Il 6 aprile la redazione di Facta ha ricevuto numerose segnalazioni via WhatsApp che chiedono delucidazioni sull’attendibilità di un video-tutorial che insegnerebbe a sterilizzare, con semplici mezzi casalinghi, le mascherine impiegate per contenere l’epidemia di Covid-19.
Nel filmato la farmacista Elena Pontarollo, titolare della Farmacia Brusuglio di Cormano (Milano) – autodefinita su Facebook come “La Farmacia Alchemica Empatica” – spiega, munita di camice bianco e spilletta dell’Ordine dei Farmacisti, come igienizzare le mascherine direttamente da quella che dichiara essere la sua cucina.
Diverse testate locali (per esempio qui, qui e qui) e nazionali (per esempio qui e qui) hanno riproposto il video nella forma di un vademecum.
Non si tratta però di un sistema validato dalle autorità sanitarie e la sua efficacia quindi non è sicura. Inoltre, mascherine diverse potrebbero richiedere metodi diversi. Abbiamo provato a fare chiarezza.
Quali istruzioni vengono date nel video
Nel video la farmacista Pontarollo fornisce le indicazioni necessarie per igienizzare la propria mascherina e mostra, in un video che diventa un vero e proprio tutorial, i diversi passaggi da seguire. L’unico ingrediente necessario è l’alcol rosso denaturato.
Pontarollo sostiene che per igienizzare la mascherina sia necessario fissarla nel lato interno del coperchio di un capiente contenitore da cucina in cui versare una piccola quantità di alcol rosso denaturato sul fondo e lasciare agire per un paio d’ore – massimo quattro – prima del riutilizzo.
Andrebbe bene anche «una pentola con coperchio», spiega, purché la mascherina non venga mai direttamente a contatto col liquido, ma solo coi suoi vapori, per non rischiare di alternarne il potere filtrante.
Che cosa ci dicono le istituzioni
Per prima cosa, precisiamo sin da subito che non si tratta di un contenuto creato o diffuso da canali ufficiali come l’Ordine dei Farmacisti (che ha confermato telefonicamente a Facta di non essere in alcun modo connesso all’iniziativa) né altre istituzioni sanitarie, come il Ministero della Salute o l’Istituto Superiore di Sanità (non ne abbiamo trovato traccia tra i materiali informativi). Si tratta quindi, fino a prova contraria, di di un video confezionato in piena autonomia dalla protagonista.
E che cosa sappiamo sulla procedura? La fonte della ricetta seguita da Pontarollo nel video non è citata, né siamo a conoscenza di test di efficacia di questo metodo.
Ricordiamo poi che la stragrande maggioranza delle mascherine sono presidi usa-e-getta, dei quali il riutilizzo non è previsto e non è stato probabilmente neanche testato. Si tratta di un problema che gli scienziati stanno provando a risolvere in tempo reale ed è difficile per ora, purtroppo, trarre conclusioni.
Sul tema è intervenuto la sera del 6 aprile il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel corso di un media briefing sul Covid-19. Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sostenuto che «se si indossano le mascherine, devono essere usate in modo sicuro e appropriato. L’Oms ha fornito le linee guida per indossarle, rimuoverle e smaltirle. Ciò che è chiaro è che la ricerca in quest’area è limitata. Incoraggiamo i paesi dove si raccomanda l’uso delle mascherine per la popolazione a studiare la loro efficacia così potremo imparare tutti». Anche perché, come – giustamente – puntualizza anche la farmacista autrice del video, un uso improprio di questi dispositivi rischia di trasformarli da strumenti protettivi a ricettacolo di agenti patogeni.
Le disposizioni ufficiali restano quindi quelle di Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, che raccomandano di non riutilizzare le mascherine monouso e sostituire la mascherina quando diventa umida, sporca o se danneggiata. Il tutto senza dimenticare, durante la manipolazione, una corretta igiene delle mani, facendo attenzione al senso di “falsa sicurezza” e mantenendo il corretto distanziamento sociale.
Il tutorial vale per tutte le mascherine?
Manca poi nel video un riferimento alla tipologia di mascherine che sarebbe possibile trattare con il metodo presentato. Dal punto di vista tecnico le mascherine infatti non sono tutte uguali e il loro corretto utilizzo, la durata dell’azione protettiva e la modalità (quando esiste) di disinfezione, variano da un modello all’altro e in base al tipo di impiego che ne facciamo.
In particolare, quella usata come “cavia” dalla farmacista, come si vede chiaramente nelle immagini, è del tipo con valvola: significa che il trattamento proposto è valido solo per quella tipologia? Oppure si sottintende che possa essere applicato su tutte? Su questo punto il video, non dando alcun tipo di informazione, lascia ampio spazio all’interpretazione.
Ma c’è di più. La mascherina mostrata da Pontarollo nel video appartiene alle tipologie di mascherine il cui uso, finora, l’Istituto Superiore di Sanità ha raccomandato ai soli operatori sanitari (medici e infermieri). Ad esempio, chi si occupa di fare i tamponi dovrebbe utilizzarle.
Nelle situazioni ordinarie (come, ad esempio, per andare a fare la spesa) vengono invece spesso utilizzate le mascherine di tipo chirurgico che hanno una struttura e una performance completamente diverse dalle precedenti. Insomma: nonostante sia esplicitamente rivolto al grande pubblico, il video pone al centro un dispositivo che a questo pubblico non è raccomandato dagli organi ufficiali.
In conclusione
Da alcuni giorni circola su WhatsApp e su alcuni siti di informazione il video di una farmacista che spiega come sarebbe possibile sterilizzare le mascherine protettive contro il nuovo coronavirus attraverso semplici passaggi realizzabili in cucina, utilizzando un contenitore chiuso e dell’alcol.
Si tratta di un’iniziativa presa in totale autonomia dalla farmacista, dalla quale lo stesso Ordine dei Farmacisti ha preso le distanze. Precisiamo inoltre che non sono fornite informazioni circa la validità del metodo di igienizzazione sulla totalità delle mascherine oggi in commercio e che al centro del video vi è un dispositivo che, stando agli organi ufficiali, non è destinato al grande pubblico ma ai soli operatori sanitari.
Ricordiamo infine che la ricerca sul nuovo coronavirus è in atto, le evidenze sono in continuo aggiornamento e non possiamo escludere a oggi che ci saranno nuovi dati disponibili anche sull’eventuale possibilità di riutilizzo di presidi. Nel frattempo è bene fare riferimento alle raccomandazioni di Organizzazione Mondiale della Sanità e Ministero della Salute che non hanno mai raccomandato la pratica suggerita nel video.
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