politici in questione, Severgnini si è poi lanciato in un discorso diretto: «Io sono quello che ti firma la legge per gli appalti, alla fine tu vinci l’appalto e dopo un mese ti vedo col Porsche Cayenne mentre io sono sulla Panda Cross. Perché è il mio mestiere, prendo quindici-dieci mila euro al mese, che son molti ma non è che diventi proprio ricco».
La frase riportata su Twitter e rilanciata da alcune testate giornalistiche è dunque corretta, ma può risultare fuorviante se estrapolata dal suo contesto. Questa si inseriva infatti all’interno di un finto discorso diretto pronunciato dal punto di vista degli esponenti politici implicati nel Qatargate. Solo qualche giorno prima Severgnini aveva definito quello di 15 mila euro «un signor stipendio» che «tutti gli italiani firmerebbero» per avere.