Il 15 giugno 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp e social la richiesta di verificare la notizia (qui e qui per esempio) secondo cui nel laboratorio di virologia di Wuhan (Wiv) sarebbero stati ospitati pipistrelli vivi in cattività a scopo di ricerca. Il Wiv è al centro delle teorie secondo cui l’origine del virus Sars-CoV-2 sarebbe da ricercarsi in un incidente di laboratorio se non addirittura in un’opera di ingegneria genetica, teoria che avevamo affrontato in passato.
È probabilmente vero che dei pipistrelli possano essere stati allevati all’interno del Wiv, ma questo dato non porta nuovi elementi significativi a favore o contro l’ipotesi che la pandemia da Sars-CoV-2 derivi dalla fuoriuscita di un virus dai laboratori di Wuhan. Andiamo con ordine.
I lanci d’agenzia a noi segnalati si riferiscono a un servizio video pubblicato il 13 giugno 2021 (anche su Youtube) sull’emittente Sky News Australia e presentato dalla giornalista australiana Sharri Markson, autrice di un libro che sostiene l’ipotesi di un’origine artificiale del virus Sars-CoV-2. Durante il servizio, Markson mostra spezzoni di un video in cinese (sottotitolato in inglese) che sarebbe stato girato nel maggio 2017 per l’inaugurazione di un nuovo laboratorio di livello di sicurezza 4 (Bsl-4) all’interno del Wiv (ad esempio al minuto 02:10 o al minuto 14:47). A quanto è possibile capire, il video intero non è pubblicamente disponibile (la redazione di Facta si riserva di aggiornare questo articolo in caso il video risultasse disponibile in futuro).
Al minuto 07:33 il servizio di Markson mostra alcuni brevi frammenti in cui si vedono dei pipistrelli dentro una gabbia, e, al minuto 07:44, un pipistrello nutrito da una persona che indossa camice bianco e mascherina. Non è chiaro però se questi spezzoni derivino dallo stesso video girato per l’inaugurazione del laboratorio Bsl-4, né ci sono indizi che permettano di capire se i pipistrelli mostrati nel video si trovassero effettivamente dentro il Wiv.
Prove più concrete dell’esistenza di pipistrelli vivi all’interno del Wiv, per quanto non definitive, esistono però. Il gruppo Drastic, che si autodefinisce un «team di ricerca autonomo, radicale e decentralizzato che investiga la Covid-19» e che persegue l’ipotesi dell’origine da laboratorio della pandemia, ha compilato alcune prove circostanziali in un documento intitolato “I laboratori di Wuhan, ricerca sui pipistrelli e biosicurezza”.
Il documento, scaricabile a questo link, riporta a pagina 51 una serie di indizi. In particolare ci sono almeno due brevetti assegnati al Wiv che riguardano metodi di allevamento di pipistrelli; un articolo del sito cinese ScienceNet del 2009 dove si parla di allevamento di pipistrelli in laboratorio da parte di Shi Zhengli, ricercatrice del Wiv; il verbale di una presentazione del 2017 della ricercatrice Shi Zhengli in cui viene citato il fatto che in laboratorio avrebbe tentato di eliminare un altro virus dall’organismo dei pipistrelli; e infine un articolo del 2018 del sito cinese in lingua inglese Sixth Tone dove si afferma che, durante una spedizione di ricerca, un ricercatore del Wiv avrebbe «messo nel sacco una dozzina di pipistrelli vivi per ulteriori test in laboratorio».
Buona parte del servizio video di Markson contesta il fatto che Peter Daszak, leader del team dell’Oms che ha condotto l’indagine ufficiale sull’origine del virus Sars-CoV-2, avrebbe più volte negato che nel Wiv fossero ospitati pipistrelli vivi. È vero che Daszak in passato ha fatto tali affermazioni sul proprio account Twitter (qui e qui) ma sono state poi parzialmente ritrattate il 1° giugno 2021, quando ha sostenuto che «non sarebbe sorpreso» se nel Wiv, come in altri laboratori di virologia, allevassero pipistrelli.
Resta da capire se, come insinuato dal servizio di Sharri Markson e come suggerito dai lanci d’agenzia a noi segnalati, questo rappresenti una svolta sulle origini del virus Sars-CoV-2. È teoricamente possibile che un virus naturale dei pipistrelli studiato all’interno del Wiv possa essere fuoriuscito: una lettera inviata alla rivista Science da 18 ricercatori il 14 maggio 2021 ha chiesto di prendere più seriamente questa ipotesi. Un articolo dell’8 giugno 2021 sulla rivista Nature ha elencato i pro e contro delle teorie dell’origine naturale e da laboratorio del virus e ha ribadito che, se non si può escludere, non esistono indizi significativi che al momento suggeriscono che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio, e in particolare non c’è alcun motivo di pensare che il virus sia opera di ingegneria genetica. Il fatto che pipistrelli fossero allevati al Wiv, però, non fornisce alcuna prova a favore o contro l’ipotesi di una fuoriuscita del virus dal laboratorio, in quanto era già di dominio pubblico che il Wiv si occupasse di campioni raccolti da pipistrelli, in studi come questo.
In conclusione, non è possibile stabilire dal servizio video di Sharri Markson, fonte dei lanci d’agenzia a noi segnalati, che nel Wiv siano stati allevati dei pipistrelli. Esistono però alcuni indizi, reperibili in articoli degli anni precedenti alla pandemia e in brevetti, che suggeriscono che il Wiv abbia allevato pipistrelli a scopo di ricerca. Tale dato però non cambia il bilancio delle prove scientifiche sull’ipotesi che il virus sia passato dai pipistrelli all’essere umano nel Wiv, ipotesi che al momento, sebbene non si possa escludere, non ha evidenze a supporto.