Il decreto legge che inasprisce le pene per chi critica il governo sui social non esiste - Facta
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Il decreto legge che inasprisce le pene per chi critica il governo sui social non esiste

Il 23 dicembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post condiviso il giorno prima su Facebook. Il post oggetto della nostra verifica si presenta come lo screenshot di un presunto decreto legge entrato in vigore il 21 dicembre, che tra le altre cose modificherebbe l’articolo 290 del codice penale sul «vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate», introducendo pene più severe (tra cui la revoca delle misure di protezione sociale, come ad esempio il reddito di cittadinanza) per chi utilizza violenza verbale nei confronti delle istituzioni e chi diffonde notizie false sull’emergenza Covid-19.

L’immagine è introdotta dal testo «Vi sarà sfuggito. Ma questi son stati capaci d’inserire in un DL sull’emergenza epidemiologica quanto segue…» e da un commento, scritto dall’autore del post, che denuncia l’inizio di un «regime dittatoriale».

Si tratta di una notizia falsa.

Com’è possibile verificare sul sito della Gazzetta Ufficiale, il 21 dicembre 2020 non è entrato in vigore alcun provvedimento che interviene sull’articolo 290 del codice penale, che resta invariato rispetto alla sua ultima modifica, approvata dalle Camere il 30 luglio 1957.

Quanto al decreto-legge oggetto della nostra verifica, nell’intestazione del falso documento questo viene presentato come il numero 173. Come testimonia il sito web del Parlamento italiano, il decreto-legge numero 173 del 2020 non esiste

Quel numero identifica invece una legge – la n. 173 del 2020, appunto – che si occupa di «immigrazione, protezione internazionale e complementare». 

Si tratta insomma di un documento ufficiale contraffatto – un classico della disinformazione sulla Covid-19, ce n’eravamo occupati qui – e non esiste alcun provvedimento pensato per punire con pene più severe il vilipendio delle istituzioni e la diffusione di notizie false.

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