La Commissione europea non ha mai proibito l’uso della parola «Natale» - Facta
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La Commissione europea non ha mai proibito l’uso della parola «Natale»

Il 21 dicembre 2023 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato due settimane prima su Facebook secondo cui la commissaria europea Helena Dalli considererebbe discriminatorie la parola «Natale» e «i nomi cristiani come Maria, Lucia». Per questo motivo avrebbe annunciato «nuove linee guida» che «saranno predisposte in seguito alle reazioni che produrranno i termini sopra citati».

Si tratta di un contenuto presentato in maniera fuorviante.

A novembre 2021 diversi media avevano divulgato un testo della Commissione europea intitolato “#UnionofEquality. European commission guidelines for inclusive communication” (in italiano,“#UnionedellUguaglianza. linee guida della Commissione europea per una comunicazione inclusiva”).

Il documento era stato lanciato a ottobre 2021 da Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza, per poi essere ritirato il mese successivo a causa delle critiche sollevate. Il testo conteneva un insieme di raccomandazioni (non vincolanti) che i funzionari interni della Commissione, e non i singoli cittadini dell’Unione europea, erano invitati a seguire nella realizzazione di comunicati stampa, grafiche, post sui social, presentazioni, materiale usato nella comunicazione interna, discorsi pubblici o editoriali. 

Queste linee guida sulla comunicazione inclusiva erano dunque a uso interno, ed erano parte della più ampia strategia Union of Equality che ha lo scopo di realizzare un’Europa in cui «tutte le persone possano vivere libere dalla discriminazione». Nel testo, infatti, si faceva riferimento non solo al rispetto delle diversità in ambito religioso, ma anche a livello di genere, disabilità, etnie ed età. 

Per quanto riguarda la questione del Natale, la Commissione consigliava di «evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani» perché «non tutti celebrano le feste cristiane e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date». Non veniva dunque vietato l’uso della parola Natale, come ribadito all’epoca dalla stessa Commissione all’Ansa, ma si consigliava di utilizzare un’espressione alternativa, ad esempio «il periodo delle vacanze», o di menzionare anche altre feste che cadono nello stesso periodo, come la Hanukkah ebraica.

Inoltre, le linee guida non vietavano i nomi cristiani, ma invitano i funzionari a non scrivere solamente i nomi che sono tradizionalmente tipici di una religione, ma di alternarli con altri. Ad esempio, invece di usare «Maria e Giovanni», la Commissione proponeva nomi come «Malika e Julio».

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