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Vaccinare i bambini: ne vale la pena, dice la scienza

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1 dicembre 2021
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La campagna vaccinale contro la Covid-19 raggiunge i bambini. Il 25 novembre 2021 l’European medicines agency (Ema) ha raccomandato l’approvazione del vaccino Pfizer contro la Covid-19 per la fascia d’età tra 5 e 11 anni. Secondo quanto dichiarato il 29 novembre 2021 da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, le vaccinazioni dei bambini sopra i cinque anni potrebbero partire intorno al 23 dicembre.

Se alcuni genitori tireranno un sospiro di sollievo al pensiero di poter finalmente proteggere i propri figli dalla Covid-19, altri potrebbero avere dubbi, o ritenere il vaccino inutile per una categoria che, fino a questo momento, non è stata al centro delle preoccupazioni sulla pandemia, considerata un problema soprattutto per gli anziani. Eppure la pandemia ora sta colpendo con particolare forza i più giovani: il rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) del 24 novembre 2021 riscontra «un forte aumento dell’incidenza nella fascia di età 6-11»; le fasce d’età tra 0 e 19 anni mostrano la maggiore incidenza settimanale, tra 150 e 200 casi per 100.000 abitanti alla settimana.

Vediamo insieme perché è importante vaccinare i bambini, e perché non abbiamo nulla da temere.

Perché è importante vaccinare i bambini

Nelle prime fasi della pandemia l’attenzione del pubblico e dei medici si è concentrata sulle fasce d’età più anziane, quelle in cui la mortalità da Sars-CoV-2 è maggiore. Questo ha creato la falsa impressione che il virus potesse circolare senza problemi tra i più giovani e su questa base alcuni hanno ipotizzato che si potesse contenere la pandemia semplicemente isolando gli anziani. In particolare, si è spesso pensato che per i bambini la Covid-19 fosse un problema marginale.

Le cose però non stanno proprio così. La mortalità da Covid-19 in effetti è molto bassa tra i più piccoli, ma non è insignificante: negli Stati Uniti, secondo un rapporto dei Centers for disease control (Cdc) americani, la Covid-19 è la sesta causa di decessi nella fascia d’età tra 5 e 11 anni. Secondo il bollettino Iss del 24 novembre 2021, in Italia sono avvenuti 20 decessi per Covid-19 tra i minori di 12 anni.

Anche se la mortalità è fortunatamente minima, la Covid-19 può però causare complicazioni serie nei bambini: in Italia, l’Iss al 24 novembre 2021 ha contato 5.248 ricoveri ospedalieri negli under 12 (circa 1 ogni 76 diagnosi di Covid-19), di cui 119 in terapia intensiva (1 ogni 3.360 diagnosi).

I bambini soffrono in particolare, in seguito all’infezione con Sars-CoV-2,  della sindrome infiammatoria Mis-C, una infiammazione generale degli organi che può causare sintomi gastrointestinali, meningite, encefalite e miocardite. È una malattia che spesso ha un decorso serio e richiede frequentemente il ricovero in terapia intensiva. In una minoranza di pazienti può dare conseguenze permanenti come aneurismi delle coronarie, un’alterazione dei vasi sanguigni che può essere fatale. In Italia, al 12 novembre 2021, la Società italiana di pediatria ha registrato 239 casi di Mis-C da Covid-19.

Al di là della malattia acuta, i bambini sono vulnerabili alle conseguenze a lungo termine della Covid-19, la cosiddetta long Covid, che può colpire dal 4 a oltre il 10 per cento dei minori. Uno studio israeliano su 13.864 minorenni tra i 3 e i 18 anni ha riportato che l’1,8 per cento degli under-12 aveva ancora sintomi sei mesi dopo la malattia acuta. Non sappiamo se e quanto i vaccini proteggano da queste conseguenze in caso si sviluppi comunque la malattia, ciò nonostante, sappiamo che i vaccini proteggono almeno in parte dall’infezione, e quindi riducono la probabilità di problemi di salute a lungo termine.

I bambini inoltre, come ricordato dalla Fondazione Veronesi, soffrono di danni indiretti a causa delle necessarie interruzioni nell’attività scolastica ogni volta che si ammalano o fanno ammalare i propri compagni di scuola: i vaccini potrebbero consentirgli un ciclo scolastico più regolare.

Vaccinare i bambini infine, riducendo in parte la circolazione del virus, potrebbe rallentare e mitigare l’impatto della pandemia su tutte le altre fasce d’età. Secondo gli scenari epidemiologici tracciati dal Covid-19 Scenario Modeling Hub, un progetto che cerca di comprendere l’evoluzione della pandemia gestito da numerosi istituti accademici americani, questo effetto è ancora più importante nel caso in cui emergano nuove varianti. Proprio quello che sta accadendo con la variante omicron di Sars-CoV-2.

I vaccini sono efficaci e sicuri

Al 29 novembre 2021, l’unico vaccino con dati disponibili per i bambini sotto i 12 anni pubblicati da una rivista peer reviewed è il vaccino Pfizer, che ha dimostrato un’efficacia del 90,7 per cento nella fascia tra 5 e 11 anni in uno studio clinico condotto su 2.268 bambini e pubblicato il 9 novembre. Moderna ha annunciato a fine ottobre risultati positivi da uno studio clinico analogo su bambini tra 6 e 11 anni, con dati che mostrano come il vaccino induca una forte risposta immunitaria, ma i dati dello studio non sono stati ancora pubblicati.

Ai bambini serve meno vaccino: lo studio clinico Pfizer ha dimostrato che, ai bambini tra 5 e 11 anni, per ottenere lo stesso tipo di risposta immunitaria degli adulti, basta un terzo della dose. Il dosaggio ridotto dovrebbe mitigare il già remoto rischio di effetti collaterali. Moderna, analogamente, ha deciso di usare metà della dose fornita agli adulti.

Finora comunque né Pfizer né Moderna hanno riportato nessun effetto collaterale significativo nei loro studi sui bambini. In particolare, lo studio clinico Pfizer riporta che non è stato riscontrato nessun caso di miocardite, una delle complicazioni di cui si è più discusso riguardo ai giovani vaccinati. Questo non significa che tale rischio non esista, ma ci dice che è quasi certamente molto piccolo. Nella fascia tra 12 e 17 anni, il rischio è di circa 1 caso di miocardite su 16.000 maschi e 1 su 115.000 femmine: numeri enormemente inferiori ai ricoveri causati dalla Covid-19 nella stessa fascia d’età. Per bambini sotto i 12 anni, ci sono motivi per pensare che sia ancora più basso.

L’incidenza più alta di questo raro effetto avverso infatti si ritrova nei maschi tra 20 e 29 anni, e diminuisce sotto i 20 anni. Ricordiamo comunque che, se il pensiero di un’infiammazione al cuore può spaventare, in realtà la miocardite correlata ai vaccini è quasi sempre una condizione lieve che si risolve senza problemi. Di contro, il rischio di miocardite o altre malattie del sistema cardio-circolatorio, anche nei bambini, è molto più alto con l’infezione da Covid-19 rispetto al vaccino, soprattutto a causa della sindrome Mis-C.

Gli studi clinici stanno già raccogliendo dati per vedere se è possibile estendere la vaccinazione anche ai più piccoli, sotto i 5 anni. Pfizer a settembre aveva previsto di avere dati già questo autunno, ma probabilmente non ci sarà un’autorizzazione prima del 2022. Lo studio clinico di Moderna sui bambini tra 6 mesi e 5 anni è in corso da marzo 2021; ancora non si sa quando saranno pubblicati i risultati.

In conclusione

È comprensibile la preoccupazione dei genitori nel vaccinare i propri bambini, ma secondo la ricerca scientifica più aggiornata non c’è da aver paura. I dati finora a disposizione della comunità scientifica indicano che i vaccini contro la Covid-19 sono sicuri ed efficaci anche sui bambini sopra i 5 anni, e che in ogni caso il virus Sars-CoV-2 porta un rischio di complicazioni e danni permanenti molto superiore a quello dato dalle vaccinazioni.

La Covid-19 infatti, sebbene sia mortale nei bambini solo in pochissimi casi, resta comunque una malattia insidiosa con possibili conseguenze gravi o a lungo termine. Vaccinare i bambini non solo proteggerà la loro salute, ma consentirà loro di poter continuare l’anno scolastico in modo più regolare, e potrebbe essere di fondamentale importanza per contenere la pandemia anche su altre fasce d’età.

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