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Il Fatto Quotidiano ha beneficiato di un provvedimento del governo Conte, ma non si tratta di un finanziamento pubblico

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15 giugno 2020
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Lunedì 15 giugno la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo, pubblicato il 13 giugno dal quotidiano Libero, secondo cui il Fatto Quotidiano, testata diretta da Marco Travaglio, sarebbe stato «finanziato da 2 milioni e mezzo di euro, soldi che arrivano nelle casse del quotidiano con la garanzia fornita dallo Stato per il 90 per cento della somma».

Secondo l’articolo, che riprende un tweet pubblicato il 13 giugno dal direttore di Libero Vittorio Feltri, tale somma sarebbe stata ottenuta «grazie alle misure previste dal decreto liquidità per aiutare le pmi dopo l’emergenza Covid». La notizia sarebbe rilevante perché «il giornale di Marco Travaglio è sulle posizioni del governo Conte», si legge sempre nell’articolo di Libero, e perché la testata ha sempre sottolineato la sua indipendenza da ogni forma di finanziamento pubblico.

Il riferimento è all’articolo 1 del decreto-legge n.23 dell’8 aprile 2020, ribattezzato decreto liquidità, che mette a disposizione delle imprese con meno di 500 dipendenti un fondo di garanzia in grado di coprire dal 90 per cento al 100 per cento di un prestito fino a 5 milioni di euro, per facilitare la ripartenza economica dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19.

La notizia è reale, ma è stata estrapolata dal suo contesto originale e rendendo, agli occhi del lettore, potenzialmente fraintendibile la vicenda.

La notizia è stata originariamente pubblicata dal blog di Nicola Porro l’11 giugno scorso e rimanda a un comunicato ufficiale di SEIF, società editrice del Fatto Quotidiano, che lo stesso 11 giugno annunciava un «contratto di finanziamento» del valore di 2 milioni e mezzo di euro, assistito «dalla garanzia concessa dal Fondo Centrale di Garanzia pari al 90% dell’importo».

La notizia del finanziamento pubblico è stata smentita il 15 giugno da Cinzia Monteverdi, amministratrice delegata di SEIF, sulla versione cartacea del Fatto Quotidiano (è disponibile a questo link per gli abbonati). Secondo la spiegazione di Monteverdi, l’azienda si sarebbe limitata «a chiedere un finanziamento a Unicredit per investimenti in immobilizzazioni», ovvero un normale finanziamento bancario regolato dalla legge 662 del 1996. «Dunque è falso che abbiamo chiesto un finanziamento pubblico, che prendiamo soldi dallo Stato, che riceviamo favori dall’attuale governo» conclude Monteverdi, «chi continuasse in questa mistificazione senza rettificare le diffamazioni diffuse per infangare il Fatto, ci costringerebbe ad adire le vie legali e ne risponderebbe in Tribunale».

Pur non trattandosi di un finanziamento pubblico, il Fatto Quotidiano ha beneficiato quindi della norma contenuta nel decreto liquidità. Il finanziamento è stato infatti regolarmente stipulato con Unicredit, come dichiarato da Monteverdi, e sarà garantito dal Fondo di Garanzia, istituito dalla legge 662 del 1996. Tale garanzia, tuttavia, in condizioni normali coprirebbe il finanziamento fino a un massimo dell’80 per cento, quota aumentata fino al 90 per cento con il recente provvedimento del governo Conte.

Tali condizioni non si applicano naturalmente al solo Fatto Quotidiano: le domande pervenute dal 17 marzo al 14 giugno sono state oltre 618mila.

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