Il 14 marzo 2022 la redazione di Facta ha ricevuto numerose segnalazioni che chiedevano di verificare l’affermazione secondo cui il sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland avrebbe ammesso pubblicamente che la Nato (North Atlantic Treaty Organization, Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, ovvero l’organizzazione intergovernativa per la collaborazione nel settore della difesa che conta oggi 30 membri) sarebbe stata protagonista della ricerca e della produzione di armi biologiche in Ucraina.
La prova sarebbe contenuta in questo filmato di 1 minuto e 7 secondi, che mostra un passaggio dell’audizione di Nuland di fronte al comitato per le relazioni estere del senato americano. Secondo il post oggetto della nostra verifica, sollecitata dal senatore repubblicano Marco Rubio, Nuland avrebbe confermato «ufficialmente» che la Nato «ha fatto ricerche o prodotto armi biologiche in Ucraina in strutture di ricerca corrispondenti». Il post di conclude con la domanda: «Come avrebbe reagito l’America se la Russia avesse installato strutture di ricerca biologica in Kansas? E se il Kansas volesse unirsi alla Federazione Russa?».
Il riferimento è alla dichiarazione rilasciata lo scorso 9 marzo dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che accusa gli Stati Uniti di aver condotto «programmi biologici militari» in Ucraina «non finalizzati alla pacifica ricerca scientifica».
Si tratta di video pubblicato senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.
Lo scambio immortalato nel video non comprende alcuna ammissione riguardante la ricerca o la produzione di armi biologiche in Ucraina. Rubio chiede infatti a Nuland se l’Ucraina abbia «armi chimiche o biologiche» (in inglese “chemical or biological weapons”) e al secondo 0:05 il sottosegretario di Stato risponde che «l’Ucraina ha strutture di ricerca biologica (in inglese “biological research facilities”, ndr) e siamo molto preoccupati del fatto che le forze russe possano cercare di prenderne il controllo». Al secondo 0:23 Nuland aggiunge che «stiamo lavorando con ucraini per evitare che del materiale di ricerca possa cadere nelle mani delle forze russe».
Al minuto 0:35 Rubio cita le informazioni fornite dalla «propaganda russa» riguardo l’intenzione ucraina di «rilasciare armi biologiche nel Paese con il coordinamento della Nato». Nuland risponde di essere «sicura al 100% che se ci fosse un attacco biologico questo sarebbe da parte della Russia».
Il video non contiene dunque nessuna «conferma» ufficiale, ma solo un vago riferimento a strutture di ricerca in Ucraina e a una collaborazione con gli Stati Uniti. Come avevamo spiegato in un precedente articolo, infatti, tali strutture sono possedute e finanziate dal governo ucraino, ma dal 2005 sono parte di un trattato firmato tra Stati Uniti e Ucraina per «ridurre al minimo le potenziali minacce biologiche». Il trattato è inserito in uno sforzo più ampio finalizzato a ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa esistenti noto come Cooperative Threat Reduction Program (programma cooperativo di riduzione delle minacce), avviato dal Dipartimento della Difesa americano nel 1991 dopo la caduta dell’Unione sovietica.
In conseguenza del trattato, i laboratori ucraini ricevono supporto tecnico e finanziamenti dagli Stati Uniti, e al loro interno vengono condotte ricerche su agenti patogeni con l’obiettivo dichiarato di «ridurre la proliferazione di minacce biologiche e aiutare a ridurre il rischio di pandemie frutto di malattie impattanti come la Covid-19». Non esiste tuttavia alcuna prova del fatto che nelle strutture di ricerca vengano sviluppate «armi biologiche».