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Alcuni migranti salvati nel Mediterraneo trascorreranno la quarantena su un traghetto Tirrenia, ma senza alcun comfort

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21 aprile 2020
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Lunedì 20 aprile la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare una card, creata e diffusa dalla pagina Facebook ufficiale della Lega, che mostra un traghetto bianco Tirrenia e riferisce di «immigrati clandestini in quarantena a spese degli italiani», «con aria condizionata, ristorante, self service, bar, negozio, infermeria, cinema, area giochi per bambini e solarium».

Un gruppo composto da 180 migranti salvati nel Mediterraneo tra il 7 aprile e il 13 aprile trascorrerà realmente la quarantena su un traghetto Tirrenia (il Raffaele Rubattino), ma senza i comfort descritti nella card.

I provvedimenti sono stati firmati il 12 e il 18 aprile 2020 dal capo della protezione civile Angelo Borrelli su richiesta del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e si sono resi necessari per risolvere lo stallo provocato dal decreto interministeriale n.150 del 7 aprile 2020 che all’articolo 1 dichiara l’Italia «porto non sicuro» per tutta la durata dell’emergenza Covid-19.

Ad alloggiare sulla nave Raffaele Rubattino, di proprietà della compagnia di navigazione italiana Tirrenia, saranno dunque i 180 migranti salvati in quattro diverse operazioni nel Mediterraneo da Alan Kurdi, della ong tedesca Sea-Eye, e Aita Mari, della spagnola Salvamento Maritimo Humanitario. Sono 12 le persone che hanno perso la vita durante la traversata.

Trattandosi di una quarantena, i servizi della Rubattino saranno ridotti all’essenziale.

Niente bar, niente negozi, niente cinema e niente area giochi per bambini: la nave di proprietà della Tirrenia ospita solo i migranti – che non sono ancora definibili «irregolari», dal momento che il processo di identificazione avverrà dopo lo sbarco – e 22 operatori della Croce Rossa Italiana, che si occupano dello screening medico e della somministrazione di tre pasti al giorno, da consumare «chiusi ognuno in una cabina» ha spiegato ad Agi l’ammiraglio Roberto Isidori, direttore marittimo di Palermo.

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