No, il presidente dell’Emilia-Romagna non ha detto che la diga di Ridracoli ha provocato gli allagamenti - Facta
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No, il presidente dell’Emilia-Romagna non ha detto che la diga di Ridracoli ha provocato gli allagamenti

Il 5 giugno 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un video pubblicato su Facebook. Il filmato mostra il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, seduto di fianco a due persone mentre parla al microfono durante quella che sembra essere una conferenza stampa. Ascoltando l’audio del filmato si sente una voce maschile affermare che gli allagamenti di maggio non sarebbero stati provocati dalle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna, ma dall’apertura della diga di Ridracoli, colma d’acqua.

Si tratta di un contenuto video modificato, che veicola una notizia infondata. 

Partiamo dalle immagini mostrate nel filmato oggetto di analisi. La scena è reale ed è stata registrata il 19 maggio 2023 durante la conferenza stampa di Bonaccini insieme a Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della protezione civile, sulla situazione in Emilia-Romagna dopo le pesanti alluvioni del 16 e del 17 maggio. Il filmato originale non contiene tuttavia l’audio presente nella sua versione modificata. Come si può verificare, infatti, la voce dell’uomo che attribuisce la causa degli allagamenti all’apertura di una diga non è quella di Bonaccini. Inoltre, né durante la conferenza stampa del 19 maggio, né in altre occasioni, il presidente dell’Emilia-Romagna ha mai sostenuto una simile teoria. Questo significa che il video della conferenza stampa è stato modificato, con l’aggiunta in un secondo momento dell’audio con la voce maschile.

Passiamo quindi all’audio montato sul video della conferenza stampa di Bonaccini. Si tratta di un audio circolato sui social network dopo l’alluvione di metà maggio. Come abbiamo già verificato in un nostro articolo, in cui abbiamo analizzato quanto sostenuto nell’audio, è falso sostenere che gli allagamenti nella Regione siano stati causati dall’apertura della diga di Ridracoli, una frazione del comune di Bagno di Romagna (in provincia di Forlì-Cesena).

L’Emilia-Romagna aveva emesso per il 16 e il 17 maggio un’allerta rossa relativa alle condizioni meteo. Per questo motivo Romagna Acque, azienda che gestisce la diga, ha deciso, insieme alla provincia di Forlì-Cesena e alla Regione, di effettuare tra il 15 e il 16 maggio lo sversamento di una parte dell’acqua contenuta nel bacino artificiale. Il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabé, aveva spiegato che il motivo di questa operazione era di laminare, cioè depotenziare, la piena del fiume Bidente: «In questo modo la diga potrà raccogliere l’acqua piovana che si accumulerà in queste ore e la piena del fiume sarà trattenuta a monte». 

L’operazione in questione, in base ai dati ufficiali comunicati da Romagna Acque, ha rilasciato una piccola parte dell’acqua che può contenere, ovvero 700 mila metri cubi di acqua a fronte di una capienza pari a trentatré milioni di metri cubi. Durante questa operazione il livello del bacino si è abbassato di appena 60 centimetri. Non è quindi possibile che tale quantità di acqua rilasciata in maniera controllata abbia prodotto gli allagamenti e i danni delle scorse settimane. Basti pensare che, invece, secondo i dati ufficiali del Dipartimento della protezione civile, durante l’evento estremo che si è abbattuto nell’area del territorio più colpito dell’Emilia-Romagna (800 chilometri di territorio) sono caduti 350 milioni di metri cubi di acqua. Circa cinquecento volte più di quanto rilasciato dalla diga.

Su Facta.news ci siamo occupati di diversi casi di disinformazione che riguardano l’alluvione e gli allagamenti in Emilia-Romagna.

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