Non ci sono prove che «i sopravvissuti della Shoah» abbiano chiesto ad Ema di «bloccare la campagna vaccinale» - Facta
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Non ci sono prove che «i sopravvissuti della Shoah» abbiano chiesto ad Ema di «bloccare la campagna vaccinale»

L’11 settembre 2021 il sito web Flip News ha pubblicato un articolo intitolato “Sopravvissuti della Shoah scrivono all’Ema per bloccare la campagna vaccinale”. Nell’articolo oggetto della nostra verifica si fa riferimento ad una «lettera aperta» che un «gruppo di sopravvissuti della Shoah e di loro discendenti» avrebbe inviato all’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e all’Agenzia regolatrice inglese dei farmaci (Mhra).

Nella lettera, il cui contenuto è stato tradotto in italiano a questo link, si chiede la «fine dell’Olocausto» rappresentato dai vaccini contro la Covid-19. «La maggior parte della popolazione mondiale non si rende ancora conto di ciò che sta accadendo» si legge nella missiva «noi, invece, lo sappiamo. Ricordiamo il nome di Josef Mengele. Alcuni di noi hanno ricordi personali. Sperimentiamo un déjà vu così orribile che ci solleviamo per proteggere i nostri poveri simili. Gli innocenti minacciati ora di includere bambini e persino neonati».

La lettera prosegue scagliandosi apertamente contro i «vaccini Covid-19» che avrebbero «ucciso più persone di tutti i vaccini disponibili messi insieme dalla metà del 1997 fino alla fine del 2013, un periodo di 15,5 anni». Il documento non contiene i nomi degli autori della lettera, che «non saranno pubblicati per la protezione dei firmatari per rappresaglie» ma che potranno «essere forniti a scopo di autenticazione su richiesta ufficiale».

Si tratta di una notizia non supportata da alcuna prova.

La lettera oggetto della nostra verifica è stata redatta dall’organizzazione We for humanity, che si definisce «un’associazione internazionale di avvocati, medici, scienziati, giornalisti e rappresentanti di altre professioni» nata per rappresentare «gli interessi di tutte le persone nel mondo che aspirano a vivere in libertà, autodeterminazione, dignità e verità». 

Il nome di We for humanity non è mai comparso nelle cronache prima di questa iniziativa e il sito web dell’organizzazione, creato nel 2021, contiene solo il riferimento a quest’unica lettera aperta. Non è ben chiaro chi si celi dietro l’organizzazione, ma il volto ufficiale dell’iniziativa – presentata il 25 agosto 2021 attraverso questo video – è l’attivista no-vax olandese e leader dell’associazione antivaccinista Virus Truth Willem Engel

Nel video che introduce l’iniziativa viene mostrata una donna (qui dal minuto 12:40) presentata come persona «che ha perso molti famigliari non solo nei campi di concentramento, ma anche negli esperimenti» e che sarà rappresentata in tribunale da We for humanity. Nessun sopravvissuto della Shoah viene mostrato o citato pubblicamente.


La possibilità di una lettera aperta inviata in rappresentanza dei reduci dei campi di concentramento è stata apertamente smentita dall’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec (Centro documentazione ebraica contemporanea) al quotidiano la Repubblica. La Fondazione ha ricordato come «i reduci della Shoah non costituiscono una rete e non firmano collettivamente appelli, appelli che poi banalizzano fortemente la Shoah».

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