Non esistono prove che Andrea Scanzi abbia «saltato la fila» per ottenere il vaccino - Facta
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Non esistono prove che Andrea Scanzi abbia «saltato la fila» per ottenere il vaccino

Lunedì 22 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 21 marzo su Facebook, secondo cui il giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi avrebbe avuto accesso a una dose del vaccino contro la Covid-19 «saltando la fila». 

Si tratta di una notizia non supportata da prove.

Innanzitutto, Andrea Scanzi ha 46 anni e in base alla informazioni pubbliche disponibili non risulta avere problemi di salute. Il suo nominativo non sarebbe dunque dovuto rientrare nella lista delle prenotazioni gestita dalla regione Toscana – dove Scanzi ha la residenza – che dal 10 marzo ha iniziato a convocare per il vaccino anti-Covid le persone tra i 76 e i 79 anni.

La notizia della dose di vaccino somministrata ad Andrea Scanzi era diventata di pubblico dominio il 19 marzo scorso, quando il giornalista aveva fatto sapere su Facebook di essersi vaccinato con AstraZeneca. Nello stesso post Scanzi aveva aggiunto di aver avuto accesso alla dose dopo essersi messo «garbatamente nella lista dei disponibili al vaccino a fine giornata, per non buttare via nessuna dose» e di averne avuto diritto in qualità di «caregiver [un familiare che occupa un ruolo informale di cura del malato, ndr] familiare, essendo figlio unico e avendo entrambi i genitori fragili». 

Il post di Scanzi specificava inoltre che la disponibilità di dosi inutilizzate era dipesa dalla «paura» e dallo «scetticismo» seguiti alla notizia della momentanea sospensione del vaccino AstraZeneca, iniziata il 15 marzo 2021 per motivi precauzionali dovuti a un numero anomalo di trombosi cerebrali venose e rientrata quattro giorni più tardi (come avevamo ricostruito nel nostro articolo). 

Il tema di una lista di riserva utile a non sprecare le dosi residue di vaccino – ovvero quelle rimanenti sul fondo dei flaconi dopo una giornata di vaccinazioni e non conservabili – era stato sollevato il 13 marzo dal commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Francesco Paolo Figliuolo, che durante la trasmissione di Rai 3 Che Tempo che Fa aveva suggerito di vaccinare «chiunque passa» piuttosto che buttare dosi di vaccino. Tale indirizzo era poi stato messo nero su bianco, con un’ordinanza datata 16 marzo che istituiva le liste di riserva, così da «somministrare eccezionalmente» le dosi residue di vaccino alle persone disponibili. 

L’azienda Usl Toscana sud est (quella responsabile della vaccinazione di Andrea Scanzi, avvenuta ad Arezzo, come ha specificato su Facebook lo stesso Scanzi) ha introdotto la possibilità di prenotare online le suddette dosi solo a partire dal pomeriggio di sabato 20 marzo – dunque il giorno successivo alla vaccinazione di Scanzi – includendo nella platea potenziale dei riceventi anche i «conviventi o caregiver di persone estremamente vulnerabili», categoria di cui farebbe parte lo stesso giornalista toscano. 

A spiegare l’anomalia temporale, ci ha pensato il 21 marzo Evaristo Giglio, direttore distrettuale dell’azienda sanitaria aretina che alla trasmissione di La7 Non è l’Arena ha dichiarato (minuto 38:13): «Prima di fare una prenotazione online, cosa su cui la regione sta lavorando, la mia Azienda Sanitaria ha fatto in modo tale da avere una lista cartacea di persone che o erano state chiamate e poi non erano state vaccinate perché non potevano, o altri tipi di persone, come disabili, insegnanti che avevano saltato il turno». Si tratterebbe insomma di una lista informale composta dalle varie segnalazioni ricevute attraverso i medici di base, che l’azienda sanitaria locale avrebbe raccolto prima dell’ordinanza emessa da Figliuolo.

«Scanzi mi venne segnalato verso il 20 febbraio dal medico curante che mi ha chiesto di farlo rientrare nelle riserve» ha proseguito Giglio «quando ho chiesto a che titolo mi è stato detto che lui ha due genitori fragili, ovvero che hanno delle patologie che sono ascrivibili alle classi delle patologie vulnerabili. Quindi Scanzi rientra in questa categoria, presente anche nella prenotazione online. Scanzi è passato in coda a questa lista e quando le persone che avevano più urgenze sono state vaccinate è toccato a lui».

In conclusione, non esistono prove che Andrea Scanzi abbia «saltato la fila» per ottenere una dose del vaccino AstraZeneca. Secondo la ricostruzione del direttore distrettuale dell’azienda sanitaria di Arezzo, Scanzi avrebbe segnalato la sua disponibilità a ricevere una dose residua del vaccino lo scorso 20 febbraio – prima, dunque, che il governo si muovesse con un’ordinanza – e avrebbe atteso il suo turno per il mese successivo. Trattandosi di una lista non ufficiale e «cartacea», non esiste tuttavia alcuna testimonianza della sua esistenza, né alcuna garanzia che le prenotazioni siano state gestite secondo un ordine temporale. 

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