Un sindacato di polizia rumeno ha annunciato di non voler controllare i green pass, ma si tratta di un problema legislativo - Facta
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Un sindacato di polizia rumeno ha annunciato di non voler controllare i green pass, ma si tratta di un problema legislativo

Il 29 ottobre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in uno screenshot circolato sull’app di messaggistica, in cui si legge: «La polizia ha informato il ministero dell’Interno, Lucian Bode, di non voler controllare i certificati digitali, ritenendo che non siano competenza del luogo, ma dei dipartimenti di sanità pubblica. Esigono di non essere messi contro la popolazione».

Lo screenshot è accompagnato dal commento dell’utente che lo aveva pubblicato sul gruppo Facebook “Io sto con i portuali di Genova” (68 mila membri mentre scriviamo) insieme al commento “A proposito di Romania, a parte che il green pass sul lavoro è stato bocciato , guardate cosa ha dichiarato la polizia rumena”.

Si tratta di una notizia imprecisa.

L’obbligatorietà del green pass per accedere i luoghi di lavoro è stata effettivamente bocciata dalla camera bassa del Parlamento rumeno il 27 ottobre 2021, dopo una votazione che ha visto i proponenti essere battuti per appena due voti. La legge era stata scritta da alcuni parlamentari centristi e prevedeva una sospensione di 30 giorni dalle mansioni del pubblico impiego nel caso in cui il lavoratore fosse sprovvisto di green pass e avesse rifiutato di presentare un test molecolare negativo. 

Quanto alle proteste dei sindacati di polizia, queste hanno interessato soprattutto il sindacato europeo Europol, che attraverso il suo portavoce Cosmin Andreica ha fatto sapere che «Fin da giugno lamentiamo l’assenza di strumenti necessari per controllare i green pass e una normativa incompleta in tal senso». Il riferimento è alla legge n. 932 del 2021, che introduce l’obbligo di green pass per accedere agli eventi e alle attività commerciali al chiuso, ma che secondo le organizzazioni sindacali non contiene alcun riferimento a modalità che consentirebbero alle forze dell’ordine di controllare documenti e dati personali degli avventori. 

L’altra criticità sottolineata dagli operatori di polizia ha a che fare con gli strumenti in dotazione, ovvero i dispositivi per verificare le certificazioni verdi, che al momento sono appena 3 mila a fronte di una popolazione di oltre 19 milioni di persone. Negli scorsi giorni sulla questione è intervenuto il ministro dell’Interno rumeno Lucian Bode, che ha promesso nuove gare d’appalto per distribuire almeno altri 5 mila dispositivi alle forze di polizia rumene. 

Alla data del 29 ottobre 2021, la Romania è il penultimo Paese europeo per numero di vaccinati, con appena il 31,3 per cento della popolazione ad aver ricevuto due dosi. Di conseguenza, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), nel Paese c’è la più alta percentuale di nuovi decessi dell’Unione, ovvero 226 ogni milione di abitanti (in Italia siamo a 8,5). Per questo motivo, a partire dal 25 ottobre scorso il governo rumeno ha imposto un nuovo coprifuoco nelle ore notturne, nel tentativo di contenere la portata del contagio e studiare una nuova strategia per incentivare la campagna vaccinale. 

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