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No, l’infettivologo Bassetti non ha detto che «asintomatico» significa «persona sulla quale il virus non ha forza di generare alcuna malattia»

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3 novembre 2020
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Il 28 ottobre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine contenente una presunta dichiarazione che sarebbe stata rilasciata dal «Prof. Bassetti immunologo di Genova».

Nel testo si legge: «Credete che “positivo asintomatico” significhi “malato occulto”. Sbagliate. Significa “persona sulla quale il virus non ha forza di generare alcuna malattia”. Ogni giorno ne troviamo di più? Dovreste esultare, vuol dire che il Covid-19 è diventato banale, ci siamo adattati, abbiamo sviluppato l’immunità di gregge, il virus sta finendo. Ma se il vostro intellettuale non vi fa capire tutto ciò allora basta chiamare tutto “questo”, e ci si può costruire sopra qualsiasi regime, qualsiasi truffa, qualsiasi mercato miliardario, qualsiasi sistema antidemocratico, qualsiasi crimine contro l’umanità. Voi applaudirete, sempre».

Questa è una dichiarazione falsa.

Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino a Genova, ha smentito sui propri canali social di aver mai rilasciato una simile dichiarazione: «Mi dicono che gira questo messaggio a me attribuito. Nessuna delle affermazioni contenute in esso sono state da me pronunciate. Non sono d’accordo su nulla di quello che c’è scritto. Si tratta chiaramente di un falso. Oltretutto io non sono immunologo. Sono un infettivologo (…)».

Riguardo poi al significato di “asintomatico”, l’Istituto superiore di sanità (Iss) definisce in realtà asintomatica «una persona trovata positiva al test per Sars-Cov-2 senza segni o sintomi apparenti di malattia». Simile definizione viene fornita anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): «Un caso asintomatico confermato in laboratorio è una persona infetta da Covid-19 che non sviluppa sintomi».

Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità del 30 ottobre scorso, la percentuale dei casi asintomatici al momento del tampone – che è oltre il 50% – rispetto al totale dei casi diagnosticati “è in leggera diminuzione nelle ultime settimane, mentre è in leggero aumento la percentuale dei casi con stato clinico lieve al momento della diagnosi”.

In un nostro approfondimento sul tema, inoltre, abbiamo spiegato che al di là delle definizioni, non tutti gli asintomatici sono uguali e sviluppano l’infezione da Sars-Cov-2 con gli stessi tempi e modalità: “In generale, le persone infette dal nuovo coronavirus non presentano sintomi subito, ma se sviluppano sintomi più o meno rilevanti lo fanno dopo alcuni giorni. (…) Solo gli asintomatici veri e propri, ovvero coloro che nonostante un’infezione da Sars-Cov-2 non sviluppano mai una sintomatologia rilevabile, rientrano poi anche successivamente nella categoria. C’è poi il sospetto che in alcuni casi i cosiddetti asintomatici possano avere sintomi leggeri e non tipici, tali da non venire riportati o collegati all’infezione”.

Non ci sono poi ancora dati accertati sul ruolo degli asintomatici “veri e propri” nella diffusione del contagio. Una recente meta-analisi pubblicata sul sito di preprint medrXiv, prendendo in considerazione 19 studi su focolai infettivi, ha stimato una probabilità di infezione da contatto con asintomatici veri e propri al massimo del 2,8 per cento, contro una probabilità da 0,7 a 16,2 per cento per i presintomatici.

È utile però ricordare che non c’è modo di sapere se un individuo è veramente asintomatico se non a posteriori. Viceversa una persona priva di sintomi può sempre sviluppare la malattia ed è più contagiosa proprio poco prima che i sintomi compaiano. In generale quindi una persona positiva al Sars-Cov-2 ma priva di sintomi non è da considerarsi poco contagiosa né sana, ma deve osservare comunque un rigoroso isolamento.

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