Il 3 settembre 2020 su Facebook è stata pubblicata un’immagine composta da quattro foto segnaletiche che mostrano il volto di alcuni uomini. Sopra e sotto agli scatti, si legge: «Prova a difendere la moglie da uno stupro collettivo. Ucciso a sprangate da quattro migranti tunisini. Per dire basta a questa folle politica sull’immigrazione: condividi».
Questa è una notizia del 2015 ripubblicata senza un chiaro riferimento temporale che permetta al lettore di capire quando il fatto si è realmente verificato.

Il 26 aprile 2015 a Vittoria (Sicilia) un bracciante agricolo di 38 anni di nome Nicu Radicanu è stato ucciso con colpi di spranga in testa per aver tentato di difendere la moglie di 53 anni da una violenza sessuale da parte di un gruppo di quattro uomini – Nizar Brahim (23 anni), Marouane Tebra, (27 anni), Anwari Tebra (23 anni) e Hamdi Boukhobna (24 anni) – successivamente arrestati. All’epoca la notizia era stata riportata da testate nazionali e locali (qui, qui e qui).
Il 25 maggio 2017 la Corte di Appello di Catania ha condannato i responsabili a 20 anni di prigione ciascuno per omicidio e violenza sessuale di gruppo.

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