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Non è vero che il vaccino di Moderna provoca «il 21% di reazioni avverse gravi»

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23 dicembre 2020
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Mercoledì 23 dicembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via Facebook che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post condiviso il 19 dicembre sulla piattaforma. Il post oggetto della nostra verifica si presenta come lo screenshot di un articolo dal titolo “Dr. James Lyons-Weiler: proteine nei vaccini porteranno reazioni autoimmuni. Con Moderna 21% di reazioni avverse gravi”.

Si tratta di una notizia falsa.

L’articolo in questione è stato pubblicato il 17 dicembre 2020 dal sito web Detoxed.info e contiene un video di 14 minuti, riferito a una conferenza stampa tenuta il 20 ottobre dal dottor James Lyons-Weiler per la Pennsylvania Medical Freedom Alliance, organizzazione americana anti-vaccinista che sostiene di battersi per la libertà vaccinale. Il dottor Lyons-Weiler è invece un ricercatore dell’università di Pittsburgh balzato alle cronache per alcune teorie complottiste circa la creazione del virus Sars-Cov-2 in laboratorio.

Come riportato nell’articolo di Detoxed, il ricercatore sostiene (qui al minuto 5.19) che il vaccino di Moderna provocherebbe il 21 per cento di  reazioni avverse gravi. Una notizia priva di fondamento, dal momento che i dati sottoposti dall’azienda biotecnologica alla Food and Drug Administration (l’autorità americana di controllo sui farmaci) parlano di 82 reazioni avverse gravi su oltre 15mila volontari. Ciò vuol dire che questa tipologia di reazioni – che l’Unione Europea definisce come eventi in grado di «provocare morte, rappresentare un pericolo di vita, richiedere il ricovero ospedaliero o provocare una disabilità» – si presenta nello 0,5 per cento dei casi. Un ordine di grandezza quaranta volte inferiore a quello descritto da Lyons-Weiler.

Come spiegano i colleghi di PolitiFact, l’unico riferimento che collega Moderna al dato del 21 per cento compare in questa valutazione preliminare sulla sicurezza del vaccino, pubblicata il 12 novembre 2020: in quel caso si parlava di una dose superiore del vaccino (250 microgrammi rispetto ai 100 somministrati oggi) inoculata in 14 persone, tre delle quali (il 21 per cento) avevano manifestato reazioni sistemiche giudicate gravi. Vale la pena specificare che una reazione sistemica grave consiste in febbre, mal di testa e dolori articolari, niente a che vedere con la definizione di “reazione avversa grave” utilizzata dal dottor Lyons-Weiler.

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