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Sostenere che il vaccino di Moderna contro la Covid-19 «funziona: da dicembre un miliardo di dosi l’anno» è fuorviante

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4 giugno 2020
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Il 3 giugno la redazione di Facta ha ricevuto alcune richieste di verifica di un articolo dal titolo «Il vaccino funziona: da dicembre un miliardo di dosi l’anno» pubblicato il 29 maggio 2020 sul sito de L’Espresso.

Il testo riporta i risultati della prima fase di sperimentazione clinica del vaccino prodotto dall’azienda Moderna, con sede a Cambridge nel Massachusetts (Usa), che si occupa di ricerca e sviluppo di farmaci a base di mRNA. In merito al vaccino, dal nome mRNA-1273, si legge nel sottotitolo dell’articolo che ci è stato segnalato, «crea anticorpi che neutralizzano il covid» e, più avanti, «i test sono ok e sarà approvato in autunno. Poi partirà la produzione di massa». L’articolo contiene poi un’intervista ad Andrea Carfi, uno scienziato italiano a capo del team sulle malattie infettive presso l’azienda statunitense. «Nei prossimi due mesi dovremmo avviare la fase decisiva che includerà migliaia di persone, negli Usa e forse anche in Europa, il confronto tra chi riceverà il vaccino e chi invece un placebo e quindi la valutazione dell’efficacia», avrebbe sostenuto Carfi, che avrebbe aggiunto che «a questo punto, se tutto procede come speriamo e quando il vaccino sarà autorizzato dalle autorità sanitarie, potrà essere utilizzato su larga scala».

Il contenuto dell’articolo è riferito a fatti reali, ma il titolo andrebbe contestualizzato nel quadro più ampio della sperimentazione: non esplicitando che si tratta di un vaccino specifico, e ancora in fase di studio, potrebbe far intendere al lettore che sia ormai disponibile un vaccino contro il virus Sars-CoV-2, responsabile dell’attuale pandemia, o comunque lascia ampio margine per l’interpretazione. La seconda parte del titolo, dove si fa riferimento a «un miliardo di dosi l’anno», a partire «da dicembre», contribuisce ad alimentare questa prospettiva. Facciamo chiarezza.

Il vaccino mRNA-1273 esiste davvero: si tratta di uno degli oltre cento vaccini in corso di valutazione nel mondo per la profilassi della Covid-19. Il prodotto, che include un segmento di Rna copiato da una versione sintetica del virus Sars-Cov-2 e mira a riprodurre il meccanismo con cui il virus attacca le cellule umane, è in fase di sperimentazione clinica a partire dal 16 marzo 2020questa la documentazione ufficiale del trial.

Lo scorso 18 maggio Moderna, che lo ha sviluppato, ha rilasciato un comunicato stampa sull’andamento della fase I della sperimentazione (al centro anche di un altro dei nostri articoli di fact-checking), attualmente in corso, e in particolare il test su 45 volontari tra i 18 e i 45 anni che, stando alle dichiarazioni della company, avrebbe fornito «dati clinici provvisori positivi», come si evince anche dal testo dell’intervista de L’Espresso. Si tratta di risultati, come chiaro già dal titolo del comunicato – traduciamo dall’inglese, «Moderna annuncia dati intermedi positivi di fase 1 per il suo vaccino mRNA (mRNA-1273) contro il nuovo coronavirus» – , intermedi, che hanno valutato la sicurezza e la risposta degli anticorpi di un numero ristretto di candidati, ma che non permettono di affermare che «il vaccino funziona», come invece recita il titolo dell’articolo in questione.

In merito al «miliardo di dosi» annunciate nella seconda parte del titolo, l’articolo fa evidentemente riferimento a una dichiarazione dell’intervistato: «Moderna ha annunciato poche settimane fa l’accordo con il produttore di farmaci svizzero Lonza per una collaborazione che durerà dieci anni. Sono già previsti due siti industriali, uno negli Stati Uniti e l’altro in Svizzera» le parole di Carfi, che avrebbe poi precisato: «il nostro stabilimento produttivo, che ha prodotto vaccini per altri studi clinici verrà potenziato. Si dovrà valutare se aprirne anche altri in diverse zone del pianeta per arrivare alla fabbricazione di 1 miliardo di dosi di vaccino l’anno». Questo, nel testo dell’articolo, l’unico riferimento al quantitativo di dosi del vaccino: di fatto ancora un’ipotesi di lavoro, dove anche la finestra temporale è ancora un’incognita, a differenza di quel che porterebbe a pensare il titolo.

Ricordiamo inoltre che, come confermano le posizioni ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità, non è ancora disponibile un vaccino per la profilassi della Covid-19 e, secondo il Ministero della Salute, per realizzarne uno ad hoc i tempi potrebbero essere anche relativamente lunghi (si stima 12-18 mesi).

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