Il video che riprende gli abitanti di Lugano senza mascherina è vero, ma non dimostra che il coronavirus non è «letale» - Facta
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Il video che riprende gli abitanti di Lugano senza mascherina è vero, ma non dimostra che il coronavirus non è «letale»

Lunedì 18 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp diverse segnalazioni che chiedevano di verificare un video, pubblicato su YouTube e circolato sull’app di messaggistica istantanea, dal titolo: «Lugano 15 maggio 2020. Conte raccontaci la verità. Forse sei ancora in tempo».

Il filmato, lungo complessivamente 3 minuti e 45 secondi, mostra una panoramica del centro di Lugano (minuto 0:24), in cui si vedono numerosi locali con tavoli all’aperto e clienti privi di mascherina (minuto 0:53). 

La tesi dell’autore del video (di cui non è nota l’identità, ma le cui riprese sono state pubblicate su YouTube dall’account Morris San, che si descrive come «un imprenditore di successo») è che le misure di sicurezza anti Covid-19 messe a punto dall’Italia siano frutto di un atto di «terrorismo mediatico» finalizzato a raggiungere «obiettivi di natura economica e di predominio» (minuto 0:41). Il virus non sarebbe insomma «affatto letale» (minuto 3:19) e la controprova di ciò sarebbe proprio nel comportamento dei cittadini svizzeri che non indossano mascherine e hanno «piena libertà di movimento e di espressione».

Nonostante il video sia reale, le conclusioni tratte dall’autore del filmato sono fuorvianti. Andiamo con ordine.

Il video è stato realmente girato il 15 maggio 2020, elemento che compare nel titolo del video e testimoniato dalla copia del Corriere del Ticino inquadrata al minuto 0:15, e lo scenario è effettivamente quello del centro di Lugano, come verificabile confrontando l’entrata del locale al minuto 1:28 con le foto del Convivio, ristorante al centro di Lugano. Allora perché gli abitanti si incontrano senza utilizzare la mascherina?

L’ordinanza pubblicata lo scorso 11 maggio dal ministero della Sanità svizzero non include alcuna raccomandazione circa l’utilizzo di mascherine protettive, strumento che in Svizzera non viene considerato utile alla prevenzione. Questo aspetto è sottolineato nelle Faq del ministero, che spiega: «Alle persone sane non raccomandiamo di indossare la mascherina nello spazio pubblico, poiché questa non le protegge sufficientemente da un contagio da coronavirus. L’uso della mascherina, invece, può evitare che una persona già infetta ne contagi altre».

Un approccio distante da quello messo in atto sul territorio italiano dove la mascherina è considerata un dispositivo di prevenzione ed è obbligatoria anche all’aperto, nel caso non fosse possibile mantenere la distanza di sicurezza (articolo 3 comma 2 del Dpcm 17 maggio) e in tutta la Lombardia, che nell’ordinanza 547 del 17 maggio prescrive l’obbligatorietà di indossare la mascherina all’aperto.

In Svizzera, la decisione non ha mancato di produrre un dibattito pubblico molto acceso. Nelle scorse settimane, infatti, contro il governo si è scagliato il sindacato interprofessionale svizzero Unia, guidando la protesta dei lavoratori della catena di supermercati Migros, i cui dipendenti hanno scioperato per avere mascherine chirurgiche in dotazione.

La posizione del governo svizzero è molto simile a quella dell’Oms, secondo cui «non esistono prove scientifiche circa il fatto che le mascherine proteggano le persone non infette» ed è sostenuta da gran parte della comunità medica svizzera. Secondo Adriano Aguzzi, docente di neuropatologia all’università di Zurigo, l’utilizzo di mascherine potrebbe addirittura rappresentare un pericolo, creando un finto senso di sicurezza.

Le misure prese dal governo svizzero, in ogni caso, hanno anche ragioni più pragmatiche. Giovedì 16 aprile il ministro della Sanità svizzero, Alain Berset, ha ammesso alla tv pubblica Srf che il Paese si è fatto trovare impreparato dall’emergenza Covid-19 e di non possedere le scorte che sarebbero necessarie per tutti i 26 cantoni. Dall’inizio della pandemia, in Svizzera ci sono stati oltre 30mila casi confermati di Covid-19 e 1600 vittime. 

In conclusione, le immagini comparse nel video intitolato «Lugano 15 maggio 2020. Conte raccontaci la verità. Forse sei ancora in tempo» sono reali e sono state effettivamente girate a Lugano il 15 maggio 2020. Non c’è però da stupirsi se le persone riprese non indossano la mascherina: il governo svizzero non considera infatti la mascherina un dispositivo in grado di prevenire il contagio da Sars-Cov-2 e per questo lo strumento non è particolarmente utilizzato dagli abitanti nei luoghi pubblici.

Non si tratta tuttavia di una diversa percezione dell’emergenza Covid-19, come sostiene l’autore del video, ma di un differente approccio alla prevenzione del fenomeno. 

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Comments (1)

  • Gabriel

    Un papiro così lungo per dire cosa ???
    Che gli abitanti di Lugano hanno una concezione di prevenzione diversa dalla nostra ???
    Il video parla chiaro per chi ha intelligenza e senso di correlazione!!!

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