No, Alexandria Ocasio-Cortez non ha inventato la sua esperienza durante l’assalto al Campidoglio - Facta
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No, Alexandria Ocasio-Cortez non ha inventato la sua esperienza durante l’assalto al Campidoglio

Il 5 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un tweet pubblicato il giorno precedente dallo youtuber americano Keem, fondatore del canale d’informazione Drama Alert. Il tweet oggetto della nostra verifica contiene una mappa del Capitol Complex di Washington, il complesso di venti edifici che, tra le altre cose, ospita la sede del parlamento americano.

L’immagine evidenzia in particolare la distanza tra il Campidoglio e un edificio chiamato Cannon House Office ed è accompagnata da un testo in inglese che recita: «Vorrei ricordare a tutti gli YouTuber e gli streamer di Twitch che hanno condiviso AOC [Alexandria Ocasio-Cortez, ndr] che siete stupidi quanto lei! AOC non si trovava al Campidoglio durante la sua esperienza di “pre-morte”. Era nel Cannon Building. Gli assalitori non sono entrati nel Cannon Building».

Si tratta di una notizia riportata senza il contesto necessario alla sua comprensione e per questo fuorviante. Ma andiamo con ordine. 

Il tweet si riferisce ad una lunga diretta Instagram pubblicata il 2 febbraio 2021 da Alexandria Ocasio-Cortez, deputata democratica degli Stati Uniti, intitolata «Cos’è accaduto al Campidoglio?». Nel filmato, Ocasio-Cortez racconta i concitati momenti dell’assalto al Campidoglio, andato in scena il  6 gennaio 2021 per opera di un gruppo di sostenitori di Donald Trump, confessando di aver temuto per la propria vita.

Come correttamente riportato da Keem, la deputata democratica si trovava in quel momento in uno degli edifici periferici del Capitol Complex (il Cannon House Office), dove si trovano gli uffici dei deputati. L’informazione, però, viene esplicitata dalla stessa Ocasio-Cortez (al minuto 35:38) e non è dunque in alcun modo nascosta. Vale la pena sottolineare, a questo punto, come il Campidoglio e gli uffici dei deputati siano collegati da una serie di tunnel e dunque non fossero in alcun modo al sicuro dall’assalto. 

L’ufficio di Ocasio-Cortez, in ogni caso, il 6 gennaio 2021 non è stato raggiunto dagli assalitori. A raccontarlo è ancora una volta la stessa deputata, dal minuto 44:00, spiegando di essersi nascosta in bagno e di aver avvertito il suono di alcuni uomini che urlavano «Dov’è lei?». Si trattava fortunatamente di agenti di sicurezza arrivati per scortarla, ma il racconto di Ocasio-Cortez si basa proprio sulle sensazioni provate in quegli istanti, paragonati ad un’aggressione sessuale. 

A mettere in dubbio il racconto della deputata, spiega il New York Times, sono stati numerosi commentatori conservatori, ma soprattutto la deputata repubblicana Nancy Mace, che il 4 febbraio ha twittato: «Ero a due porte di distanza da AOC e nessun assalitore è arrivato nel nostro corridoio». Poche ore più tardi Ocasio-Cortez ha risposto alle accuse della collega, con un messaggio su Twitter in cui si legge: «Questo è un attacco cinico e disgustoso. Mentre il complesso del Campidoglio veniva preso d’assalto e le persone venivano uccise, nessuno di noi sapeva in quel momento quali aree erano state compromesse. In precedenza tu stessa hai detto ai giornalisti che ti eri barricata nel tuo ufficio, temendo di essere in pericolo».

Il tweet oggetto della nostra verifica prova insomma a “smascherare” le inesattezze presenti nel racconto di Ocasio-Cortez, ma tutte le informazioni citate erano già state correttamente riportate dalla deputata democratica.

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