Non è vero che la Polizia ha dichiarato che scenderà in piazza «contro il governo» - Facta
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Non è vero che la Polizia ha dichiarato che scenderà in piazza «contro il governo»

(Articolo aggiornato alle 19:20 del 14 maggio 2020)

Il 13 maggio la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp numerose richieste di verifica di un video, circolato sull’app di messaggistica e pubblicato il 12 maggio sul canale YouTube di un utente privato ed esistente da ottobre 2016, dal titolo «Polizia contro il Governo: “se continuerà così scenderemo in piazza anche noi”». Sotto al video, su YouTube, è riportata una breve descrizione: «ecco il messaggio apparso sulla pagina Fb di Noi poliziotti per sempre, gruppo con 500 mila iscritti, molti appartenenti alle Forze dell’Ordine: “Conte abbiamo giurato di difendere questo paese, non siamo cani da guardia”». 

Il filmato, della durata di 2 minuti e 21 secondi, mostra dall’inizio alla fine il testo di un lungo post pubblicato originariamente in data 10 maggio su una pagina Facebook dal nome “Noi Poliziotti Per Sempre” che, anticipiamo, non è un profilo social ufficiale del corpo di Polizia.

Il video ha, oltre al testo, anche una scritta in colore giallo in sovrimpressione che recita: «il messaggio della Polizia contro il Governo. Leggete e diffondete. Pronti a manifestare con i cittadini» e, come sottofondo audio, l’Inno di Mameli. Sia nel video su YouTube (che al 14 maggio conta quasi 80.000 visualizzazioni) che nel post su Facebook (più di 3.550 condivisioni e oltre 1.750 like) al termine del lungo scritto si legge: «lo Staff di Poliziotti.it». È su questo sito che, infatti, ritroviamo il testo originale, pubblicato il 3 maggio 2020 con il titolo «Congiunti di uno Stato etico? No, grazie!».  

Ciò che si legge (il testo è lo stesso in tutti e tre i casi: video, post su Facebook e sito) è un’accusa verso le istituzioni da parte di un autore che rimane anonimo e di cui si evince solo che «chi scrive non è una #GiaccaBlu di primo pelo», ad alludere al fatto che si tratti di una persona con una lunga esperienza nel corpo di Polizia. L’accusa è legata in particolare al fatto di ritrovarsi in quanto poliziotti «in una situazione in cui siamo (stati) trasformati in una quasi milizia, costretti a persegui(ta)re i nostri concittadini non appena osano mettere il naso fuori dalla loro abitazione – si legge, – a “chiedergli” di certificare la legittimità dei loro movimenti e decidere se sono plausibili o meno, da ultimo persino a valutare se e quali sono i loro congiunti!». 

Questa notizia non trova alcun riscontro ufficiale, contiene diverse imprecisioni ed è fuorviante. 

Non c’è infatti alcuna comunicazione ufficiale da parte della Polizia di Stato a riguardo. Né sul sito istituzionale, né sulle ufficiali pagine Facebook, Twitter, YouTube e Instagram si trova infatti il testo in questione o sono espressi concetti di questo tipo. La redazione di Facta ha contattato via email l’ufficio stampa della Polizia di Stato per ulteriori chiarimenti: «né il sito né tantomeno i contenuti sono riconducibili alla Polizia di Stato – la risposta che abbiamo ricevuto alle 19:00 del 14 maggio dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a chiarire ogni dubbio – Al riguardo sono stati immediatamente disposti accertamenti dalla Polizia Postale al fine di identificare gli autori. Qualora le esternazioni fossero ascrivibili a poliziotti, questi ultimi saranno passibili di sanzioni disciplinari».

Dal momento che non si tratta di una comunicazione ufficiale, chi sono gli autori? Abbiamo approfondito e cercato di fare chiarezza su siti internet, profili social e canali YouTube utilizzati per diffondere il messaggio che ci è stato segnalato.

Il sito Poliziotti.it, che per primo ha riportato il testo, riporta in ogni pagina in alto a destra la dicitura: «Sito non istituzionale nato nel 2001». A scanso di equivoci, nella sezione «Chi siamo» si legge che si tratta di un «portale non istituzionale e asindacale». In merito agli autori dei testi dei contenuti pubblicati sul sito, nella stessa sezione è precisato che lo staff è composto da «appartenenti e cittadini simpatizzanti». 

Lo stesso vale per la pagina Facebook “Noi Poliziotti Per Sempre” che conta sì una community di oltre 580.000 utenti ma che, si evince dalla sezione informazioni, non è un account ufficiale delle Forze dell’Ordine. La pagina è stata creata nel 2009, si legge, «per poliziotti in servizio e in quiescenza e per tutti i simpatizzanti (…) anche non appartenenti alle forze di polizia – inoltre, va avanti la descrizione –  gli admin. a parte i fondatori-amministratori, possono essere anche i fan che dimostrano l’attaccamento alla pagina, nonché la capacità di relazionarsi con gli altri fan». Pur non essendo una pagina ufficiale, l’immagine del profilo usata, il cosiddetto Stemma Araldico, è lo stesso dell’account della Polizia di Stato, aspetto che rischia di trarre in inganno circa l’ufficialità o meno dell’account. Precisiamo poi che la pagina Facebook “Noi Poliziotti Per Sempre” non è la “facciata” social del sito Poliziotti.it, che sul social ha un altro account

Il canale YouTube dal quale proviene il video oggetto di segnalazione è invece di un utente privato. Facciamo notare che chi ha pubblicato il video sul canale, ma anche chi lo ha realizzato, ha riportato delle inesattezze rispetto al contenuto della pagina Facebook e del sito citati, distorcendone in parte il significato: ci sono delle aggiunte, per intenderci, non presenti nel testo originale che vengono virgolettate come citazioni, senza però che sia possibile risalire all’attribuzione. In particolare, riscontriamo che la frase «se continuerà così scenderemo in piazza anche noi» non è scritta in alcun punto del testo, come invece farebbe intendere il titolo del video su YouTube, dove questa è stata riportata nella forma di una citazione diretta. Lo stesso vale per la frase «Conte abbiamo giurato di difendere questo paese, non siamo cani da guardia», riportata nel sottotitolo ma di fatto non presente nel testo. Né viene fatto esplicito riferimento, nel testo, al fatto che la «Polizia» come istituzione sia «contro il Governo», come invece scritto in sovrimpressione e nel titolo del video in esame. 

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