Il processo sulla strage di Erba non è ancora stato riaperto - Facta
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Il processo sulla strage di Erba non è ancora stato riaperto

Il 10 gennaio 2024 il quotidiano Corriere della Sera ha pubblicato in prima pagina la seguente notizia: «Rosa e Olindo, la svolta. Un nuovo processo per la strage di Erba». 

Secondo quanto riportato nell’occhiello del titolo, sarebbe stato deciso che «ci sarà la revisione» del processo.

Una notizia simile è stata pubblicata anche da Le Iene: «Sì ALLA REVISIONE DEL PROCESSO PER ROSA E OLINDO». Il programma di Italia 1 negli anni ha pubblicato servizi che mettevano in dubbio la colpevolezza di Rosa Bazzi e Olindo Romano.

Il riferimento è alla coppia di coniugi condannati in via definitiva nel 2011 all’ergastolo per l’omicidio di quattro persone avvenuto nel 2006 a Erba, in Lombardia, in un caso di cronaca conosciuto come “strage di Erba”. 

Si tratta di una notizia imprecisa. 

Il 9 gennaio 2024 la Corte d’appello di Brescia ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi con cui ha fissato la data dell’udienza (1° marzo 2024) in cui verranno discusse le richieste di revisione del processo presentate dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, dagli avvocati dei due coniugi e dal tutore Diego Soddu. Le richieste, unificate in un unico procedimento dalla Corte d’appello di Brescia, sono state presentate perché sia Romano e Bazzi (con i relativi avvocati e tutore), sia Tarfusser, sostengono che ci sarebbero nuovi elementi che potrebbero portare alla revisione della condanna. 

Il prossimo 1° marzo, dunque, i giudici della Corte d’appello decideranno se avviare o meno ufficialmente il processo di revisione. Con questo termine si intende la possibilità, prevista dall’articolo 630 del codice di procedura penale, di correggere, grazie appunto a un nuovo processo, un errore giudiziario che ha portato a una condanna definitiva e irrevocabile. Come spiegato da Il Post, per dare avvio a una revisione del processo a causa del sopravvenire di nuove prove è necessario dimostrare che queste potrebbero portare all’assoluzione del condannato in via definitiva. Queste nuove prove devono quindi essere valutate e dichiarate ammissibili da una Corte d’appello. Solo nel momento in cui la Corte, analizzando questi argomenti, dichiarerà ammissibile l’istanza di revisione, allora si potrà avviare l’eventuale nuovo processo in cui si deciderà se confermare o meno la condanna.

La Corte d’appello di Brescia ha quindi accolto le istanze presentate, e il 1° marzo 2024 i giudici decideranno se accettare o meno i nuovi elementi proposti da Tarfusser e dagli avvocati e, in caso positivo, verrà disposta la revisione del processo. Ciò però non significa che la Corte abbia già stabilito l’avvio di un processo di revisione nei confronti di Romano e Bazzi, a differenza di quanto titolato da diversi media italiani.

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