
No, questa foto del Tevere in secca nel 1971 non dimostra che il cambiamento climatico non esiste
Il 9 luglio 2023 è stata pubblicata su Facebook una foto in bianco e nero del fiume Tevere in secca sotto ponte Sant’Angelo, a Roma. L’immagine è accompagnata da un commento, scritto dall’autore del post, in cui si afferma che lo scatto è datato 23 agosto 1971. Il testo prosegue affermando che «nel 1971 era solo “siccità” dovuta alla stagione calda che solitamente è l’estate…. oggi è solo “cambiamento climatico”…».
Il post in questione, quindi, punta a mettere in dubbio l’esistenza della crisi climatica in atto, sostenendo che la siccità c’è sempre stata e che è dovuta al caldo che solitamente fa in estate.
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, la foto è reale ed è presente sul sito dell’agenzia fotografica Getty Images. Nella didascalia che l’accompagna si legge che lo scatto è del 23 agosto 1971 e mostra un’immagine del letto arido del fiume Tevere presso il ponte Sant’Angelo a Roma.
Questa foto però non dimostra che la crisi climatica e i suoi effetti non esistono.
Come abbiamo scritto su Facta.news in un recente approfondimento, per quanto riguarda l’origine antropica del riscaldamento globale, le prove scientifiche disponibili continuano a mostrare che le attività umane hanno riscaldato la superficie terrestre e i suoi bacini oceanici, influenzando a loro volta il clima terrestre.
Inoltre, confrontare immagini dei livelli idrometrici di singoli corsi d’acqua in periodi temporali diversi è fuorviante e non permette di avere un’immagine precisa dei cambiamenti climatici in corso. Come spiegato infatti dalla Nasa, i cambiamenti indotti dal riscaldamento globale possono essere valutati in modo significativo solo in termini di tendenze a lungo termine, mentre le variazioni a breve termine sono piuttosto frequenti ma poco significative. Quello che è stato dimostrato è stato un rapido aumento delle temperature negli ultimi decenni, non circoscrivibile a singoli episodi ma valutabile appunto in termini di tendenza di medio e lungo periodo.
Nel rapporto intitolato “Il clima in Italia nel 2022” pubblicato il 20 luglio 2023 dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) si legge, ad esempio, che a livello globale lo scorso anno è stato «il quinto anno più caldo della serie di temperatura media annuale sulla terraferma e il sesto anno più caldo della serie di temperatura media annuale su terraferma e oceani insieme». Nel testo viene inoltre specificato che i dieci anni più caldi della serie si sono verificati tutti dopo il 2010.
Nel rapporto è presente anche una sezione dedicata alla siccità in cui si documenta che il persistente deficit di precipitazione osservato nel corso del 2022 è «probabile effetto dell’impatto dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico e i suoi estremi» e che «le analisi effettuate a scala europea hanno mostrato un aumento degli eventi di siccità e un loro peggioramento in termini di severità e persistenza». Inoltre, si legge ancora, «con il riscaldamento globale, le proiezioni climatiche future mostrano che tale situazione potrà ulteriormente aggravarsi, specie nelle regioni meridionali e occidentali dell’Europa». Per quanto riguarda l’Italia, infine, gli studi effettuati dall’Ispra, sulla base dei dati meteorologici ufficiali, hanno evidenziato «un trend crescente e statisticamente significativo delle aree del Paese soggette a siccità estrema su base annuale. Da questo punto di vista, la siccità del 2022 non fa che confermare tale situazione», specifica il rapporto.
Salvatore Caminiti
La climatologia ha dati certi sulla temperatura solo da inizio dell’ ‘800. Tutt’altra tesi propongono i geologi, con riferimenti certi, sul clima, fin dall’Impero Romano, grazie a scavi e relativi reperti, anche vegetali. Vi sono stati periodi, in questi 2000 anni, sia di piccole glaciazioni, come pure di surriscaldamento nell’,alto Medio Evo ( dal ‘400 a inizio 700, simili all’ attuale. Le previsioni e i vecchi trascorsi prevedono una durata di 80 anni per quello attuale. L’attività dell’uomo non influisce per più del 2-3 %. Le certezze della NASA lasciano il tempo che trovano, per ovvi motivi. Abbiamo bisogno di chiarezza, verità, non di terrorismo mediatico pilotato da lobby.
Facta
Buongiorno, ci potrebbe indicare le fonti di quanto riportato? Grazie
Maria Grazia Cerminara maria Grazia
Il cambiamento climatico magari esiste ma in passato sono esistiti gli stessi problemi e chi di dovere per evitare ulteriori danni, non hanno mai mosso un dito. La siccità si combatte con la raccolta delle acque , ad esempio, non disperderle . Qualcuno faccia qualcosa, viviamo come nel medioevo , nessuno fa nulla e poi la colpa è solo del cambiamento climatico.
Luigi Chiavarelli
Che l’attività antropica abbia influito in maniera consistente sul riscaldamento climatico è contestato da centinaia di scienziati, L’ipotesi dell’influenza dell’uomo consente politiche economiche che sconvolgerebbero l’attuale assetto sociale ed economico. I dubbi dunque sono leciti e parlarne fa parte della libertà di parola e di pensiero.
Facta
Quali scienziati? Quali studi sono stati fatti?