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Sì, Inail e Iss hanno raccomandato ai bagnini di non effettuare la respirazione bocca a bocca, ma esistono altri modi di praticare la rianimazione

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14 maggio 2020
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Giovedì 14 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp diverse segnalazioni che chiedevano di verificare una notizia, circolata sull’app di messaggistica istantanea e su Facebook, secondo cui i bagnini questa estate non potranno effettuare in caso di emergenza la respirazione bocca a bocca, come parte dei dispositivi di protezione messi in campo per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

La notizia è vera.

La raccomandazione è contenuta nel «Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia» stilato e pubblicato il 12 maggio da Inail e Istituto superiore di sanità. Tra le linee guida contenute nel documento, approvato il 10 maggio dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza, a pagina 17 si legge: «In attesa di nuove evidenze scientifiche, si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni)».

Tale misura si è resa necessaria per ridurre al minimo il rischio di contagio nelle operazioni di rianimazione e segue le raccomandazione impartite dall’Italian Resuscitation Council (Irc) e dall’European Resuscitation Council (Erc), le massime autorità in materia di rianimazione cardio-polmonare, che prescrivono ai «soccorritori laici» (ovvero allo staff non medico che si occupa di primo soccorso) di «eseguire la rianimazione con le sole compressioni toraciche e con i defibrillatori di accesso pubblico».

Niente respirazione bocca a bocca, dunque, ma via libera alle pratiche di rianimazione che possono essere effettuate in sicurezza, come quelle che richiedono l’utilizzo di bombole d’ossigeno, maschere d’ossigeno e reservoir (una maschera con un sacchetto che funge da riserva di ossigeno), attrezzature già obbligatorie in alcune zone del territorio italiano e più efficaci della respirazione bocca a bocca, potendo somministrare concentrazioni di ossigeno tra il 60 per cento e il 90 per cento.

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