Il 14 dicembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto la segnalazione di un’immagine pubblicata l’11 dicembre sulla pagina Facebook Il Grande Inganno DUE. L’immagine è divisa in due parti: la metà superiore mostra tre persone (due donne e un uomo) apparentemente affette da una paresi di metà del volto, con sovrapposta la didascalia «I soggetti nella foto non sono i volontari del vaccino ma solo un esempio di paralisi di Bell». La parte inferiore dell’immagine riporta il seguente testo: «Quattro volontari del vaccino Pfizer hanno sviluppato la malattia di Bell, Una malattia neurologica molto grave e irreversibile che determina paralisi facciale e l’incapacità di controllare i muscoli del viso dal lato colpito.. Non hanno bisogno del patentino vaccinale, glielo hanno stampato in faccia».
Se è vero che con la somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech contro la Covid-19 si sono verificati dei casi di paralisi di Bell, non è però confermato alcun legame con il vaccino stesso e non è corretto parlare di una patologia «molto grave» e «irreversibile». Andiamo con ordine.
La paralisi di Bell è una forma frequente di paralisi facciale che ogni anno colpisce circa 20-30 persone su 100.000, dovuta a un malfunzionamento del nervo facciale e le cui cause non sono sempre chiare ma è di solito legata a infezioni virali (come il virus dell’herpes simplex) o a disturbi immunitari. I sintomi sono l’indebolimento o la paralisi di un lato del viso, possibile dolore dietro l’orecchio e la perdita della sensazione del gusto nella parte anteriore della lingua sul lato colpito. Alcuni soggetti non guariscono completamente, ma di norma si risolve del tutto in pochi mesi, anche senza trattamenti. Non è, quindi, una patologia «molto grave» e «irreversibile».
È invece corretto sostenere – come riportato nel contenuto oggetto della nostra analisi – che la condizione delle persone fotografate non ha alcun legame con la sperimentazione del vaccino Pfizer contro la Covid-19. Gli scatti risalgono almeno al 2019.
Fatta chiarezza sulla patologia e sui soggetti, passiamo ora ai presunti effetti collaterali del vaccino.
Come hanno verificato i nostri colleghi di Reuters e PolitiFact, il documento riassuntivo sul vaccino pubblicato il 10 dicembre 2020 dalla Food and Drug Administration (Fda) statunitense (l’agenzia che si occupa, tra le altre cose, dell’approvazione di farmaci e vaccini per gli Stati Uniti d’America) riporta che, durante lo studio clinico di fase 3 in cui è stata verificata l’efficacia e sicurezza del vaccino Pfizer-BioNTech, ci sono stati quattro casi di paralisi di Bell tra i 22.000 vaccinati. Il documento fornisce però delle importanti informazioni sul contesto. Si legge che «tra gli eventi avversi […] non gravi, c’è stato uno squilibrio di quattro casi di paralisi di Bell nel gruppo vaccinato, in confronto con nessun caso nel gruppo placebo» e che «i quattro casi nel gruppo vaccinato non rappresentano una frequenza superiore a quella attesa nella popolazione generale».
In altre parole, benché effettivamente vi siano stati casi solo nel gruppo vaccinato, non è di per sé nulla di statisticamente anomalo: è un’eventualità che ci si potrebbe aspettare in qualsiasi gruppo di pazienti di quelle dimensioni. Più avanti nel documento si legge che «la frequenza osservata di casi riportati di paralisi di Bell nel gruppo vaccinato è coerente con il tasso di sfondo atteso nella popolazione generale, e non c’è nessuna base chiara sulla quale concludere una relazione causa-effetto al momento». L’Fda ha dichiarato che comunque sorveglierà i casi di paralisi di Bell durante la campagna di vaccinazione in Usa.
Come ha dichiarato a PolitiFact Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center all’ospedale pediatrico di Philadelphia, questo tipo di fluttuazioni statistiche sono «un problema che accade ricavando numeri piccoli da un insieme di dati molto grande». Offit cita, come ulteriore esempio, il caso di un altro vaccino, l’heplisav-B contro l’epatite (che ha ricevuto proprio a dicembre 2020 parere favorevole dalla European Medicines Agency) in cui un piccolo numero di attacchi cardiaci è avvenuto nel gruppo vaccinato mentre nessuno nel gruppo placebo. Studi successivi, che hanno analizzato un numero ancora più grande di persone, non hanno però trovato nessuna correlazione tra il vaccino e gli attacchi di cuore.
In conclusione, benché i casi di paralisi di Bell si siano effettivamente verificati, non è una patologia grave né irreversibile, e non è al momento dimostrato alcun legame con il vaccino Pfizer.
Aggiornamento dell’11 gennaio 2021: La redazione di Facta ha ricevuto la segnalazione di un articolo pubblicato dal sito di informazione infermieristica Nurse Times l’11 gennaio 2021, secondo il quale in Italia un operatore sanitario dell’Aquila è stato colpito, il 6 gennaio 2021, da paralisi di Bell a poche ore dalla somministrazione della prima dose di vaccino Pfizer. La notizia è stata riportata anche da quotidiani locali e nazionali. Un caso analogo è stato successivamente riportato a Teramo. Anche in questo caso, vale quanto detto precedentemente: si tratta di una condizione medica lieve e passeggera, che non può ancora essere collegata con certezza al vaccino contro la Covid-19.