L’idea del Trump vendicativo compare poi in varie illustrazioni, in cui è ritratto come una specie di divinità con dei minacciosi occhi laser alla Terminator. L’estetica è molto simile a quella del video postato da Musk: una combinazione tra la fashwave (una variante fascista della vaporwave), l’accelerazionismo neonazista e l’iconografia nazista classica.
Questo sincretismo stilistico, ha argomentato Tim Squirrell dell’ONG anti-estremismo Institute for Strategic Dialogue, è indicativo di un progetto politico più ampio.
L’obiettivo del movimento «Dark MAGA» è sia quello di «far convergere le varie anime dell’alt-right dietro a un nuovo vessillo», sia quello di «far confluire all’interno del movimento MAGA parole d’ordine e simboli radicali provenienti dagli ambienti del nazionalismo bianco e dell’accelerazionismo».
Dal meme alla campagna ufficiale di Trump
Nella sua versione originaria «Dark MAGA» è una fantasia violenta e autoritaria nata in un momento in cui l’alt-right era piuttosto in declino e Donald Trump sembrava essere praticamente fuori dai giochi.
Proprio per questo, almeno inizialmente, il fenomeno è rimasto confinato nei circuiti dell’estrema destra statunitense. «I post di Dark MAGA stanno ricevendo molta meno attenzione rispetto ai meme politici che sono diventati così rilevanti nel 2016», si leggeva su Newsweek. «Ma nei prossimi due anni, le cose potrebbero cambiare».
E le cose, alla fine, sono cambiate eccome. Oltre allo sdoganamento di Musk, lo stesso Trump ha impostato buona parte della sua campagna elettorale sui concetti di vendetta e punizione, incorporando dunque le suggestioni di «Dark MAGA».
Nel primo comizio ufficiale, tenutosi il 25 marzo del 2023 a Waco (la città il dov’è avvenuto il massacro della setta dei Davidiani nel 1993), aveva infatti promesso vendetta contro i propri avversari – dai procuratori che l’hanno messo sotto accusa fino ai democratici – per poi dire che «l’elezione del 2024 sarà la battaglia finale, quella più grande di tutte. Se mi rimettete alla Casa Bianca, l’America sarà di nuovo una nazione libera».
Parole simili le aveva pronunciate qualche giorno prima al CPAC (la più importante convention conservatrice degli Stati Uniti) nel Maryland: «nel 2016 avevo detto che sarei stato la vostra voce. Oggi aggiungo che sarò il vostro guerriero. Sarò la vostra giustizia. E per quelli che hanno subito torti e sono stati traditi: sarò la vostra vendetta».
In vari interventi ha poi promesso di estirpare «i comunisti, i marxisti, i fascisti e gli estremisti di sinistra che si annidano come parassiti dentro i confini della nostra nazione» e di arrestare i suoi avversari politici.
Nelle ultime fasi della campagna, Trump ha più volte attaccato il «nemico interno» – una categoria potenzialmente infinita, dentro la quale ricade chiunque non sia un suo sostenitore. In un’intervista a Fox News, Trump è arrivato a dire che bisognerebbe schierare l’esercito o la Guardia Nazionale per sbarazzarsi di questa minaccia.
E come ha annotato il New York Times, non era mai successo che un «candidato presidenziale, nonché ex presidente, minacciasse l’utilizzo dell’esercito contro dei cittadini americani semplicemente perché si oppongono alla sua candidatura».
Ora, con la netta affermazione elettorale del 5 novembre, Trump e i suoi hanno praticamente mano libera per trasformare il meme di «Dark MAGA» in una realtà politica molto concreta.