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Rischiamo di triplicare le aree della Terra troppo calde per gli esseri umani

Ondate di calore mortali rischiano di diventare un fenomeno sempre più frequente con l’aumento della temperatura globale

6 febbraio 2025
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Nei prossimi anni il pianeta sarà ancora più caldo di quanto lo è già diventato a causa delle emissioni di gas serra prodotte dai combustibili fossili, questo è una certezza. Quanto più caldo, dipenderà dalla velocità con cui porteremo a zero le emissioni nette. 

L’aumento della temperatura, dunque, sarà un problema sempre più serio, anche per la salute e la sicurezza degli esseri umani, al contrario di chi ancora afferma che un po’ di caldo in più non può che rendere la Terra più mite e ospitale. In un articolo pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment, alcuni scienziati hanno descritto come cambieranno gli impatti degli eventi di calore più estremi sulla mortalità umana. 

Le ondate di calore sono fenomeni particolarmente temibili, come dimostrano le oltre 260 mila morti correlate agli eventi più forti avvenuti dal 2000 a oggi. In questo studio gli scienziati hanno approfondito il collegamento tra i processi atmosferici e fisici che causano le ondate di calore e i loro impatti sulla mortalità. Ne emerge un quadro di come il riscaldamento globale stia cambiando la geografia del caldo estremo, aumentando l’area delle terre emerse che ne saranno interessate.

La tolleranza fisiologica al calore, una combinazione di temperatura e umidità, ha un limite oltre il quale il corpo umano fatica a reggere. Per valutare come cambierà il rischio di mortalità, gli scienziati hanno considerato due soglie: quella oltre la quale la temperatura corporea aumenta in modo incontrollabile e quella, oltre i limiti di sopravvivenza, che spinge la temperatura fino a 42 gradi centigradi (°C) entro poche ore. Un livello sostanzialmente letale per l’organismo umano.

Nell’ultimo trentennio, dal 1994 al 2023, poco più del 2 per cento della superficie terrestre ha sperimentato superamenti della prima soglia per gli adulti dai 18 ai 60 e circa il 21 percento per i più anziani, più vulnerabili al calore estremo. I livelli di calore più estremi, che mettono a rischio la sopravvivenza, sono stati superati in poco meno del 2 per cento della superficie terrestre e solo per le persone con più di 60 anni. 

Il riscaldamento globale, scrivono gli scienziati, porterà a superamenti più frequenti delle soglie di calore pericolose e della porzione di terre emerse che sarà colpita. Le proiezioni indicano che a 2 °C di aumento della temperatura media della Terra la superficie colpita dalla prima soglia fisiologica di calore, per gli adulti più giovani, triplicherà. Considerando la popolazione più anziana, si arriverebbe al 35 per cento della superficie delle terre emerse. 

Oggi siamo a circa 1.3 °C e alle politiche climatiche attuali siamo diretti verso 2.7 °C entro la fine del secolo. Nel 2024, l’anno più caldo finora registrato, la temperatura media globale ha toccato 1.5 °C, l’obiettivo dell’accordo di Parigi sul clima, sebbene ciò non significhi che lo abbiamo già oltrepassato stabilmente. Ciò che conferma lo studio su Nature è che con l’aumentare della temperatura una quota sempre più grande della popolazione umana, che comprende anche le persone meno anziane, dunque meno vulnerabili, verrà colpita da eventi di calore estremo che causano un pesante stress fisiologico. Anche i più piccoli e chi soffre di malattie cardiovascolari e respiratorie sono particolarmente a rischio.

Eventi di calore, capaci di causare un aumento della mortalità, diventerebbero sempre meno rari. Per esempio, scrivono gli scienziati, a 2 °C di riscaldamento globale un numero di decessi legati alle alte temperature come quello che si è registrato a Parigi durante l’ondata di calore del 2003 si verificherebbe 27 volte più spesso di quello che ci si poteva aspettare quell’anno. Ciò che fino a pochissimi anni fa era raro lo sarà sempre meno, praticamente in tutti i continenti. Il clima del 2025 è già diverso rispetto a quello di 20 anni fa.

«Garantire un accesso sicuro per tutti a luoghi freschi è una priorità urgente perché, in un clima che si riscalda, l’atmosfera minaccia di sopraffare sempre di più la fisiologia umana», scrivono gli scienziati. 

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