Lunedì 7 settembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 29 agosto su Facebook. Il post oggetto della nostra verifica contiene una parte del testo del bugiardino di Xpert Xpress SARS-CoV-2, un test diagnostico molecolare in vitro prodotto dalla casa farmaceutica Cepheid, che rientra tra i cosiddetti «test rapidi», dal momento che è in grado di restituire il risultato della positività o meno alla Covid-19 entro un’ora dal prelievo del campione.
Nel bugiardino si legge che «i risultati positivi sono indicativi della presenza di RNA del SARS-COV-2» ma che tuttavia «l’agente rilevato potrebbe non essere la causa concreta della malattia» poiché «i risultati positivi non escludono la presenza di infezioni batteriche o di infezioni concomitanti da altri virus». Inoltre, prosegue il testo del bugiardino, «i risultati negativi non escludono un’eventuale infezione da SARS-COV-2 e non devono essere usati come unica base per il trattamento o per altre decisioni riguardanti la gestione dei pazienti.
Insomma, il bugiardino del test molecolare rapido evidenzia la possibilità di falsi positivi e di falsi negativi. Il post oggetto di verifica contiene anche un commento dell’autore, che recita: «Il tampone non è obbligatorio. Nessun test INVASIVO è obbligatorio! Nessuno può obbligarvi nemmeno a lavoro a farlo né nelle comunità. Stanno facendo tamponi inutili a raffica per aumentare i casi di falsi positivi e giustificare un secondo lockdown. Il tampone è dichiaratamente INUTILE nel bugiardino stesso e nel sito del Ministero della sanità».
Si tratta di una notizia che, pur partendo da dati reali, arriva a conclusioni fuorvianti.
Il testo riportato nel post è realmente quello del bugiardino di Xpert Xpress SARS-COV-2 ed è disponibile qui. Come rilevato dai colleghi di Pagella Politica in un approfondimento sul tema, i test rapidi molecolari non si possono oggi considerare totalmente affidabili e presentano livelli di sensibilità (ovvero la proporzione di positivi al nuovo coronavirus identificati correttamente in quanto tali) e di specificità (la proporzione di negativi che sono correttamente identificati come tali) variabili, ma comunque lontani dagli stessi dati registrati con il tampone rino-faringeo, che resta il principale strumento per diagnosticare la malattia da Covid-19.
Tale caratteristica non è certo un mistero e la stessa Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di utilizzare i test rapidi solo nel contesto della ricerca scientifica e di non prendere «decisioni cliniche» sulla base delle indicazioni da esseri fornite. Nonostante ciò, lo scorso 12 agosto il ministero della Salute ha pubblicato un’ordinanza – la numero 202 – in cui si dispone l’utilizzo dei tamponi rapidi per lo screening aeroportuale dei viaggiatori di ritorno da Croazia, Grecia, Malta e Spagna.
Tale decisione rientra tra le misure urgenti per la gestione della pandemia e ha una funzione di screening preventivo, nel tentativo di intercettare eventuali contagi avvenuti all’estero. Ma non instaura alcun automatismo tra la positività al test rapido e positività alla Covid-19, che dovrà in ogni caso essere confermata dal tampone molecolare. Semplificando, il numero di nuovi casi di contagio da nuovo coronavirus presenti sul bollettino giornaliero della Protezione Civile non è calcolato sull’esito dei test rapidi, ma sui tamponi molecolari, unico test considerato affidabile tra quelli a nostra disposizione.
Quanto alla presunta non obbligatorietà del tampone, di cui si parla nel post, la questione è chiarita dalla ordinanza del ministero della Salute prima menzionata, che all’articolo 1 impone – a partire dalla data della pubblicazione – ai viaggiatori di ritorno da Croazia, Grecia, Malta e Spagna «l’obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile».
In conclusione, è certamente vero che i test molecolari rapidi non siano ad oggi completamente affidabili, aspetto sottolineato sia dalle case farmaceutiche che dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Questi vengono tuttavia utilizzati dal ministero della Salute per effettuare uno screening rapido su alcune categorie di viaggiatori, ma gli eventuali casi di positività dovranno essere confermati da un tampone molecolare. È infine lo stesso ministero della Salute, attraverso una circolare del 12 agosto, a imporre l’obbligatorietà di sottoporsi a test rapido per tutti i viaggiatori provenienti da Croazia, Grecia, Malta e Spagna.